Mel
Tutti tacciono, nessuno ha il coraggio di proferire parola.
Mentre raccontavo la mia storia, mi sono venuti alla mente triliardi di ricordi, momenti indimenticabili che non scompariranno mai dalla mia memoria.
Allo stesso tempo, sentivo che il dolore che provavo in quei giorni, in quegli anni, si era tramutato in ricordo.
Non sentivo più quella pesantezza sul cuore e sulle spalle, come se stessi sorreggendo da sola, il resto del mondo.
Dall'inizio alla fine, sono rimasta seduta nella stessa posizione, e nello stesso punto, senza né la forza né il coraggio di fare un singolo movimento.
Raccontavo raccontavo senza fermarmi perché appena lo avessi fatto, non sarei più stata in grado di continuare, e il dolore che tanto temevo di riprovare, mi avrebbe oppressa senza risparmiarmi.
Ho cercato di tenere lo sguardo freddo e duro, tutto per nascondere i miei sentimenti e il forte dolore e senso di colpa che sentivo, ma ogni volta che il mio sguardo si incrociava con quelli di Axel, tutto andava in frantumi.
Ogni tentativo e ogni speranza che continui ad amarmi così come ha fatto fin'ora.
Mi sentivo come un vaso di vetro che si schianta al suolo, frammentandosi in mille piccoli pezzi.
Sapere che era in grado di vedere il mio viso, le mie espressioni, e tutto ciò che provavo sul mio volto mi terrorizzava come niente prima d'ora.
Eppure dovevo continuare a parlare e a raccontare senza fermarmi, o non avrei più avuto il coraggio di continuare.
Nyx e Gyx sono rimaste sedute accanto a me, a un certo punto mi hanno anche presa per mano in segno di conforto ma non bastava, lo sguardo di Axel era talmente penetrante da farmi fremere le gambe.
Sembrava leggermi l'anima, era come avere qualcuno dentro la mia testa, era come se sapesse esattamente a cosa stessi pensando, e cosa stessi provando.
Senza rendersene conto, e senza che io me ne rendessi conto è diventato una parte fondamentale di me.
Adesso senza di lui, potrei non essere in grado di fare niente, quando è con me mi sento debole e allo stesso tempo forte, mi sento sovraeccitata come una bambina il giorno di Natale e contemporaneamente mi sento fragile, come se con un soffio potessi spezzarmi e rompermi.
Ricordo che all'inizio non era così, sentivo il legame che ci univa anche se continuavo con tutta me stessa a negarlo, più per convincere me stessa che lui, non volevo anzi... odiavo, il fatto che lui si sentisse legato a me solo per il volere di una divinità, e non perché erano i suoi veri sentimenti.
Odiavo solo anche immaginare, che senza il legame, per lui sarei diventata un'estranea e che per me non avrebbe più provato niente, così ho cercato di allontanarlo o almeno ci ho provato... Anche se poco...
Ho il batticuore ripensando a tutto ciò che mi hanno fatto provare le sue mani sul mio corpo, delicate e forti allo stesso tempo, i suoi occhi che privi di vita, nascondono tutto ma il suo viso mostra ciò che prova, eppure anche se li dentro non c'è niente di vivo continuo a vedere un barlume, una luce che continua a brillare.
Quando per la prima volta ho visto come brillavano davvero, privi del buio, come lui mi vedeva ho avuto paura ma allo stesso tempo ero al settimo cielo.
Mai in vita mia, ho provato simili sensazioni. Mai in vita mia, mi sono sentita così.
Tra le sue braccia mi sono sempre sentita bene, sin dalla prima volta, con lui mi sento come con nessun'altro.
E adesso vederlo lì davanti a me fissarmi senza dire una parola, senza poter sentire le sue dita sulla mia pelle, le sue labbra unite alle mie, e le sue parole sussurrate al mio orecchio, mi fanno sentire persa.
In questo momento mi sento sola di fronte a troppi sguardi senza risposta.
Il primo a interrompere questo silenzio straziante, è Jay, che con i suoi passi che risuonano per la stanza si avvicina a me.
Si inginocchia di fronte a me, le mie mani tra le sue, con le lacrime agli occhi evito il suo sguardo, troppo in imbarazzo e schifata da me stessa per avere il coraggio di guardarlo negli occhi.«Guardami» mi chiede, non lo ascolto ma una carezza delicata cancella le mie lacrime e con uno sguardo fiero, sussurra solo a me ma talmente forte da farsi sentire anche dagli altri. «Non mi importa cosa dicono o pensano gli altri di te. Sarei sempre la mia persona preferita. Sempre.» con ancora più lacrime di prima lo stringo forte a me, in un abbraccio talmente forte da non farlo respirare.
Una forza che non credevo di avere.
Mi lascia un bacio sulla guancia e si allontana leggermente, cosicché le ragazze - Emily e Sarah- mi si lanciano addosso facendomi cadere dalla sedia con loro sopra, in lacrime mi chiedono scusa senza motivo.
Perché dovrebbero chiedermi scusa?
Tra i singhiozzi mi ringraziano di essere lì, promettendomi che saranno dalla mia parte e che saremo amiche per sempre.
A seguire il padre di Axel che, conoscendo già parte della storia, si limita a un abbraccio forte, quell'abbraccio fraterno che non ho mai avuto in vita mia.
Dopo varie esitazioni si avvicinano Tifeo, Amethyst e Agatha. I primi due mi chiedono scusa da parte dei loro clan, i giganti per non aver aiutato me e mia madre quando era ancora nel suo grembo, e le sirene per non aver protetto abbastanza mia madre, per non aver affrontato la paura dell'ignoto, per aver avuto paura di un essere innocente e che di oscuro non aveva ancora niente.
Agatha invece è rimasta più in disparte, e una volta che gli altri mi avevano abbracciata, era rimasta davanti a me per lunghi secondi che sembravano minuti, lo sguardo fisso nei miei occhi come se potesse scorgere la verità oltre le mie sfoglie di oscurità.
Mi ha parlato del perché, di come e di quando ha iniziato a provare odio e rancore verso di me, pur non conoscendomi affatto.
STAI LEGGENDO
Deadly Embrace - Abbraccio Mortale
Random«Perché dovrebbe aiutarvi?» chiede Jay al posto mio «Ce lo deve.» dice la fatina sicura di sé «Che belle ali che hai...» mi complimento mentre lei sorride compiaciuta e fiera di sé.«Chissà cosa proveresti se te le strappassi una ad una.» sbianca sub...