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-Pronto?- Chiesi portando il cellulare all'orecchio e guardando con la coda dell'occhio Jake che sarebbe rimasto sicuramente in ascolto.

-Amby, ho bisogno di parlare.- Esordì semplicemente la voce metallica della mia amica, sembrava stesse piangendo.

-Leda, tutto bene?- Le chiesi allarmandomi quando ebbi la certezza dei suoi singhiozzi.
-No, non va tutto bene. Dimmi solo se puoi parlare adesso.- Chiese lasciandosi andare in un pianto disperato.

Guardai subito Jake che annuì corrugando la fronte, non avrà avuto la vista ma l'udito ce lo aveva eccome. -Torno subito, signor Hale.- Gli dissi catapultandomi fuori dalla stanza e sparendo dietro la porta di legno bianco.

-Qual è il problema, Leda?- La mia mente stava già immaginando le peggio cose.
-Nathan, lui è il problema.-
-Nathan?-
-Non capisce! Non capisce che ho un ragazzo e che è geloso di lui.- Chiusi gli occhi mordendomi la lingua.

Ne a Nathan ne a me piaceva Vince, ma essendo che Leda lo amava io lo avevo accettato a differenza sua che, per quanto ci provasse, non ne era capace.

-Oggi è venuto a casa mia quando c'era anche lui e ha dato di matto.-
-Ma chi?-
-Nathan, Amby! Nathan ha dato di matto.- Feci una smorfia mentre cominciavo a camminare intorno all'isola della grande cucina della villa.

-Spiegati meglio, sono sicura che lo ha fatto per una ragione.-
-Vince gli ha aperto la porta e gli ha detto di andare via perché eravamo insieme e Nathan ha iniziato ad urlargli addosso cose orribili.- Spiegò tutto d'un fiato.

Qualcosa non mi quadrava, Nathan non era un tipo del genere e in più a raccontarmi la storia era Leda, che era di parte. -Ehm...Cosa gli ha detto?- Chiesi cauta. -Che sta con me solo per il mio aspetto, che non sa come io sia realmente.- Davvero Nathan ha detto questo?

-E che non gliene frega niente dei miei sentimenti in realtà.- Continuò lei alzando il tono della voce. -E poi quando Vince gli ha ribadito di andarsene ha detto che è un ragazzo tossico e troppo geloso.- Esattamente quello che pensavo io, mi morsi la lingua.

-Ok, va bene Leda. Ora camati, non sono passati alle mani vero?- Le chiesi già immaginandomi il colosso di due metri che era Vince pestare Nathan.

-No, ma solo perché mi sono messa in mezzo io.- Sospirai sollevata, almeno il peggio non era successo. -Ora dov'è Nath?-
-Ma che ne so io, gli ho chiuso la porta in faccia e non ne ho più voluto sapere niente.- Sputò acidamente lei.

-Non dirgli che ti ho chiamato.- Mi ordinò tirando su col naso. -Domani possiamo vederci?- Mi chiese abbassando la voce. -Vince è li con te?
-È appena tornato dal McDonald's.- Disse quasi sussurrando. -È per questo che bisbigli? Non ti vuoi fare sentire?- Chiesi mentre la voce del suo ragazzo risuonò in lontananza dall'altro capo del telefono.

-Che fai, amore?- Chiese con voce profonda e subito le voci divennero più ovattate, come se il telefono fosse stato nascosto velocemente sotto delle coperte. -Nulla, amore.- Lo rassicurò lei e una porta si chiuse.

-Non posso parlare ora, a domani.- Disse lei tornando a reggere in mano il cellulare e chiudendo la chiamata.

Osservai turbata lo schermo, la situazione non mi piaceva. Mi saltò in mente l'assurda idea che Vince le mettesse le mani addosso ma conoscevo Leda, se fosse mai successo me lo avrebbe detto.

In più avrei sicuramente notato dei lividi o altro, cosa che non c'era. No, era qualcos'altro. La stava distruggendo mentalmente e io non me ne ero mai accorta.

Digitai il numero di Nathan sulla tastiera. Squillò varie volte, ma nessuna risposta. 
Forse sta dormendo.
Pensai, anche se nel profondo sapevo che non era così.

Tornai nella stanza del signor Hale ancora con la mente che pensava a miliardi di possibilità per cui Leda fosse stata così attenta a non farsi vedere al telefono con me da Vince.

-Eccomi.- Dissi distrattamente per annunciare la mia entrata. Jake aveva finito le ultime due fette di pizza e aveva appoggiato il cartone sul comodino.

Era steso nel letto a occhi chiusi, ma quando mi sentì entrare li aprì leggermente. -Scusi... stava dormendo?- Dissi a bassa voce. In risposta lui scosse la testa mettendosi a sedere.

-No, stavo pensando.- Mi corresse stropicciandosi gli occhi, alzandosi dal letto e passandosi una mano fra i capelli corvini. 

Senza controbattere mi voltai pronta a filarmela in camera mia quando ancora una volta la sua voce mi chiamò.

-Mocciosa, prima di andare potresti controllare che sia tutto a posto in bagno?- Mi chiese abbassando lo sguardo nonostante non avrebbe potuto comunque incrociare i miei occhi.

Osservandolo non potei non trattenere un sorriso, era la prima volta che mi chiedeva qualcosa gentilmente. Non pensavo ne fosse capace.

Aprii la porta bianca vicino al suo letto e mi affacciai dentro il piccolo bagno privato del signor Hale, accesi la luce per controllare.

-Tutto è al proprio posto, Signor Hale.- Lo rassicurai facendomi da parte per farlo passare. Nonostante non vedesse camminava come se ne fosse capace, il suo passo era sicuro e non sembrava incerto della direzione da lui presa.

Se aveva punti di riferimento sapeva orientarsi. -È sicuro che non le serve nient'altro?- Lui annuì chiudendosi la porta alle spalle.


In camera provai varie volte a chiamare Nathan, la situazione di Leda mi insospettiva e non riuscivo a mettermi il cuore in pace.

<Quando puoi richiamami, è urgente.> Gli scrissi prima di appoggiare il telefono sul comodino e chiudere gli occhi.

Mi trattenni dal mandarlo anche a Leda perché non sapevo se Vince gli controllasse i messaggi e non volevo complicare ulteriormente la situazione.

Mi sedetti sulla sedia della piccola scrivania lì vicino prendendomi il viso fra le mani, sperai solo che Leda stesse bene.

Mi affacciai alla finestra e mi misi ad osservare le luci della città appoggiando la testa sul mio braccio destro.
Mi persi nei pensieri mentre mi lasciavo ipnotizzare dalle luci colorate del paesaggio. 

La LucciolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora