13°

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Mi svegliai intontita, stropicciandomi gli occhi mi stiracchiai e sbadigliai.
Come tutte le mattine cercai di rimuovere subito i ricordi lasciati da quella notte di angoscia pura. 

Mi alzai a fatica e raggiunsi il piccolo bagno privato in camera mia strisciando i piedi.
Jake ancora non si era fatto sentire quindi dedussi stesse ancora dormendo, ne approfittai per farmi una doccia.
Quando il piccolo strumento nero squillò ero appena uscita dalla mia stanza.

Il signor Hale era seduto sul letto coi capelli bagnati e un buon profumo di gelsomino aleggiava tutt'intorno a lui.
-Ha fatto la doccia.- Dedussi intravedendo nel suo piccolo bagno il vetro dello specchio appannato. 

Lui annuì mentre io aprivo il grande armadio per scegliere come si sarebbe dovuto vestire, scelsi accuratamente ogni capo cercando di non guardare il suo corpo avvolto nell'accappatoio. 

Quando comparve alla soglia della porta indossava una camicia grigia e rossa infilata dentro un paio di jeans neri, al lobo destro aveva un pendente d'argento e al sinistro un piccolo orecchino. 

Si infilò un anello d'argento nella mano destra per poi posizionare gli occhiali scuri sopra il naso e procedere fino a fuori la stanza.

-Andiamo?- Mi disse già cercando in aria il mio braccio.
-Subito?- Ero sorpresa dalla sua voglia di uscire.
-Sì, subito.- Affermò deciso trovando il mio braccio e afferrandolo pronto a farsi condurre. 

-Se è così andiamo a piedi.- Non mi mossi di un centimetro. -Non sprecherò di nuovo i miei soldi per uno stupido taxi.- Se avesse potuto fulminarmi con lo sguardo in quel momento sono sicura che lo avrebbe fatto più che volentieri. 

Alzò un sopracciglio sorridendo beffardo. -Allora credo che dovrei chiamare Liam.- Disse allontanandosi da me e dirigendosi con l'aiuto del suo bastone all'entrata. 

Lo seguii quasi correndo perché un suo passo equivaleva a due dei miei. Appena trovò il piccolo pannello vicino alla porta cliccò il terzo pulsante a partire da sinistra, ci fu un rumore stridulo per qualche secondo, poi qualcuno rispose. -Signor Hale?-

-Ciao Liam, io e la mia assistente abbiamo bisogno di un passaggio.- Non avevo mai sentito Jake parlare in un modo tanto amichevole con qualcuno, anche il signor dall'altra parte della linea sembrò stupito. -Arrivo immediatamente.-

-Ti aspettiamo.- Il ragazzo ripigiò il bottone mettendo fine alla chiamata e appoggiandosi con la schiena contro il muro incrociando le braccia. 

-Chi ha chiamato?- Non potei fare a meno di chiederlo. -Il mio autista.- Mi informò con nonchalance giocando con il suo anello. 

-Lo sapevo!- Mi scappò un piccolo urletto. -Perché non me lo ha detto prima? Avrei risparmiato i soldi per il taxi quel giorno!- Dissi cominciando a gesticolare furiosamente. 

-Perché non me lo hai chiesto.- Rispose schietto. Strinsi i pugni respirando profondamente, perché aveva maledettamente senso la sua risposta? 

Vista la sua passata carriera da modello, la popolarità del padre e la sua evidente buona situazione economica mi sarei dovuta aspettare una cosa simile.

-Quanto tempo ci metterà ad arrivare?- Chiesi cercando di fermare la frustrazione massaggiandomi le tempie, in risposta lui alzò le spalle scuotendo la testa. 

Sbuffai appoggiandomi come lui con la schiena al muro e incrociando le braccia. -Mi sto annoiando.- Mi lamentai.

Lui non si degno nemmeno di girare il viso nella mia direzione. -Vuole fare qualcosa mentre aspettiamo?- Gli chiesi scivolando fino a sedermi a terra. 

Annuì abbassando lo sguardo come se sapesse benissimo dove mi trovassi, sorrise leggermente con un angolo della bocca. 

-Prendiamo dei libri, siamo ancora sotto scommessa.- Senza nemmeno aspettarmi si avviò spedito verso il salotto facendomi un segno veloce con la testa di seguirlo, balzai in piedi raggiungendolo il più velocemente possibile. 

La LucciolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora