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Tornati a casa Liam partì nuovamente per non si sa dove e io riaccompagnai Jake nella sua stanza.

Per tutto il tragitto non mi aveva rivolto la parola, sembrava arrabbiato.

Per non peggiorare la situazione mi diressi in camera mia anche io dove mi misi subito in pigiama e mi lanciai sul soffice e grande letto.

Inspirai il buonissimo e fresco profumo che emanavano le lenzuola, stiracchiandomi mi rimisi a sedere per togliere le cose dalla borsa.

Dopo qualche istante mi accorsi che dei soldi erano usciti dal portafoglio, poi capii.
Quei soldi non erano miei.

La somma era esattamente la stessa che avevo allungato alla cassiera del locale, ma in pezzi diversi.

Non mi ci volle molto per capire che era stato Jake Hale.
Come avevo fatto a non rendermi conto di niente?

Eppure mi ero allontanata solo per poco dal ragazzo, giusto il tempo di infilarmi il cappotto e scorgere l'auto di Liam fuori dal locale.

Come aveva fatto a sapere la somma esatta? Possibile che fosse stato così veloce da chiederlo alla cameriera prima che se ne andasse?

Mi alzai dal letto pronta a raggiungere il ragazzo al piano sottostante quando uno squillo di cellulare, il mio, mi bloccò poco prima di aprire la porta.

-Buona sera, Ciccia. Hai presente mio cugino? Axel, il francese.-
-Ehm, credo di sì.-
-Per quanto io gli abbia ripetuto che sei amica mia e che non...-
-Gareth sono di fretta, arriva al punto.-
-In poche parole ha chiesto il tuo numero, mi assilla dall'altro giorno, e volevo chiederti se per te andasse bene.- Sorrisi, ricordai il sorriso a trentadue denti del ragazzo.
-Nessun problema.-


La mattina successiva appena mi ricordai della conversazione avuta con Gareth la sera prima ritrovai l'entusiasmo che sostituì l'angoscia provata durante la notte.

Scrissi subito al numero di Axel sperando che il mio amico mi avesse dato quello giusto e canticchiando scesi al piano sottostante ignorando le occhiate curiose delle domestiche appena arrivate.

Jake era seduto a tavola con l'indice fermo su una pagina bianca di un libro dalla copertina verde, appena sentì la melodia che usciva dalle mie labbra alzò lo sguardo.

-Allegra stamattina.- Notò in una smorfia. -Ho solo dormito bene.- Mentii spudoratamente saltellando fino alla cucina.

-Ti sei svegliata tardi.- Mi urlò il ragazzo dalla sala da pranzo quando sentì i miei passi allontanarsi.

-Avevo sonno.- Ribattei senza allontanarmi dal piano bianco della cucina.
Posizionai il piatto di pancake davanti al ragazzo per poi sedermi al suo fianco.

-Stavo pensando, e se oggi pomeriggio cucinassi qualcosa?- Proposi una volta aver deglutito un boccone, lui alzò un sopracciglio.

-Per esempio?- Alzai le spalle pensando a cosa sapessi cucinare, qualcosa di semplice.
-Biscotti, biscotti al cioccolato.- Dissi già immaginandomi assaggiarne uno.

-Non mi piace il cioccolato.-

VADE RETRO SATANA.

-Non le piace il cioccolato!?- Ripetei incredula e lui scosse le spalle.
-Mi correggo.- Esordì alzando una mano per stopparmi.

-Non la mangio da tanto.- Mi illuminò afferrando il bicchiere e bevendo un sorso d'acqua.

-Beh, oggi la riassaggerà dopo tanto allora.- Affermai decisa per poi tornare a guardarlo con un'idea in mente.

-Che ne dice di aiutarmi?- Proposi e sotto il tavolo incrociai le dita sperando non rifiutasse.
Si fermò col boccone a mezz'aria e la bocca aperta.

Non si mosse di un millimetro ma giuro che in quel momento un piccolo sorriso fulminio gli increspò le labbra.

La LucciolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora