60°

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Riprese fiato con la bocca carnosa increspata in un mezzo sorriso.

Persa nel ricordo di qualche attimo prima non riuscivo a smettere di fissarlo.

Volevo parlare, volevo dire disperatamente qualcosa, ma era come se la voce mi fosse sparita.

Jake si allontanò leggermente e la luce della piccola bajour illuminò le sue guance arrossate e inumidite.

Da sotto la benda alcune lacrime erano riuscite a passare inondandogli il viso. Con un dito gliele tolsi delicatamente.

La sua mano, ferma sul mio fianco, non sembrava avere intenzione di staccarsi. L'altra, appoggiata dolcemente proprio dietro al mio orecchio, scivolò piano sul materasso tastandolo piano.

Continuavo a ripensare a quegli attimi appena vissuti con lo sguardo perso nel vuoto e il battito del cuore che non si calmava.

-Da quanto?- Mormorò, potevo sentire il suo cuore battere come una grancassa.

-Da quanto provi qualcosa per me?- Specificò, sembrava non riuscire a crederci.

Cercando di calmare l'adrenalina feci un piccolo sospiro. -Da un po'...- Mi si incrinò impercettibilmente la voce.

Mi immobilizzai quando si gettò fra le mie braccia.

Il mio corpo venne completamente avvolto dal suo, mi tenne stretta al suo petto senza dire nulla. Lo sentii tirare su col naso un paio di volte, ma non si azzardò a mostrare altre lacrime.

-Non sai da quanto ti aspetto...- Alzai di poco il viso e incrociai la sua cicatrice incrinata in un mezzo sorriso.

I suoi capelli scuri gli ricadevano selvaggiamente sulla benda, le sue labbra rosee erano semi aperte. Il suo viso sprofondò nell'incavo del mio collo.

Le sue soffici labbra marcate da quella cicatrice ormai familiare mi sfiorarono la pelle dandomi un timido bacio. Ebbi la pelle d'oca.

Gli accarezzai la nuca con la punta delle dita, in quel momento mi sembrava di aver cambiato dimensione.

Da sotto la benda vidi i suoi occhi tentare di aprirsi e giuro che vidi le sue guance farsi rossastre.

Non ebbi nemmeno un secondo per respirare che sentii le sue labbra sulle mie.

Dopo un attimo di confusione mi lasciai andare in quel lento e appassionato bacio, gli buttai le braccia dietro il collo tirandolo ancora di più verso di me.

La sua lingua sfiorò le mie labbra dolcemente per poi incontrare la mia e cominciare a danzare insieme.

La sua mano scivolò sulle mie natiche mentre le mie si fecero largo sotto la sua maglia. Con grazia mi invitò a posizionarmi sulle sue gambe.

Con una mossa veloce gli sfilai il maglione lasciandolo a petto nudo e altre, profonde, cicatrici, tali e quali a quelle sul suo viso, spiccarono su tutto il suo torso.

Con un dito tracciai il percorso di una di esse, quella al centro dell'addome.
Lo vidi rabbrividire, ma non disse nulla.

Le sue mani erano arrivate al mio petto, scivolarono all'allacciatura del reggiseno.
-Vogliamo farlo?- Chiese in un bisbiglio, alzò il volto bendato in direzione del mio e, non ricevendo risposta, si decise a riprendere parola.

-Se pensi che sia troppo presto, se non ne sei sicura o hai paura di rimpiangerlo in futuro, posso capire.-

Immersa nell'agitazione gli presi il viso fra le mani portandolo a pochi centimetri dal mio. -Io voglio farlo.- Dichiarai, mi tremavano le mani dall'agitazione.

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