-Ha fame?- Feci capolino all'interno della stanza di Jake con in mano un vassoio con due tramezzini sopra e il ragazzo, steso sul letto di lato, alzò di poco il capo.
Non c'era alcuna luce accesa e fuori stava già calando il buio nonostante non fosse ancora sera.
-No.- Disse freddo e mi sembrò di essere tornata a tre mesi prima durante i miei primi giorni di lavoro.-Grazie lo stesso.- Aggiunse piano coprendosi con le lenzuola, almeno qualcosa era cambiato.
Entrai comunque nella stanza con cautela e mi sedetti dall'altra parte del letto per poi appoggiare il vassoio fra noi due.
-Che stai facendo?- Rimase immobile dov'era senza nemmeno voltarsi, accesi la bajour sul comodino.
-Mi metto comoda.- Risposi cercando di essere il più naturale possibile mentre appoggiavo la schiena alla testata del letto e stendevo le gambe.
-Il suo letto è molto più comodo del mio.- Ammisi per poi afferrare un panino, solo allora il ragazzo si voltò lentamente.
-Vuoi mangiare qui?- Mi chiese confuso sentendo il rumore dello Scottex attorno al tramezzino.
-Esattamente, non mi vorrà far mangiare da sola spero.- Dissi mordendo il pane soffice.Lo lasciai interdetto per qualche istante.
Fece per rispondermi a tono poi si fermò.
Un sospiro.-Passamene uno, dai.- Si mise a sedere allungando la mano verso di me, cercai di non sembrare stupita e ubbidii una volta aver deglutito il boccone.
Cominciammo a mangiare in silenzio, era tutto dannatamente troppo simile a tre mesi prima.
-Mocciosa... grazie.-Per poco non mi strozzai col pane alle sue parole improvvise, sorrise divertito.
-Non...è divertente.- Dissi ancora con qualche colpo di tosse.-Mi stavo per strozzare.- Affermai, ma per la situazione alquanto comica mi scappò una risatina, Jake mi fissava con quegli occhi bianchi come il latte e un bellissimo sorriso stampato sulle labbra.
Mi spaventai quando sentii una strana sensazione nello stomaco, così distolsi lo sguardo.
-Sono felice che alla fine abbia mangiato anche lei.- Dissi pulendomi le dita e gli angoli della bocca con un fazzoletto, lui fece altrettanto.Si tolse i pendenti che portava ai lobi appoggiandoli con difficoltà sul comodino, nella penombra non riuscivo a vedere più tanto bene il suo piccolo e sfuggente sorriso.
-Prima non ti ho detto la verità.- Disse a bassa voce mordendosi un labbro imbarazzato e si girò per permettermi di guardarlo in volto.
-Lo so che ti eri accorta che mentivo.- Si stese a pancia in su e mise le mani dietro la nuca, non sembrava dargli fastidio la mia presenza in quel momento.
-Il fatto è che mi hanno sempre innervosito le cliniche.-
-Ma stai bene di salute, vero?- Mi accorsi immediatamente del mio sbaglio.Maledicendomi in non so quante lingue cominciai a pensare ad altrettanti modi per scusarmi.
La sua fronte si corrugò, ma sulle sue labbra comparve un sorriso beffardo.-Sì, di salute sto bene.- Mi sentii stranamente rassicurata, era una bella sensazione sapere che andava tutto bene.
-Scusi se le ho dato del "tu".- Abbassai lo sguardo, era incredibile che non si fosse arrabbiato. Talmente incredibile che pensavo mi stesse prendendo in giro.
-Se non ti ho detto nulla significa che non mi da fastidio se mi parli in modo informale, Mocciosa.- Sbuffò lui e io non potei fare a meno di fissarlo scioccata.
Voltò la testa nella direzione opposta alla mia, imbarazzato da quell'improvvisa confidenza.
-D'ora in poi puoi chiamarmi anche solo Jake, se vuoi.- Aggiunse piano.-Ma ora esci che ho sonno.- Esclamò freddo senza girare il viso verso di me.
Sorrisi alzandomi e prendendo il vassoio con me, mi sentivo più leggera. -Buona notte "solo Jake".- Dissi prima di chiudermi la porta alle spalle.
La stanza era tornata ad essere buia, ma giuro che in quel momento vidi un accenno di sorriso da parte sua.
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La Lucciola
Romance[COMPLETA] Nella frenesia della vita, c'è una ragazza con una determinazione inarrestabile e un unico obbiettivo: aiutare il suo amato zio. Ma il destino ha altri piani per lei quando trova lavoro presso una sontuosa villa come assistente personale...