62°

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Lo guardai fissare il firmamento con le labbra socchiuse.

Nella penombra riuscivo a vedere la sua pelle a contatto con il prato sotto di noi, alle nostre spalle le lunghe cime degli alberi formavano un incastro nel cielo scuro.

Il mio dito tracciò un percorso nell'aria.

-Quella è l'orsa maggiore.- Indicai.

Il ragazzo sorrise accentuando la grande cicatrice sulle labbra.

-E quella?- Mi dovetti sforzare per sentire la sua voce.

Sembrava avere paura di alzarla, come se facendolo avrebbe potuto interrompere quel momento magico.

Come se avesse avuto paura di spaventare le stelle.

-Non ne ho la più pallida idea.-

Mi sforzai di identificare almeno un piccolo particolare tra quei puntini luminosi, ma finii per scuotere la testa ridendo.

Lo sentii ridere con me. Lentamente la sua mano scivolò nella mia con grazia, una leggera esitazione iniziale.

Con l'indice sfiorai i suoi polsi, rabbrividii al ricordo e non ebbi il coraggio di guardarli.

Il volto del ragazzo si voltò verso il mio studiandomi con le iridi scure, io non osai voltare il mio.

Il mio cuore non avrebbe retto, batteva già troppo forte.

Era davvero quello l'effetto che faceva l'amore?

Mi lasciai andare al silenzio e ai suoi respiri profondamente calmi.

Il solo sapere che fosse al mio fianco mi colorava i pensieri.

Chiusi gli occhi sentendo i suoi bruciare su di me, sembrava sempre meno interessato alla volta celeste.

-La luna è bellissima, non trovi?- Mormorò.

Gli sorrisi e le sue labbra sfregiate si piegarono lentamente imitando le mie.

Si avvicinò e con delicatezza mi costrinse a ricambiare il suo sguardo, il suo respiro caldo sulle labbra.

Mi baciò.

La sua lingua irruppe nel mio palato cercando la mia.

Dapprima rimasi paralizzata da quel gesto inaspettato, ma non mi ci volle nemmeno un secondo per ricambiare quel gesto d'amore.

Un allevamento di farfalle nello stomaco.

Giocai coi suoi capelli mordendogli piano il labbro inferiore.

Appoggiai la mia fronte sulla sua mentre la sua mano mi tirava al suo fianco.

Jake sollevò una mano tremante per accarezzarmi il viso, le sue dita sfiorarono la mia guancia mentre un nodo si formava nella mia gola.

Sentivo che quello che avrei detto avrebbe potuto cambiare tutto, ma non potevo più tenergli nascosto un segreto così importante.

Mi sistemò gli occhiali sul naso, poi, soddisfatto, si allontanò rivolgendo la sua attenzione alla luna che illuminava il giardino.

-Jake.- Sussurrai, cercando di trattenere l'emozione che traboccava dentro di me.

Da troppo rimandavo la cosa, doveva sapere.

Sciolsi l'intreccio delle nostre mani e mi misi a sedere, con le dita affondate nell'erba soffice, cercando di trovare una stabilità che sembrava sfuggirmi di mano.

Lui mi guardò con occhi curiosi e io desiderai di poter comunicare tutto ciò senza bisogno di parole, anche perché di parole giuste non ne avrei mai trovate.

La LucciolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora