61°

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Il cielo era sereno e l'aria fredda, sopra la nostra testa ci sovrastava una distesa azzurra. 

Il giardino che circondava l'ospedale non era tanto grande, ma bastava per permettere ai suoi pazienti di fare quattro passi ogni tanto. 

Cercai di concentrarmi e cogliere ogni suo particolare pur di non cadere nell'ansia che fosse tutto un sogno, dalle panchine alle siepi ben curate.

Feci forza a Jake stringendogli la mano mentre ci dirigevamo nuovamente nella sua stanza.

Quando entrammo facevo fatica a credere che fosse arrivato il momento, la dottoressa Hannah aveva addobbato la stanza con palloncini colorati e, tutta pimpante, ci attendeva seduta sul letto del ragazzo.

Dentro la camera notai la presenza di altre quattro persone.

Leda, vicino alla finestra e al fianco di Nathan e Gareth, sembrava la più emozionata di tutti, aggrappata ai due ragazzi, che cercavano di tranquillizzare la sua euforia, saltellava insistente.

Poi c'era Liam, lui stava in piedi vicino alla porta e si accarezzava i baffi bianchi con velata tranquillità. 

Jake non aveva voluto altri spettatori, ma io attendevo ancora una persona.

-Pronto a rimuovere questa benda?- Chiese la dottoressa allo scorbutico dio greco sfregandosi le mani, lui annuì. 

La donna lo condusse fino al letto dove poco prima era comodamente seduta e lui, anche se controvoglia, lasciò andare la mia mano.

Mi sistemai al fianco di Liam e lui stese il braccio fino a tenermi saldamente per le spalle, immaginai cercasse di essere di supporto; sembrava un nonno con la propria nipotina.

Con la coda dell'occhio vidi entrare a piccoli passi una donna.

Aveva i capelli più lunghi dall'ultima volta che l'avevo vista, ma sempre scuri e ordinati come suo solito. Gli occhi erano vispi e azzurri e le labbra sottili piegate in un sorriso birichino. 

La signora Holland era tornata. 

Come suggeritogli fece segno ai presenti di non far notare la sua presenza per non agitare il ragazzo.

Dietro di lei, una signora qualche centimetro più alta la seguì a ruota. 

I capelli sale e pepe erano ordinatamente legati in uno chignon e un piccolo naso all'insù sorreggeva una montatura rotonda simile alla mia. 

Ricambiarono il mio cenno di saluto con la testa prima di accomodarsi su una poltroncina in fondo alla stanza.

-Mia moglie.- Mimò Geraldine con le labbra fini indicando la donna al suo fianco.
-Molto piacere.- Sperai fossero riuscite a leggere il movimento veloce e silenzioso delle mie. 

Ero così fiera di me per essere riuscita a ricontattarla e convincerla a venire. 

Hannah appoggiò una mano sulla spalla di Jake che sembrava quasi far fatica a respirare. 

-Inizio?- Gli chiese ricevendo come risposta un lievissimo cenno della testa.
Con estrema grazia, gli fece scivolare la benda giù per il viso.

Sentivo il cuore rimbombarmi nelle orecchie.
Le sue palpebre si schiusero e due pupille scure e calde comparvero alla vista di tutti. 

Si immobilizzò.
Dapprima strizzò gli occhi, accecato dalla luce improvvisa. 

Si osservò a lungo le mani tremanti, incredulo.

Non vidi le reazioni degli altri presenti, ero concentrata su di lui. Solo lui.

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