Misi il piatto di verdure davanti a Jake per poi sedermi davanti a lui e cominciare a mangiare senza dire una parola.
-Non farla più venire quella lì.- Arricciò il naso.
-Ti ricordo che è la mia migliore amica.-
-Hai una migliore amica snervante.- Lo guardai di sottecchi sporgendomi poco.-Non hai visto gli altri due.- Scherzai. -E poi scommetto che anche il tuo migliore amico è snervante almeno tanto quanto lo sei tu.- Dissi, il modello davanti a me si pietrificò.
Lentamente si sfiorò la cicatrice vicino all'occhio, sembrava immerso nei ricordi. -Lo era.- Accennò un piccolo, affranto, sorriso. -Era?-
-Sì, era, ma non è più qui per poterlo essere. - Impugnò con una stretta decisa la forchetta infilzando un peperone con forza.-Oh...- Cavolo che figura. Forse la cicatrice del ragazzo era in qualche modo collegata alla morte del suo amico? Improvvisamente la punta delle mie scarpe era diventata molto interessante.
-Io... mi dispiace.-
-Non potevi saperlo.- Con un sospiro distratto alzò le spalle.
-Cambiamo argomento?-
-Sì, forse sarebbe meglio.--Allora, chi è Axel?- Rimasi col boccone a mezz'aria e la bocca aperta.
-Axel?-
-È il tuo ragazzo?-
Domandò schietto, l'espressione indifferente.
-N-no!--Sei uscita con lui quella Domenica? Il giorno in cui hai scoperto di tuo fratello intendo.-
-Ehm... sì.-
-Vi state frequentando?-
-Io... credo di sì.- Dissi piano e lui si ammutolì. Sembrava già aspettarsi quella risposta.-Afferrato...- Fece una smorfia continuando a mangiare senza aggiungere più nulla. Abbassai lo sguardo sul mio piatto domandandomi il perché di tutte quelle domande.
Jake sembrava estremamente turbato, anche se lo nascondeva bene, mentre continuava a masticare ciò che gli avevo preparato.
Ormai quasi tutte le domestiche se ne erano tornate a casa loro quindi la villa era immersa in un silenzio ancora più profondo. Finii di mangiare il più velocemente possibile per poi alzarmi e prendere il mio piatto fra le mani.
-Quando hai finito lascia tutto qui, sparecchio io dopo.- Dissi e, senza guardalo, mi diressi in salotto subito dopo avere portato il piatto in cucina.
Dovevo stare un attimo da sola, dovevo calmarmi. Perché mi sentivo così agitata dopo avergli detto nient'altro che la verità?
Era come se mi sentissi in colpa.
Scossi la testa sedendomi sul divano pesantemente e chiudendo gli occhi. Tutto ciò che illuminava la stanza era una lampada chiara proprio accanto al divano, nient'altro.
Mi massaggiai le tempie sospirando, perché avevo la stranissima sensazione di starmi innamorando dello scorbutico Dio greco con cui vivevo? Questa cosa mi faceva letteralmente impazzire.
Mi guardai intorno nella speranza di trovare qualcosa che riuscisse a distrarmi e notai un libro dalla copertina chiara con il titolo d'inchiostro.
Mi alzai avvinandomi e prendendolo fra le mani notai che era scritto sia con l'inchiostro sia in braille.
Osservandolo meglio mi sedetti sul divano e quando i miei polpastrelli sfiorarono la carta ruvida delle pagine un flash improvviso del pomeriggio passato al parco con Jake mi attraversò la mente. In automatico chiusi il libro spaventata. Cosa mi stava succedendo?
Mi strofinai gli occhi per poi riaprirlo con cautela, era un giallo scritto sia in Braille sia con l'inchiostro. Cominciai a leggere le prime pagine nella speranza di distrarmi fino a finire il primo capitolo dopo neanche dieci minuti.
Non avevo mai avuto la passione per la lettura, ma non potevo negare che quel libro non mi suscitasse curiosità, così continuai a leggere.
Ero già al terzo capitolo quando un sospiro proprio dietro il mio orecchio mi fece sobbalzare.Jake mi aveva raggiunto e ora era chinato, troppo vicino a me. Con una mano sfiorò il libro che tenevo fra le mani. -Cosa stai leggendo?-
Piantai il mio sguardo su di lui: i lineamenti perfetti, gli occhi volpini e sottili socchiusi mentre fissavano un punto indefinito, le sue ciocche scure e ribelli, le labbra rosee, le due grandi cicatrici... tutto era una perfetta combinazione.
Sentivo il suo respiro sul collo e la sua voce dolce sussurrare vicino al mio orecchio. Provai un brivido quando si avvicinò ancora di più e bisbigliò lentamente. -È un mio libro, vero?- Toccò la pagina cominciando a passarci sopra l'indice, riga dopo riga, poi sorrise leggermente.
-Ottima scelta, Mocciosa.- Mi sussurrò all'orecchio, mi sentii svenire. Eravamo talmente vicini da far sfiorare i nostri nasi, i miei occhi si persero dentro i suoi. -L'assassino è il vicino di casa.- Mi disse rivelandomi in anticipo la fine del giallo, non che mi importasse in quel momento.
-Scusami per prima.- Sussurrò. Lentamente, come per stuzzicarmi, si avvicinò quasi per darmi la possibilità di ritirarmi. Io, però, non riuscii a muovermi, il mio povero cuore stava battendo davvero troppo velocemente ed ebbi la sensazione che riuscisse a sentirlo anche lui.
Con una lentezza straziante la sua mano si avvicinò alla mia guancia sfiorandola, quando le sue labbra sfiorarono le mie una scarica elettrica mi attraversò la spina dorsale. Si tirò immediatamente indietro chiudendo gli occhi e serrando le labbra. Non disse niente, si limitò a scuotere la testa.
Aprì i sottili occhi bianchi visibilmente in panico, io lo ero decisamente di più. Rimasta immobile nella stessa posizione di qualche istante prima ero come pietrificata. Scosse nuovamente la testa come a scacciare un brutto pensiero, si fece scuro in volto alzandosi.
Lo guardai senza fiato, sentivo ancora il tocco delle sue labbra sulle mie. Abbassai lo sguardo schiarendomi la gola e pettinandomi nervosamente i capelli. Le parole non riuscivano ad uscire, come se fossero bloccate in gola.
Jake si mordeva un labbro talmente forte da farlo diventare viola facendo sbiancare la sua cicatrice, era vero che non aveva intenzione di baciarmi?
Annuii, sì: era chiaro che fosse stato solo catturato dal calore del momento.
Cercai di autoconvincermi, ma il tono rossastro che aveva colorato le sue guance mi faceva dedurre il contrario.
Velocemente si drizzò in piedi, sembrò in tutti i modi cercare qualcosa da dire.
Ma non lo trovò.Rimasi ferma lì a fissarlo come pietrificata mentre lui si allontanava a passo svelto.
Le sue labbra avevano sfiorato le mie, eravamo stati ad un passo dal baciarci.Sarei dovuta essere felice di non aver baciato l'apatico Jake Hale per un pelo, eppure il rammarico iniziò a riversarsi nel mio corpo, scorrendo nelle vene. Sembrava veleno.
Mi sentii avvizzita quando mi resi conto che in realtà avrei solo desiderato il contrario. Mi ero innamorata dello scorbutico Dio greco con cui vivevo.
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La Lucciola
Romance[COMPLETA] Nella frenesia della vita, c'è una ragazza con una determinazione inarrestabile e un unico obbiettivo: aiutare il suo amato zio. Ma il destino ha altri piani per lei quando trova lavoro presso una sontuosa villa come assistente personale...