Posto centrale

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Sono passati un paio di giorni dalla cena con la famiglia Holland e i ricordi di quella serata continuano a ronzarmi in testa.

Oggi è sabato e in questo momento mi trovo in piedi davanti al mio letto sui cui ho appoggiato tutto il necessario per il campeggio.
Faccio aventi ed indietro dall'armadio e casualmente butto l'occhio sulla scrivania, il suo accendino è ancora lí, sorrido e lo afferro, inizio a giocarci per scaricare quella leggera agitazione per l'incontro di oggi e poi lo lancio sul materasso vicino alle altre cose.

"Vado a fare la spesa, ti serve qualcosa cara?" Estelle si ferma sulla soglia della porta e mi sorride.
Inclina il capo e lo appoggia allo stipite aspettando una mia risposta.

"No grazie" dico dopo un attimo di esitazione, lei mi saluta e si allontana.

"Hai finito lo zaino?" Lauren entra in camera mia e vedendo tutti i panni ancora impilati scuote la testa.

"Sto finendo ora" la rassicuro e lei comincia a osservare ciò che avevo disposto per vedere se avessi dimenticato qualcosa.

"E questo?" Si volta verso di me con l'accendino di Tom in mano.

"Me lo ha dato Tom" tento di reprimere un sorriso ma i miei tentativi sono vani.
Lei si avvicina con un ghigno sul viso.

"E perché hai l'accendino del nostro vicino?" Mi stuzzica senza interrompere il contatto visivo.

"Ha fumato e non so per quale motivo mi sono ritrovata il suo accendino in tasca, quando me ne sono accorta era troppo tardi e niente, tutto qui" mi giustifico ma lei storce il naso.

Alza un sopracciglio e si avvicina alla finestra, io sospiro e mi gratto la nuca dalla tensione che il mio corpo ha contratto in questo momento.

"Stanno pranzando in giardino" si volta verso di me.

"Bene" dico alzando le spalle.

"Non vuoi vederlo?".
Il fatto che lei ora sappia quello che è successo crea in me disagio, ci siamo visti una volta sola e non è possibile che io già provi qualcosa, non voglio che lei inizi a fare battutine su questa situazione, appesantirebbe tutto.

Lentamente affianco la mia amica e guardo nel giardino dei nostri vicini.
Sono tutti seduti a tavola mentre chiacchierano e si godono l'aria di fine agosto.

La madre, Nikki, alza lo sguardo verso la finestra e sia io che Lauren ci lanciamo sul pavimento.
Io strizzo gli occhi portando le mani sul viso.

"Che figura di merda" borbotto a denti stretti e lei ride.
Mi trascino con l'aiuto degli avambracci fino in fondo alla stanza così che in piedi non mi vedano alla finestra.

Afferro il telefono e sgrano gli occhi.
"È già l'una" la informo e lei sussulta, salta in piedi e a passo svelto torna in camera sua.

"Ok" sospiro passando una mano tra i capelli.
Velocemente cerco di infilare tutto ciò che mi serve nello zaino, per poi raggiungere i mei fratelli al piano inferiore.

Spesso Estelle e Paul il sabato a pranzo non ci sono, a lei piace uscire con le sue colleghe o semplicemente prendersi del tempo per se per fare diverse commissioni, lui lavora e la maggior parte delle volte subito dopo raggiunge la moglie per passare un po' di tempo da soli.

"Alle due noi usciamo" Lauren informa il fratellino tra un boccone e l'altro mentre lui sembra perso a guardare la tv.

"E io rimango a casa da solo?" Si gira di scatto con lo sguardo preoccupato.

"Hai undici anni, puoi farcela, ma se sei un pappamolla puoi invitare Paddy" lo stuzzica la sorella maggiore, lui posa la forchetta facendola scontare contro il piatto, il rumore rimbomba nella stanza, incrocia le braccia e si lascia andare sulla sedia.

"Non sono un pappamolla" borbotta.

"Allora rimani a casa da solo" ghigna la ragazza e Caleb perde il controllo.
Si alza e raggiunge la sorella, le stringe il braccio fino a che lei è costretta a lasciare la posata per far smettere il ragazzino.

Io osservo la scena divertita, soprattutto vedendo come Lauren abbia un sorriso compiaciuto stampato sul volto mentre il più piccolo ha il viso rosso e tenta in tutti i modi di infastidirla.

"Basta, tra poco noi dobbiamo andare" provo ad intervenire e di nuovo il silenzio cala nella stanza.

***

"Ciao Caleb" esclamiamo per poi chiuderci la porta alle spalle.
A passo svelto raggiungiamo la macchina dei fratelli Holland in cui davanti Sam è alla guida, Harry è nel posto del passeggero e Tom è dietro verso il finestrino, all'estrema sinistra dell'auto.

"Vai prima tu" mi fa cenno di entrare la mia amica.
Io entro salutando tutti e mi posiziono nel sedile al centro.

"Il viaggio durerà un paio d'ore, Harry ha preparato la playlist per il viaggio" dice Sam mentre controlla lo specchietto per fare manovra.

"Ehi", per la prima volta mi giro verso Tom e lui mi saluta sorridendo.

"Ciao" ricambio con tono dolce per poi portare subito lo sguardo di fronte a me.

"Questo è tuo" sfilo dalla tasca dei miei pantaloncini di jeans il suo accendino rosso fuoco e lui mi stringe la mano.

"Te lo regalo" sussurra tenendo le mie dita chiuse intorno all'oggetto, invitandomi a rimetterlo in tasca.

"Grazie" arrossisco e lui volta lo sguardo verso il finestrino.

"Per il mio compleanno pensavo di fare qualcosa di grosso, ma non elegante come fanno tutti, voglio un diciottesimo pazzesco" gesticola euforica Lauren attirando l'attenzione di tutti noi.

"Cos'hai in mente?" Domanda il maggiore dei fratelli con lo sguardo rivolto verso la mia sorella ospitante.

"Birra, un sacco di birra! Musica, piscina..." elenca alcuni degli elementi a cui ha pensato per il suo grande giorno.

"Si prospetta una bella festa" esclama Sam mentre tiene le mani salde al volante.

Per il resto del viaggio rimango in silenzio, ad ascoltare i miei nuovi amici ridere, anche se la mia attenzione è principalmente rivolta verso il nostro contatto fisico; a causa del poco spazio i nostri fianchi sono attaccati e le nostre spalle sfregano ogni tanto.
Le farfalle nello stomaco sono l'unica sensazione che riesco a provare in questo momento ed è una cosa per niente spiacevole.

Sam si addentra nelle strade di montagna e dopo una manciata di minuti accosta l'auto, tira il freno a mano e tutti scendiamo, recuperiamo gli zaini e aspettiamo che arrivino anche gli altri loro amici.
Sono in ansia, o meglio, emozionata.
Sono qui da poco e già ho fatto conoscenze magnifiche, non potrebbe andare meglio.

Un'altra auto accosta dietro alla nostra e due ragazzi scendono.
I fratelli accorrono ad abbracciarli e solo dopo questo scambio di affetto si avvicinano a me e Lauren.
Uno di media statura, biondo e occhi azzurri da favola.
L'altro alto, dalla carnagione scura e un dolcissimo sorriso stampato sul volto.

"Harrison e lui è Tuwaine" mi stringe la mano il biondo e io ricambio ad entrambi.

"Aurora" mi presento e loro sorridono.
Salutano anche Lauren e dopo essersi scambiati un paio di parole ci giriamo verso Harry che aveva richiamato la nostra attenzione battendo le mani.

"Andiamo, le tende non si montano da sole".

***
Angolo scrittrice:
Ciao raga.
Il capitolo è un po' corto ma ci tenevo a pubblicarlo lo stesso, almeno per aggiornare un po' la situazione.
Spero che la storia vi stia piacendo, tra poco ne vedrete delle belle.
Al prossimo capitolo...🦋

"Non andare oltre"||Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora