Profumo di tequila

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Oggi è il giorno della festa di Lauren, compie diciotto anni e mi sento così emozionata per lei.
È diventata così speciale in così poco tempo, un' amicizia da sogno, nonostante le differenze sento di poter contare al cento per cento su di lei e spero che per lei valga lo stesso.
Come regalo le ho preso due biglietti per il concerto di Billie Eilish, lei impazzisce per la sua musica e a me non dispiace affatto, quindi partiremo il prossimo fine settimana per un paio di giorni a Manchester, non vedo l'ora.

Ora io ed Estelle stiamo sistemando il salotto per la festa, abbiamo spostato il divano, acceso qualche candela, appeso qualche lucina e sparso qualche palloncino qua e là.
Lauren è in cucina, sta disponendo il cibo sul tavolo e ogni tanto la intravedo fermarsi a fissare il telefono, so benissimo che è preoccupata che Charlie non si presenti alla festa.

"Ehi" la raggiungo abbracciandola da dietro.

"Ciao" sospira girandosi e rafforzando l'abbraccio.

"Verrà stai tranquilla" le accarezzo la spalla e lei scuote la testa.

"Non ne sono sicura", la allontano per guardarla negli occhi e lei stringe le labbra guardando altrove.

"Pensiamo alla festa ora, ci sono ancora molte cose da fare" le sorrido e lei ricambia.

Finiamo di allestire la casa e circa verso le sette e mezza Estelle, Paul e Caleb escono di casa.

"Noi andiamo al ristornate e poi a dormire dai nonni, almeno hai casa libera, buona festa tesoro" il padre si avvicina stampando un bacio sulla fronte di Lauren e dopo averne dato uno anche a me si chiude la porta alle spalle.

"Ho gli alcolici sotto il letto da prendere" si volta verso di me con sguardo complice e dopo una manciata di secondi di silenzio, entrambe corriamo al piano di sopra.

"Tieni anche questo", con le mani piene scendiamo caute le scale e posizioniamo le bottiglie sul tavolo.

"Abbiamo ancora quindici minuti per prepararci" guardo l'orologio e lei sussulta.

"Dobbiamo muoverci" continuo correndo nuovamente.

"Aspetta, troppe scale" affanna lei.

Indosso un paio di jeans blue scuri a zampa e una maglietta bianca con le spalline basse che lasciano scoperte le spalle, le solite collane, un po' di mascara e lucida labbra.
Infilo le mie amate all stars bianche e sono pronta.

Scendo in salotto e dietro di me c'è la mia amica, indossa una gonna nera e una camicetta viola dal lavaggio chiaro, un paio di stivali neri e i capelli legati in una coda alta.

"Bellissima" le sorrido quando mi raggiunge.

"Amo le tue clavicole" fa scorrere il suo polpastrello su una di esse e scoppio a ridere.
Nessuno mi aveva mai fatto questo tipo di complimento, ma a quanto pare ho delle belle ossa.

"Alla fine non mi hai più detto quanti saremo" la guardo mettere lei osserva fuori dalla finestra nell'attesa dei primi ospiti.

"Una decina, o una ventina, forse anche una trentina" borbotta a denti stretti.

"Tu madre ci ucciderà" porto una mano sulla fronte scuotendo il capo.

"Si ma almeno avrò festeggiato il mio diciottesimo al meglio" saltella come una bambina.

Accendiamo la musica e i pezzi sono i classici, pop americano, la musica che piace a tutti d'altronde.

Il campanello suona, lei sobbalza e si volta emozionata verso di me, io alzo i pollici e le sorriso.
Fa un respiro profondo e apre la porta.

"Non andare oltre"||Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora