In imbarazzo?

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Sta ballando in mezzo alla pista, un drink in una mano e l'altra stratta al fianco della ragazza davanti a lui.

"Andiamo via" stringo i denti e lei storce il naso.

"No! Ignoralo" mi intima e io sospiro, lei non vuole seguirmi quindi mi allontano da sola, non voglio che mi veda.
A passo svelto e tentando di restare sui lati del locale per essere il più distante possibile dalla pista, raggiungo il bagno.
Spingo la porta e poi mi posiziono davanti ad uno specchio.

Ci mancava solo questo.
Sbuffo tra me e me.
Sento vibrare il telefono così lo sfilo dalla tasca e leggo.

Lau:
È arrivato Charlie, se vuoi raggiungici.

Ancora peggio di quanto potesse andare.
Scuoto il capo, mi imbarazza uscire con loro, essere la terza in comodo è terribile, soprattutto con due come loro, che discutono per la minima cosa.

"Pronto?"
"Ehi"
"Scusami ma sono in una situazione di merda, non è che verresti a prendermi?"
"Certo, mandami la posizione"
"Grazie mille"
"Arrivo subito"

Stringo il cellulare al petto e sorrido.
Esco dal bagno e me lo ritrovo davanti.

"Ciao" incurva la bocca in un sorriso poco sincero.

"Ciao" stringo le labbra innervosita e lo supero, senza proferire altra parola.

"Ti va di bere?" Propone mentre sto già andando via.

"È arrivato Tom a prendermi in realtà" indico l'uscita e lui annuisce.

"Fa nulla, ci vediamo a scuola allora" alza la mano aggiungendo un cenno di testa e io ricambio.

Esco dal locale e tiro un sospiro di sollievo, la musica si fa sempre più ovattata e le mie orecchie smettono di fischiare.
Sento il vento invernale che mi accarezza il viso e fa lacrimare gli occhi.

Sento un clacson suonare e quando mi giro verso la direzione da dove il suono acuto è arrivato vedo dei fari nel mezzo del parcheggio vuoto.

Mi avvicino alla macchina e più la distanza diminuisce, più capisco che è l'auto di Tom.

"Grazie" entro in macchina e mi allaccio la cintura.

"Di nulla" mi sorride, con una mano sul volante e l'altra sulle marce di protende timidamente verso di me, ma io volto lo sguardo.
Il fatto che non riesca a sentirmi a mio agio come prima mi distrugge.

"Vuoi andare subito a casa?" Mi domanda e io esito.

"Si- no" cambio idea "posso venire da te?", voglio sforzarmi e provare a ristabilire una relazione con lui.

"Speravo me lo chiedessi", imposta la prima e poi partiamo.

***
"C'è qualcuno in casa?" Sussurro e lui annuisce con il capo, chiude la porta delicatamente e poi ci dirigiamo al piano di sopra.

Mi siedo sul suo letto e accarezzo le morbide lenzuola.
Tengo la giacca sulle gambe mentre lui toglie le scarpe e lascia le chiavi sulla scrivania.

"Vuoi fare una doccia?" Indica la porta del bagno ma io scuoto la testa.
"Allora io me ne faccio una" stringe le labbra intanto che inizia a slacciarsi i pantaloni.

Sento l'acqua scorrere e mi avvicino alla porta del bagno, appoggio un orecchio all'asse di legno e non so con quale coraggio busso.

"Si?" Interrompe il getto d'acqua.

"Posso?" Esito a parlare, come se le mie labbra fossero cucite.

"Vieni pure", abbasso la maniglia e lentamente apro la porta fino a che scorgo il suo corpo avvolto da una nube di umidità.
"Ti serviva qualcosa?" Domanda contraendo muscoli, come se si sentisse a disagio.

Io non rispondo, mi limito a sfilarmi il vestito una spallina alla volta, infine il resto degli indumenti, impiegando più tempo con la biancheria e sentendo il suo sguardo bruciarmi sulla pelle, come se mi stesse consumando.

Lui apre le porte e io tengo lo sguardo fisso nei suoi occhi.
Il getto caldo mi accarezza la pelle ed un brivido mi percorre la schiena.
Mi giro voltandogli le spalle e lui inizia ad accarezzarmele, le insapona delicatamente, poi passa alla nuca, infila le dita tra i miei capelli e quando è il mio turno lui non si volta.
Così gli insapono il petto come lui sta facendo con me e piano piano scendo fino all'addome, lui fa lo stesso, segue i miei movimenti alla perfezione, come uno specchio.

"Vado a prenderti un asciugamano nell'altro bagno" dice stringendosi la cintura dell' accappatoio sulla vita e sfregandosi il cappuccio sopra i capelli.

Esce dal bagno e ridacchio vedendolo correre a piedi umidi che lasciano le impronte sul pavimento in legno, avvolto semplicemente da un pezzo di stoffa.

"Eccoti" torna porgendomi un asciugamano.
Io lo faccio scorrere sul mio corpo e poi lo blocco sotto le ascelle provando un brivido di freddo alla spalle scoperte.
Lui lo nota e sorride, si avvicina e mi stringe a se scaldandomi.

"Grazie" gli dico con tono dolce e subito mi accorgo come le nostre labbra siano vicine...dopo tanto tempo.
Passano pochi secondi che sembrano anni, percepisco il suo respiro sulle mie labbra e non resisto.
Il coraggio lo abbiamo avuto contemporaneamente e quindi entrambi ci afferriamo il viso a vicenda e stampiamo un bacio sulle labbra dell'altro.
È stato veloce, ma non importa, è come se avessi ricominciato a respirare dopo giorni.

"Anche tu ti senti in imbarazzo?", la sua domanda mi stupisce.

"No, perché t-tu si?" Balbetto.
Lui scuote la testa, esita e poi annuisce.
Io compio un passo indietro stranita dalla sua affermazione.

"Non in senso negativo, è stato come baciare la ragazza per cui hai una cotta da anni per la prima volta" sorride guardando il pavimento.
Io gli afferro una mano e lui accarezza le sue labbra con la lingua.

"Mi sei mancato" affermo e lui punta i suoi occhi nei miei.

"Anche tu".

"Non andare oltre"||Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora