Tutto troppo in fretta

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La sua domanda mi spiazza, non me l'aspettavo così secca, è arrivata dritta al mio cuore come una coltellata, improvvisa e profonda.
"I-io non lo so" balbetto infastidita.

"Non puoi dire non lo so" mi rimprovera con tono fermo.

"Lauren, io non lo so, cosa vuoi che ti dica?" Mi agito e lei risponde con uno sguardo torvo.
"Cosa c'è che non va?" Ribadisco percependo il disagio tra di noi.

"Niente" risponde secca prima di alzarsi dal letto, si rinfila gli ugg color miele e a quel punto io mi metto in posizione seduta sul materasso puntando i pugni su di esso.

"Spiegami" le vado incontro.

"Non puoi trattare così una persona" alza il tono di voce.
"Ti ha dato tutto, ti tratta come se fossi la cosa più preziosa al mondo e tu fai così?!", il suo giudizio nei miei confronti mi offende.

"Credi che non mi senta in colpa? Anche solo a pensarci mi dispiace, io amo Tom e so per certo quanto mi ami lui, ma è troppo buono, ogni volta che fa qualcosa per me non la capisco, non capisco se tutte le attenzioni che mi da mi piacciano o mi facciano sentire in imbarazzo, come se si prendesse gioco di me" le spiego muovendo nervosamente le mani mentre lei mi guarda fissa negli occhi.

"Non riesco seriamente a capirti" esordisce prima di uscire dalla stanza definitivamente.

Infilo le mani nei capelli e mi volto guardandomi intorno cercando di metabolizzare l'accaduto, in pochi istanti nella mia testa passa il fiume di parole che ci siamo gridate addosso, ma che viene interrotto non appena punto gli occhi sulla finestra.
Vedo la sua stanza illuminata e la sua sagoma davanti al vetro.
"Tutto ok?" Mima con le labbra, so che è capitato lì per caso e che sicuramente non lo ha fatto apposta ad assistere alla scena, ma le emozioni mi pervadono e scatto a chiudere le tende.

Poco dopo suonano al campanello, nonostante sia sera tardi, so benissimo chi è.
"Darling stai ben-" lo interrompo.

"Smettila, smettila di starmi addosso, smettila di pensare che sia la tua principessa indifesa" lo supero ed esco di casa sbattendo la porta alle mie spalle, il freddo gelido mi colpisce la faccia e le lacrime non esitano a rigarmi il viso, mi basta compiere qualche passo prima di pentirmene di aver sputato acidamente quelle parole, al posto di fermarmi e parlarne a tono pacato, ma Lauren mi ha giudicata senza lasciarmi spiegare e sono totalmente frustrata da ciò.

Mi volto e lo vedo fisso davanti alla mia porta di casa che guarda davanti a se l'asse di legno bianco che avevo sbattuto davanti a lui.
Accelero il passo verso di lui ma Tom fa lo stesso, semplicemente peró verso casa sua, la direzione opposta a dove sono io.

Mi affretto prima che chiuda casa.
"Tom" tendo un braccio verso di lui ma la porta sbatte prima che io percorra gli ultimi metri.
"No no no, ti prego mi dispiace" singhiozzo.
"Aprimi ti giuro non volevo" sussurro.

Il silenzio in torno mi permette di sentire dai passi, passi che rimbombano sugli scalini, la mia speranza si fa talmente grande che mi allontano dalla porta, ma dopo pochi istanti, non vedendola aprirsi, mi rendo conto che quei passi non erano di qualcuno che si avvicinava, ma di qualcuno che si faceva sempre più lontano.

Non reagisco, rimango in mobile, senza dire nulla, con il cervello che macina informazioni a tal punto da farmi dubitare di non star effettivamente pensando a nulla.
Il nulla però non era nella mia testa, bensì nel mio cuore, capendo la gravità della situazione le miei emozioni hanno preso il controllo e io non sono riuscita a metterle a tacere e a ragionare con tranquillità.
Mi sento sprofondare.

Sospiro e mi siedo sui gradini davanti a casa sua, mi accovaccio scaldando le gambe con le braccia ed infilando la testa nell'incavo di esse.
Ogni tanto alzo lo sguardo verso il cielo pensando a dove sarei in questo momento se non fossi partita, in qualche universo io sto bene ora e in qualche altro universo non mi sento così spaventata dall'enorme sentimento che è l'amore.

La porta si apre di scatto e io sobbalzo.
Mi volto immediatamente.
"Harry, che spavento" porto una mano al petto e lui abbozza un sorriso, solo con le labbra, i suoi occhi sono incurvati leggermente verso il basso.

"Cosa è successo?" Si siede accanto a me e mi circonda le spalle con il suo braccio.

"Tuo fratello è troppo buono e io non sono fatta per tutte queste attenzioni" alzo le spalle ripensando continuamente al mio dispiacere.

"Devi darti tempo, pensare cosa vuoi, non a cosa sei abituata, se ami qualcuno sei disposta a scendere a compromessi e questo è il suo, lui lo dimostra così l'affetto" mi stringe e sento di nuovo un groppo in gola.
Ho esagerato.

"Cosa ti ha detto lui?" Lo guardo negli occhi per la prima volta da quando mi ha affiancata.

"Vuoi davvero saperlo?" Mi domanda ed io annuisco.
"È salito le scale, si è voltato verso di me, ha strizzato gli occhi e ha detto che era colpa sua, poi credo che avesse gli occhi lucidi non l'ho visto bene".

Ho un attimo di esitazione ma poi scatto in piedi e spingo la porta.
"Tom!" Lo chiamo correndo al piano di sopra.
La porta di camera dei suoi genitori si apre e io mi volto.

"Aurora?".
"Scusa Dom davvero ma è urgentissimo".

Infondo al corridoio c'è la sua stanza, sono circa sette metri ma in questo momento sembrano chilometri.

Busso alla sua porta e poi la apro delicatamente.
"Thomas mi dispiace davvero", è affacciato alla finestra e io gli circondo i fianchi appoggiando il mento sulla sua spalla.
"Ho litigato con Lauren e non riuscivo a ragionare".

"Ma le cose che hai detto le pensi davvero".
"Cosa?! No".
"Non mentirmi, smettila".
"Mi sembra solo tutto così strano, devo abituarmi, non sono mai stata in una relazione".

"Io ho bisogno di essere quello che sono e di fare quello che voglio fare per la persona che amo, voglio starle sempre accanto e preoccuparmi per lei, è solo questo quello che mi fa stare bene" sussurra e finalmente sposta lo sguardo dalla finestra e i nostri occhi s'incontrano.

"Ho solo bisogno di tempo" appoggio le dita sulla sua guancia e mentre i nostri visi si avvicinano posso sentire i nostri respiri sincronizzarsi.

"Non credo di farcela" la sua voce trema e le parole gli si bloccano in gola.

"Cosa?" Indietreggio.

"Mi dispiace, è crollato tutto in così poco" scuote la testa intanto che protende la sua mano e la fa intrecciare con la mia.

"Io non sto capendo" balbetto sentendo gli occhi bruciare dalla tensione.

"Ho bisogno di fermarmi un attimo, abbiamo affrettato troppo" si giustifica e al quel punto non riesco a stare in silenzio.

"Tu! Tu hai affrettato tutto, io ho perso il conto delle volte in cui ti ho detto di fare un-passo-alla-volta, sei bravo a dire di sì e poi a scaricare la colpa; non puoi dirmi ci devi pensare per la stronzata di questa sera, perché se non accetti il fatto che in quel momento fossi sotto sopra te lo dico: finiamola subito, non sei disposto a rispettarmi, a rispettare i miei spazi e hai il coraggio di fare la vittima".
Sputo le parole come se mi scottassero la gola.

"Non hai nemmeno più bisogno di pensarci, ti tolgo anche questo impegno" mi dirigo verso la porta della sua stanza e lui mi segue con lo sguardo.

"Aurora" dice scoraggiato.

"Buonanotte Tom".

"Non andare oltre"||Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora