Il ritorno

279 20 1
                                    

"Siamo tornate!" esclama Estelle mentre varchiamo la soglia.
Lei lascia le chiavi e la borsa sul mobile all'ingresso, mentre io proseguo verso il salotto.

Appoggio il borsone per terra e abbraccio la mia amica.
"Sono stati giorni tosti senza di te" frigna mentre mi tiene stretta.

Io ridacchio.
"Per farmi perdonare ho portato un po' di tipico cibo italiano" alzo lo zaino e lei batte le mani entusiasta.

"Ciao cara, il viaggio è andato bene?" Paul si avvicini a me a braccia aperte, schiocca un bacio sulla mia fronte e poi mi avvolge.
Io annuisco e poi mi accuccio anche per accarezzare Loki.

"Caleb?" mi guardo intorno strofinando i palmi delle mani sui jeans.

"È a guardare un film con Paddy" alza gli occhi al cielo Lauren.

"Perchè quella faccia?" le domando curiosa.

"Perché non è mai in casa, doveva lavare i piatti dopo pranzo...e ora tocca a me" risponde scocciata.

"Aurora potrebbe andare a chiamarlo, va da loro e saluta anche Tom" Propone la mia hostmum.

"Certo" alzo le spalle guardando la mia amica.

"Tom non è in casa" ribatte lei.

"E dov'è?", non mi ha detto nulla.

"Non ho ben capito, ha accennato qualcosa su Zendaya, sulla casa nuova e golf" risponde.

"Con questo freddo?" si stupisce Paul.

"A tom non interessa, anche se ci fosse la temperatura del polo giocherebbe a golf" sorrido.
"Ok, in ogni caso faccio un salto dagli altri, li saluto e bevo un tè con nikki" mi avvicino all'ingresso.

"Se c'è Haz salutamelo" dice ammiccante Lauren.

"Scusami?" mi giro verso di lei con un'espressione maliziosa.

"Oh nulla, solo per essere gentili" alza le spalle vaga.

"Sí...come no",  chiudo la porta alle mie spalle e percorro quei trenta metri che separano le nostre abitazioni, busso alla porta e Nikki mi accoglie con un sorriso smagliante.

"Come stai tesoro?" mi abbraccia forte.
I suoi abbracci stanno diventando il mio posto sicuro.

"Bene, te?" dico con il viso premuto contro la sua spalla.

"Molto bene, anche gli altri si stanno godendo le vacanze" si allontana per guardarmi negli occhi.
"È stato difficile andre di nuovo via da casa?" domanda seria.

"No, Londra è il mio posto nel mondo" dico sospirando intanto che entro in casa.
"Tom?" domando.

Non fa in tempo a rispondermi che dalle scale scende Harry che si dirige subito verso di noi.
"Eccola!" esclama correndo per un abbraccio.

"Dillo che ti siamo mancati" mi stuzzica.

"Ovviamente" scrollo le spalle ridacchiando.

"Tom è a giocare a golf" risponde Nikki quando riporto l'attenzione su di lei.

"Perfetto, Lauren me lo aveva accennato ma sempre meglio chiedere conferma...quella ragazza a volte è persa nel suo mondo" sgrano gli occhi.
Girandosi verso il salotto vedo Caleb.
"Ciao pulce".

"Ciao Rori"
"Tu non dovevi lavare i piatti?"
"Cosa?"
"Vai a lavare i piatti"
"Non ti sento!"

"Assurdo" sospiro.

"Hai bisogno di uno strappo al campo?" chiede Harry.

"No grazie, vado in autobus e poi torno con Tom", saluti entrambi con un bacio sulla guancia e poi esco di casa.
Avrei voluto prendere il tè con loro, ma sono impaziente di vedere Tom, è passata una settimana da quando ci siamo visti.

***
"Salve" saluto la receptionist del club e supero la hall.

Mi dirigo verso il campo che Tom usa di solito per giocare e mentre cammino incrocio Dom.

"Che bello sei già tornata" anche lui mi accoglie con un abbraccio caloroso e io ricambio.

"Tom sta giocando?" domando.

"Tom non è qui" dice con tono ovvio, probabilmente si apsetta a che io lo sapessi.

"Allora provo a casa sua" dico alzando le spalle confusa.

"Ti di un passaggio, tanto vado in quella direzione" sorride, lo ringrazio e poi andiamo verso la sua auto.

***
"Grazie ancora Dom" dico prima di chiudere la portiera.
Salgo saltellando le scale che precedono la sua porta d'ingresso e non posso fare a meno di notare che fuori dalla porta c'è un paio di scarpe in più.

Suono il campanello con un grande sorriso stampato sul volto.
Ma quanto ci mette?

Passano circa trenta secondi prima che lui apra la porta e il mio sorriso svanisce sempre di più.

La porta si apre e quando me lo trovo davanti la sua facci è stupida ma non esita a lanciarsi su di me.

"Ti ho cercato un po' ovunque" ridacchio intanto che mi porta in braccio in casa.
Mi adagia sul divano, tenendomi sempre sulle sue gambe e intanto mi accarezza i capelli.

"E dove potrei essere se non a casa mia" ride.

"Lo so ma mi devo ancora abituare a questa casa" borbotto.
"Le scarpe che ci sono fuori di chi sono?" taglio la testa al toro.

"Mie" alza le spalle.

"Tutte e due?" dico confusa.

Lui alza un sopracciglio.
"Come due?".

"Ci sono due paia di scarpe fuori dalla porta" gli faccio notare.

"Avrò dimenticato di rimetterle nella scarpiera in questi giorni, non esco da circa 48 ore, si sta così bene qui" dice lasciandosi andare sullo schienale del divano.

"Ma non mi hai detto che in questi giorni ha piovuto?"
"Sí"
"Bene adesso hai due paia di paludi"

"Disgustoso" arriccia il naso in un'espressione schifata.

"Cosa vuoi fare questa sera?" domanda stampandomi un bacio sull'angolo della bocca.

"Cinema?", lui alza gli occhi al cielo indicando disaccordo.
"Vuoi andare a cena?" continuo ma lui fa ancora un cenno negativo con il capo.

"Stiamo a casa" sorride stringendomi i fianchi.

"In effetti avrei bisogno di una bella doccia calda dopo il viaggio" dico amicante.
Lui mi solleva e mi porta verso il bagno al piano di sopra.

Mi fa scendere davanti alla porta del bagno iniziando a lasciarmi una scia di baci sul collo mentre la mia schiena tocca il legno freddo della porta.
fa pressione sulla maniglia ed entriamo.

"Mi piace quest'idea" sospira tra un bacio e l'altro provocandomi una risata.

***
"Domani è già il 31 dicembre...assurdo" dico guardando il soffitto.
Lui si avvicina.
"Non invadere la mia parte di letto Holland" dico provocando in lui una reazione vendicativa.
Inizia a farmi il solletico per dispetto e io gli faccio notare che probabilmente anche i vicini sentono le mie risate, lui la smette subito.

"Non voglio che il quartiere mi odi" dice trasformando i pizzicotti in carezze.
"non voglio che odino te, visto che mi piacerebbe che questa casa fosse anche tua".

Io sussulto a questa dichiarazione ed esito prima di rispondere.
Non riesco ad esprimere cosa vorrei dirgli a parole, quindi passo alle azioni.
La casa è silenziosa, gli unici suoni sono la pioggia che batte sui vetri e lo sfregare delle lenzuola sulla nostra pelle.

"Non andare oltre"||Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora