Un suo segnale

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"Sali!" Dice secco dopo aver abbassato il finestrino.
Io rimango immobile e lo fisso a braccia incrociate, lui inclina la testa e alza un sopracciglio.

"Sei seria?" Sbuffa, io non rispondo ancora e lui dopo una manciata di secondi ad aspettare rialza il finestrino.
Mi aspetto che riparta, invece, scende dalla macchina e si avvicina.

"Sali!" ritenta fissandomi negli occhi.
Io scuoto la testa abbassando lo sguardo sulle nostre scarpe.

"Tu lo sai che io non ti lascio qui da sola vero? Quindi se non sali" mi supera andando a sedersi per terra con le spalle appoggiate al muretto, "rimarremo qui per tutta la notte" conclude la frase.

Io lo fisso tremare per terra con un'espressione divertita sul volto.
"Non ridere" scuote la testa stringendo le spalle per scaldarsi.
Io alzo un sopracciglio sottolinenando la mia innocenza e lui sposta lo sguardo altrove.

"Perché sei andata via?" Domanda dispiaciuto.
Nervosa tamburello il piede sul cemento, senza riuscire a guardarlo negli occhi alzo le spalle.

"Non mi piaceva l'atmosfera" confesso mordendomi l'interno della bocca per scaricare la tensione.

Lui si rialza e a passo lento torna da me, si piazza con le spalle alla macchina e mi guarda in silenzio.
Nell'arco di pochi minuti i silenzi sono stati tanti tra noi e non riesco a sopportare una cosa del genere, non dopo quello che è successo.

"In che senso?" Domanda lui scuotendo il capo.
Io tentenno, mi mette a disagio esporgli il mio pensiero, non voglio che si faccia un'idea sbagliata e che si possa poi allontanare.

"T-tra noi" balbetto timida e lui rilassa i muscoli facciali inarcando leggermente le sopracciglia.

"Ecco non mi piaceva l'atmosfera che c'era tra noi.
Mi tenevi per mano e un secondo dopo sei sparito, ti cerco per mezz'ora e quando ti trovo non mi rispondi, preferisci parlare con una ragazza che hai conosciuto da dieci secondi, non vedo perché ora dovrei scusarmi e salire in macchina con te" sbotto, gli shottini di alcol di prima mi hanno resa più sciolta, mi sento più libera di esprimere il mio flusso di pensieri, nonostante io ci tenga a non rovinare il mio rapporto con Tom.

Lui mi guarda in silenzio senza dire nulla e io immediatamente mi pento delle mie parole.
"Mi dispiace io non dovevo dirti queste cose, sei assolutamente libero di fare quello che vuoi" porto una mano sul viso imbarazzata.

"Ti giuro che prima o poi ti spiegherò tutto, ora basta lasciamoci tutto alle spalle" scuote la mano e poi mi stringe a se.
Sorrido e mi cullo nelle sue braccia, continuando peró a rimuginare della prima parte della sua frase, cosa deve spiegarmi?

"Ora sali o ti devo prendere di peso?" Mi domanda con un ghigno sul viso e io arrossisco.

"Salgo" alzo gli occhi verso l'alto sorridendo e lui mi blocca per un polso.
Mi circonda i fianchi e senza rendermene conto mi carica in spalla, come se fossi un sacco di patate e si dirige verso la sua auto.
Apre la portiera e mi adagia delicatamente sul sedile, si sporge per allacciarmi la cintura e si ferma un attimo per guardarmi negli occhi.
I nostri visi sono terribilmente vicini e l'attrazione è tanta, troppa, non penso di riuscire a resistere.

Mi sporgo ancora di più verso di lui poggiando una mano sul suo collo e proprio quando sento il suo respiro sulle mie labbra sentiamo un clacson.

"Eccovi" esclama Harry abbassando il finestrino della sua auto.
Tom chiude la mia portiera con forza e sale al posto del guidatore.

"Ci vediamo a casa" ci salutano gli altri e noi li seguiamo in macchina.
Era il momento perfetto e non essere riusciti a sfruttarlo mi imbarazza, chissà cosa starà pensando lui, magari non voleva nemmeno, magari si sarebbe spostato, preferisco non saperlo e aspettare una sua conferma.

"Grazie Tom" gli dico sulla soglia della porta e lui mi lascia un bacio tra i capelli dirigendosi poi verso casa sua.

"Mi piaci" sussurro guardandolo concentrato ad aprire casa sua e quando alza lo sguardo verso di me sgrano gli occhi preoccupata che mi possa aver sentita e mi fiondo in casa sbattendo poi la porta alle mie spalle.

"Rori?" Una voce morbida alle mie spalle, mi giro di scatto.
"Tutto bene?" Mi domanda preoccupata Estelle vedendomi affannare.

"Tutto bene grazie, te?" Le domando dopo aver deglutito rumorosamente.
Lei annuisce sorridente e si dirige un cucina, prende una tazza di tè caldo e mentre torna a sedersi sul divano arresta i suoi passi.

"Le carte dicono che andrà a finire bene tra voi due" ammicca e io reclino il capo stringendo le labbra imbarazzata.

"Lo spero" sussurro abbassando lo sguardo sulle mie scarpe.
Ero talmente presa dai miei pensieri che ho dimenticato di sfilare la giacca e le scarpe, così lo faccio subito.
Mi avvicino alle scale e quando appoggio il piede sul primo gradino un rumore acuto e ripetitivo proviene dalla cucina.

"Faccio io" faccio cenno alla donna di rimettersi comoda e corro ad aprire il microonde.
Pop corn, vedendoli mi tornano in mente le serate cinema con la mia famiglia, sorrido e trattengo una lacrima.
Nonostante li senta tutti i giorni mi mancano.

Li porto ad Estelle rubandone uno dalla ciotola, lei mi blocca.
"Ti va di fare due chiacchiere?" Domanda appoggiando la ciotola sul divano e spostando un cuscino per farmi posto.
Butto un occhio sull'orologio e noto di come sia già mezzanotte inoltrata.

"Certo" mi siedo portando un cuscino sulla pancia.
Sgranocchiamo i pop corn intanto che Estelle mi parla del libro che sta leggendo, vorrebbe passarmelo dopo averlo finito, ora sono terribilmente curiosa.

"Lui ti piace tanto vero?" Ghigna maliziosa e io arrossisco.

"Non lo so" ridacchio nervosa e la mia risata contagia anche lei che scoppia in una risata fragorosa.

"Che teneri, dai manca poco ai tuoi diciotto anni, dopo di che sarete liberi" apre le braccia enfatizzando le sue parole.

"E quando io poi riaprirò?" Sospiro e lei inclina il capo sgranando gli occhi.

"Non pensare a questo goditela finché puoi, ora sei qui, con lui, fallo" mi incoraggia stringendo le mie mani.

"Ci devo pensare" scuoto la testa.

"Pensi troppo cara, pensi troppo" sbuffa battendo l'indice sulla mia testa.
"E poi è ricco può venire a trovarti in Italia quando vuoi, portando anche me ovviamente" fa gli occhioni appoggiando la testa sulla mia spalla.

Parliamo ancora un po' e quando poi risalgo in camera per infilarmi finalmente nel letto continuo a rimuginare sulle frasi di Estelle.
Ho deciso, aspetterò un suo segnale.
È proprio in quel momento:

Tom🕸:
Domani ti porto io a scuola, niente discussioni.

***
Ciao raga 🤍
Capitolo un pelo più corto del solito ma volevo aggiornare.
In realtà sono sempre indecisa se aggiornare meno ma fare capitoli più lunghi o aggiornare più spesso con capitoli di questa lunghezza, troppo complicato da scegliere ahaha.
Ci vediamo al prossimo capitolo...🦋

"Non andare oltre"||Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora