𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐚𝐝𝐮𝐞.

1.5K 131 51
                                    

Draco POV

Un tocco gentile sfiorò la mia spalla, fermai Blaise e mi voltai: Astoria era davanti a me con la testa china e un sorriso imbarazzato sul viso.

«Dimmi.» Le dissi inumidendomi le labbra, lei si chinò e parlò più vicina.

«Possiamo parlare? Non qui, però.» Mormorò, io le annuii e,tirandosi su, mi rivolse un altro sorriso, poi si voltò e si avviò verso il corridoio. Mi voltai verso Blaise.

«Io vado.» Lui annuì mangiando ed io mi alzai, rivolsi lo sguardo verso Cassandra e bingo: mi stava guardando, e se la fortuna fosse stata dalla mia parte, aveva visto Astoria avvicinarsi e il resto. Uscii dalla Sala Grande e vidi, poco più in là, Astoria che si mangiucchiava le unghie agitata, le andai incontro sperando che non tornasse ad essere la solita rompi palle. «Cosa c'è?» Le chiesi mettendo le mani nelle tasche e guardandola, si voltò di scatto e mi guardò.

«Ei... come stai?» Mi parlava con un tono dolce, come se fossi un bambino di tre anni. «Ho saputo della morte di tuo padre...» Abbassò la testa. «Mi dispiace.» Le nostre madri erano amiche da anni, probabilmente era stata mia madre ha darle quella notizia.

«Fa nulla.» Alzai le spalle aspettando che parlasse. «Se siamo qui per parlare di questo, io vado via.» Avvisai senza troppi giri di parole. Astoria alzò la testa.

«No, no. Volevo parlarti di altro.» Rispose veloce, io annuii e lei continuò. «Mi dispiace per come mi sono comportata, sono stata egoista cercando di tenerti con me nonostante tu non mi amassi. Volevo dirti che io per te ci sarò sempre, qui hai un'amica.» Mi accarezzò il braccio. «Se hai bisogno di parlare o semplicemente di compagnia, sai dove trovarmi.» Mi sorrise.

«Apprezzo, grazie.» La ringraziai con un accenno di sorriso, lei guardò alle mie spalle e sgranò leggermente gli occhi, poi, senza preavviso si gettò addosso avvolgendo le braccia al mio collo. «Cosa fai?» Mormorai rimanendo immobile.

«Mi sei mancato!» Disse quasi in lacrime, non ricambiai l'abbraccio.

«Emh... okay?» Provai a staccarla. «Astoria, gentilmente, togliti.» Le dissi, pochi secondi dopo si allontanò con uno sguardo dispiaciuto.

«Perdonami, non capiterà più. Grazie per avermi ascoltata.» Borbottò.

«Tranquilla.» Risposi, tenni conto che quella ragazza potesse avere qualcosa che non andasse. Dopodiché, lei andò via e mi lasciò in corridoio.

Il giorno dopo, durante la lezione di Pozioni, era difficile non prestare attenzione Cassandra che rideva con il nuovo arrivato, da quando avevamo messo piede in aula, non mi aveva degnato di uno sguardo. Una parte di me era felice che stesse vivendo quei giorni in tranquillità, ma davvero aveva bisogno di stargli così attaccata?

Stavo ancora lavorando sull'armadio, avevo fatto la scelta giusta usando la scusa del 'tempo' con Cassandra. Averla avuta di mezzo sarebbe stata solamente una distrazione, il mio piano prevedeva, sì, di portarla via, ma dovevo ugualmente obbedire agli ordini di Voldemort: avrei aggiustato l'armadio, fatto entrare gli altri e ucciso Silente, poi sarei andato a prendere Cassandra e saremmo scappati via. Nonostante fosse un po' pericoloso, non avevo un altro piano in mente. Loro sarebbero dovuti entrare, obbligatoriamente.

Cassandra era così vicina a quello lì, che praticamente gli sfiorava il braccio con il seno. Spostai la mano verso una boccetta e la gettai fuori dal tavolo, essa andò in mille pezzi facendo voltare tutti verso me e Blaise.

«Scusi, signore.» Dissi a Piton. Cassandra aveva la testa girata verso di me e mi fissava, ricambiai lo sguardo ma quello lì la chiamò facendola voltare di nuovo. Dovevo assolutamente controllare la mia rabbia, non potevo ucciderlo, o almeno non in quel momento.

Heart Of Glass; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora