𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐝𝐮𝐞.

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Draco POV

Lasciai la Stanza delle Necessità con un vuoto allo stomaco, avevo deciso di lasciare perdere Cassandra per darle avere un futuro più roseo di quello che poteva avere con me. Lei era davvero la mia piccola dose di libertà ma non potevo continuare a tradire Astoria all'infinito, avrei dovuto prendere una posizione e l'avevo fatto. Sapevo che Cassandra ci sarebbe rimasta male ma avrebbe capito un giorno, con me non poteva avere l'amore che lei sperava, mio padre si sarebbe messo in mezzo e sicuramente Cassandra avrebbe mollato al primo ostacolo. Mi pentivo del fatto di non averla conosciuta meglio ma forse era stata una fortuna, se mi fossi legato completamente a lei sarebbe stato difficile allontanarmi, non conoscevo i suoi sentimenti nei miei confronti ma sentivo che c'era qualcosa nel suo cuore. Preferivo che lo donasse a qualcuno in grado di darle tutto ciò che si meritava.

La scelta che avevo preso mi faceva sentire ancora più stronzo, Cassandra sarebbe andata al ballo con Blaise e lui era un bravo ragazzo in fondo. Non era mai stato fidanzato con nessuna, qualche flirt con Pansy ma nulla che lui ricambiasse davvero. Desideravo che Cassandra stesse bene e che fosse felice, non che riponessi la mia fiducia in Blaise, anche se mi infastidiva il solo pensiero di altre mani sul corpo perfetto di Cassandra, dovevo conviverci. Non avrei mai potuto lasciare Astoria per lei, neanche se lo volessi, adesso che sapeva tutta la verità speravo che mi dimenticasse presto e andasse avanti.

Il giorno dopo, a colazione, Cassandra non occupava il suo posto, neanche il giorno dopo e quello dopo ancora. In realtà non l'avevo vista neanche a lezione, mi sentivo un verme se pensavo che fosse rimasta in camera a piangere per colpa mia. Dovevo fare appello a tutte la mia forza di volontà per non forzare l'ingresso nella sua Sala Comune e assicurarmi che stesse bene.

Seduto al tavolo mi tormentavo con pensieri non troppo positivi, Astoria stranamente era taciturna ed io apprezzai il suo silenzio. Improvvisamente, nella Sala si alzò il bubbolio dei gufi il che significava posta. Alzai gli occhi al tetto e vidi il gufo della mia famiglia far cadere qualcosa davanti a me, era una lettera. La presi tra le mani e guardai il sigillo, una grande M era stampata sul fondo della cera verde. Nessuno mi scriveva mai quindi cominciai a preoccuparmi, presi la lettera e mi diressi fuori dalla Sala Grande, non volevo leggerla con gli occhi puntati addosso, chiunque sapeva che non ricevessi mai posta.

Mi appoggiai sul muro di un angolo e scartai la busta, presi il foglio tra le mani e cominciai a leggere.

Caro Draco
Non posso dirti cosa succede a casa ma non voglio che tu torni per le vacanze natalizie, rimani a Hogwarts, non preoccuparti.
Ti penso sempre, sii prudente psychi mou.

Fine. Era una lettera di mia madre e cominciai ad agitarmi come mai prima d'ora. Lei non mi aveva mai scritto in cinque anni, aspettava sempre il mio ritorno per le vacanze, non capivo cosa ci fosse di diverso questa volta. Pensai che fosse successo qualcosa con mio padre, quel pensiero mi fece battere il cuore fortissimo. Mia madre era da sola in casa con quel mostro. Non avrei mai seguito il suo consiglio, sarei tornato a casa per assicurarmi che tutto fosse sotto controllo, non potevo vivere senza sapere che lei stesse bene.

Richiusi la lettera e la misi in tasca, tornai in Sala Comune e mi sedetti al mio posto. Astoria parlava tranquillamente con Blaise ma l'argomento di cui stavano discutendo attirò la mia attenzione.

«L'ho invitata al ballo.» Sorrise Blaise, Astoria aggrottò le sopracciglia e lo guardò mentre mangiava i suoi waffles.

«Chi? La mezzosangue?» Blaise annuì. «Blaise ma sei scemo? Sai perfettamente che Pansy aspettava questo invito da un anno!» Astoria alzò gli occhi al cielo. Forse sarebbe stato meglio se avesse invitato Pansy.

Heart Of Glass; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora