𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞.

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«Avada Kedavra.» La maledizione senza perdono colpì in pieno il seguace di Voldemort. I due ragazzi si guardarono indietro e videro il corpo dell'uomo cadere ai piedi degli altri, non avevano assolutamente idea di chi fosse stato a lanciare quell'incantesimo.

«Corri, corri!» Cedric approfittò del momento e tirò forte Cassandra, non appena i due appoggiarono i piedi sul ponte, un urlo agghiacciante si espanse nell'aria, il marchio di Voldemort si dimenò fino a scomparire nel nulla. Cassandra si fermò e si voltò verso la foresta, i mangiamorte si ritirarono lasciando il corpo del compagno al proprio posto. «Andiamo da Silente.» Le loro mani erano ancora intrecciate, la paura possedeva il corpo di Cassandra incapace di muoversi, sentiva ogni parte di esso indolenzita.

«Cosa succede qui?» La McGranitt corse verso di loro, un'espressione di preoccupazione le adornava il viso pieno di rughe.

«Dobbiamo parlare con Silente.» Cedric disse alla donna, erano entrambi senza forze, pieni di lividi e completamente sudati.

«Certo, venite.» La professoressa si voltò e cominciò a camminare velocemente, Cassandra non parlava, era letteralmente sotto shock, le tremavano le mani e riusciva a malapena a respirare. Si rese conto in poco tempo di quello che fosse successo: Voldemort aveva mandato i suoi seguaci a cercarla. Era questione di tempo prima che il Signore Oscuro facesse un altro passo avanti.

La professoressa lasciò nell'ufficio di Silente i due ragazzi, il preside sarebbe tornato a momenti e Cassandra si sedette sugli scalini.

«Stai bene? La gamba?» Cedric si inginocchiò alla sua altezza mentre lei teneva lo sguardo fisso davanti a sé. «Cass.» Sussurrò lui accarezzandole i capelli, aveva smesso di tramare ma non riusciva a capacitarsi di come fossero usciti vivi da quella foresta. «Parlami, piccola.» Si fece più vicino a lei, Cassandra spostò lo sguardo su di lui e lo guardò con gli occhi lucidi, gonfi e rossi.

«P-potevamo... m-orire.» Balbettò con lo sguardo vuoto, Cedric la prese dalle spalle e la strinse sul suo petto. Cassandra riprese a piangere, sfogò tutta la sua paura, si sentiva impotente in quella situazione, avrebbe tanto voluto fare qualcosa e mettere un punto a quella storia.

Come se Silente sapesse, non entrò nel suo ufficio fin quando Cassandra non si calmò, Cedric l'aveva tenuta tra le sue braccia tutto il tempo, stretta a lui come se potesse scappare o semplicemente scivolargli via dalle braccia.

«Scusate l'interruzione.» La voce di Silente riecheggiò tra le mura del suo ufficio, Cassandra si tirò via da Cedric e si alzò con il viso arrossato dal pianto.

«Lei. Lei deve fare qualcosa, Voldemort deve morire, io non posso...non posso vivere così.» Sbottò furiosa, Cedric si alzò e si posizionò accanto a lei mettendole una mano sul braccio ma Cassandra fece un passo avanti. «Lei è il mago più forte del mondo, potevamo morire lì fuori e lei non c'era!» Alzò il tono della voce mentre la rabbia le scorreva nelle vene.

«Cassandra.» Silente si avvicinò ad una delle sue invenzioni. «Non possiamo intrometterci nel destino, esso deve seguire il suo percorso, tutto avrà un senso alla fine.» L'uomo parlava con una strana calma nella sua voce.

«Sì, quando moriremo tutti, uno ad uno per mano di Voldemort stesso!» Cassandra alzò le braccia e la voce, era così stanca dei suoi giochetti mentali. «A lei non importa un bel niente dei suoi studenti, non le importa di me.» Puntò il dito contro il suo petto.

«Cass...» Cedric le si avvicinò con calma. «Smettila.» Le sussurrò.

«No, è ora che faccia qualcosa, non vuole prendersi la responsabilità di ucciderlo e per questo motivo lascia a noi il lavoro sporco, è solamente un manipolatore!» Non c'era nulla al mondo in grado di far calmare quella ragazza, anzi forse una cosa c'era: Draco Malfoy.

Heart Of Glass; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora