𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐞𝐢.

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Cassandra POV

Le parole di quella ragazza risuonava nella mia testa insistenti e tristi. A cosa serviva piangere? Draco aveva fatto la sua scelta: rimanere con sua madre, ed era anche giusto, quella donna aveva dovuto vedere il proprio figlio venire picchiato dal suo stesso padre. Era quello il posto di Draco, accanto a sua madre. Io sarei rimasta qui ad aspettarlo, non mi sarei mossa, ero pronta ad accogliere il suo amore, non volevo altro, desideravo più di ogni altra cosa, averlo al mio fianco.

Mi sentivo triste, mi sentivo in trappola, ero convinta che, arrivata qui, ci sarebbe stato lui a darmi conforto e invece...

Volevo scrivere, avevo bisogno di buttare giù qualcosa e sfogare i miei sentimenti, le mie emozioni, così, presi il mio taccuino e mi sedetti alla scrivania. Ero da sola in stanza, Hermione era a cena e non sarebbe tornata prima di qualche ora, avevo assolutamente esigenza di scrivere qualcosa. Anziché sedermi sulla sedia, mi avvolsi nella vestaglia e mi sedetti sul davanzale della finestra, fuori pioveva a dirotto, mi sentivo come quelle ragazze nei film babbani che guardavano lì fuori con sottofondo una canzone tristissima.

«Beh, Cass, un po' triste lo sei.» Mormorai a me stessa sospirando, aprii il taccuino e cercai una pagina vuota.

Giorno 1.

Caro Draco

Sono passati sette giorni dall'ultima volta che ho sentito il tuo odore, a volte mi sembra di sentirlo quando cammino per i corridoi.

168 ore.

Lunghe e pesanti, proprio come lo è adesso il mio cuore.

Non stavo più nella pelle, sono venuta a cercarti ma tu non eri qui.

Qui dove avevi promesso di incontrarci, qui dove mi avevi fatto una promessa.

Quando ti rivedrò? Domani? Tra una settimana?

Come farò a sopravvivere senza il tuo sguardo addosso?

Mi manchi, Dray, come l'aria.

Fuori piove e vorrei tanto che tu fossi qui, basterebbe una tua sola parola per rimettere in sesto il mio cuore. I miei giorni diventeranno bui e tu non sarai qui ad illuminarli.

Buona notte, Draco.

Rilessi mille volte quelle righe mentre le lacrime mi scorrevano leggere sulle guance, sentivo il mio cuore avvolto dalla tristezza, non ero riuscita ancora a calmarmi, avevo impressa l'immagine del marchio di Voldemort, e ogni volta che ci pensavo, avvertivo un brivido freddo percorrermi tutto il corpo. Ero letteralmente spaventata da quella situazione, non sapevo come avrei potuto proteggere i miei amici e la mia famiglia.

Devi farlo, Cass, devi sconfiggere Voldemort.

La vocina nella mia testa per una volta aveva ragione, non avrei mai e poi mai potuto voltare le spalle a tutti loro, ero convinta che, insieme ad Harry, potessi porre fine alla paura delle persone, alla sofferenza e, finalmente, farli vivere senza il terrore di vivere come volessero. Se quel compito ricadeva su di me, allora l'avrei accettato e avrei reagito, non serviva a nulla piangere, bisognava rimboccarsi le maniche e andare a combattere.

Più tardi, aspettai che tornasse Hermione, avevo bisogno di parlare con qualcuno di cose normali. Preparai qualche cioccolatino e aspettai l'arrivo della mia amica. Il silenzio in quella stanza era pesante, mi guardavo intorno e mi sentivo sempre più sola, non avevo voglia di unirmi agli altri, il mio cattivo umore avrebbe suscitato domande scomode.

Heart Of Glass; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora