𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐧𝐨𝐯𝐞.

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Ma ciaooo adesso vi mostro un'immagine di come vedo io Cassandra. (Non conosco il nome della ragazza ma sto cercando di scoprirlo ahah)

 (Non conosco il nome della ragazza ma sto cercando di scoprirlo ahah)

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Draco POV

Il russare di Blaise, Tiger e Goyle non mi aiutava affatto a chiudere occhio, avevo perso la cognizione del tempo. Ero sdraiato sul mio letto a fissare il soffitto, per la testa mi vorticavano pensieri su pensieri. Era notte fonda e il mio cervello aveva deciso di non lasciami dormire neanche un paio di minuti. La stanza era completamente buia se non fosse per la candela che tenevo accesa sul mio comodino, mi voltai sul fianco e fissai la fiamma che ardeva. Avevo provato a chiudere gli occhi ed a concentrarmi ma nulla, tutti i ricordi peggiori facevano capolinea davanti i miei occhi.

Avevo rinunciato ad addormentarmi, mi capitava spesso. Dormivo si e no una volta ogni due giorni, avevo imparato ad ignorare la stanchezza che mi appesantiva durante il giorno, ci convivevo da anni ormai. A casa era anche peggio, dormire in un letto che non sentivo mio non mi dava pace, solo ad Hogwarts ogni tanto trovavo un po' di 'pace'. 

Rassegnato mi alzai dal mio letto, presi una giacca e la indossai poiché da un momento all'altro sarei uscito fuori dalla Sala Comune e mi sarei addentrato nei freddi corridoi del castello. Quando non riuscivo a dormire camminavo il più possibile fermandomi poi in un balcone alla fine del corridoio del quarto piano per godermi l'alba. Per molti il sorgere del sole significava un nuovo giorno, nuove possibilità e nuovi sogni ma per me era un altro ennesimo giorno nella mia gabbia astratta. Una gabbia che mi aveva tolto la voglia di andare avanti e che, ogni giorno, maledivo con tutto me stesso. Odiavo essere nato nella mia 'famiglia', molti avrebbero pagato oro per fare parte di una delle ventotto sacre famiglie ma per me era un incubo da cui non sarei mai potuto uscire, non vivo almeno.

Mai un ricordo felice, mai un momento di spensieratezza in quella casa grandissima e vuota e la situazione non era cambiata neanche al castello. Avere Astoria attaccata come una cozza ampliava ancora di più quell'incubo, non era lei il problema sia chiaro. Il problema era mio padre e ciò che da anni mi aveva obbligato a fare, il fatto era che per lui i sentimenti erano stupidi.

"L'amore? L'amore non esiste, esiste solo il potere e la gloria. Ciò che ti fa sentire vivo non è un sentimento ma ciò che sei in grado di fare, la paura che riesci a trasmettere anche solo con uno sguardo. È quello ciò che serve nella vita, ma tu non sei capace di far paura, sei troppo debole."

Debole. Secondo lui ero debole, troppo rammollito per reagire. Ma si sbagliava, avevo covato dentro un odio represso nei suoi confronti e soprattutto, avevo promesso a mia madre che un giorno avrei portato alla conclusione quel dolore che eravamo obbligati a subire. Un giorno avrei ucciso mio padre con le mie mani. Tutte le parole che negli anni mi aveva rivolto, tutte le frustate che avevo ricevuto e tutto il male che lui aveva fatto a mia madre, tutte cose che sarebbero venute ricompensate un giorno.

Heart Of Glass; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora