𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐚.

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Cassandra si addormentò piangendo, Draco le aveva fatto appoggiare la testa sul suo petto e la guardava dormire profondamente, le labbra di lei erano gonfie e rosse per via del pianto e lui non riusciva a smettere di pensare a come gli avessero potuto provocare piacere su tutto il corpo.

Cassandra dopo aver parlato con Cedric, si era allontanata dai corridoi principali e si era rifugiata nella Stanza delle Necessità. Magicamente le era apparso il bagno di casa sua, dove molte volte aveva commesso ciò che stava per commettere in quel momento. Cassandra si era seduta sul bordo della vasca e quella lama era posata sull'angolo di essa. Ripensava a quello che aveva provato in passato quando faceva passare quella lama sul suo polso, stava per ricadere nella tentazione. Aveva preso tra le dita sottili la lama, ci passò su il polpastrello per sentire che fosse affilata, poi la sistemò tra le dita e l'avvicinò alla pelle tesa del polso, le altre piccole cicatrici erano diventate ormai bianche e indelebili, ne avrebbe aggiunte altre?

Mentre si avvicinava sempre di più, aveva il cuore in subbuglio, non vedeva quasi nulla per via delle lacrime che continuavano a scendere. Il richiamo del suo nome però, la fece girare di scatto spaventata, tanto da farle cadere la lama nella vasca. Vedere Draco lì, in un momento del genere la fece sentire stupida, era come se, vedere il viso di quel ragazzo la riportasse alla realtà. Quella realtà che, però, voleva dimenticare per un po'. Cedric l'aveva praticamente abbandonata e quel dolore era troppo per lei e sapeva perfettamente come mettere a tacere quest'ultimo.

Draco la fissava incantato, nonostante il suo viso fosse maltratto dal pianto, rimaneva una bellissima ragazza, rimasero in quella posizione per ore, Draco a volte si addormentava con la guancia contro la testa di lei ma poi la sentiva agitarsi nel sonno e si svegliava e rimaneva a vegliare su di lei. La reputava una piccola creatura indifesa, qualcuno di cui prendersi cura ogni istante, ma non sapeva che non era affatto così. Il padre di Cassandra discendeva da una grande famiglia di maghi e il dono speciale che a lui non era toccato, era arrivato a Cassandra, rendendola molto più speciale di quanto non fosse già e soprattutto forte. Quella ragazza aveva superato infinite prove nella sua vita, la solitudine e il dolore avevano levigato il suo cuore, proprio come si fa con il ghiaccio, lei in fondo non avrebbe mai avuto bisogno di Draco.

L'alba nasceva più bella che mai all'esterno del castello, i due dormivano dolcemente avvinghiati. Cassandra aprì lentamente gli occhi e li chiuse immediatamente per il mal di testa, piano piano si tirò a sedere ma qualcosa la bloccava, abbassò gli occhi sulla sua pancia e vide il braccio di Draco. Si voltò verso di lui, aveva la faccia schiacciata sul cuscino e dormiva tranquillo. Da quando aveva lasciato Astoria e passava il suo tempo con Cassandra, dormiva bene e volentieri. Lei spostò lentamente il braccio di lui e si fermò sul bordo del letto, la testa le pulsava e non riusciva a formulare un pensiero. Si portò le mani alle tempie e le massaggiò, il suo stomaco brontolava e si ricordò che non mangiava da circa due giorni.

«'Giorno.» Sussurrò Draco assonato, Cassandra si voltò di scatto e lo vide con gli occhi semichiusi, senza camicia e con le braccia sopra la testa.

Wow. Fu l'unica cosa che riuscì a pensare Cassandra.

Draco sospirò e si avvicinò verso di lei, appoggiò la testa accanto alle sue gambe e la guardò dal basso.

«Come ti senti?» Le chiese alzando il braccio e spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, Cassandra lo guardava con occhi sgranati e le guance rosse. Le dita di Draco le sfiorarono lo zigomo e lei sussultò.

«B-Bene.» Bisbigliò lei inumidendosi le labbra. Draco si mise seduto reggendosi con un gomito.

«Ho sentito che hai fame.» Le sorrise cercando di alleviare qualsiasi dolore provasse. Cassandra si coprì la pancia con le mani e divenne ancora più rossa per l'imbarazzo. «Vieni, mangiamo.» Si alzò dal letto e si avvicinò allo stesso tavolino del giorno prima ma il cibo era totalmente diverso, come se la Stanza delle Necessità sentisse il bisogno di Cassandra di mangiare, nel vassoio spuntarono tutti cibi nutrienti e sani. «Forza, mangia.» Le mise il tavolino davanti e lui prese una sedia e si sedette difronte a lei. Cassandra lo guardò e cominciò a mangiare, in silenzio lei finì il cibo che aveva davanti mentre lui la guardava soddisfatto.

Heart Of Glass; Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora