Il giorno dopo, Draco si alzò dal letto dell'infermiera con una sensazione che gli schiacciava il petto, era il fatidico giorno e non riusciva a stare calmo, un minimo particolare fuori posto e sarebbe andato tutto storto. Non aveva intenzione di morire o far finire Cassandra nelle mani di Voldemort, quindi tutto quello che doveva fare era sperare che andasse tutto bene.
Era sabato, il che significava niente lezioni e studenti liberi di divertirsi. Draco stava percorrendo il corridoio fino alla Stanza delle Necessità dove vi era posto l'armadio svanitore. Nessuno lo degnava di uno sguardo, nonostante si guardasse intorno con fare colpevole. Quando si trovò all'interno della stanza, si avvicinò all'armadio, tirò via il telo che lo ricopriva e si inumidì le labbra, poi lo aprì e appoggiò sul fondo un biglietto.
«Harmonia nectere passus.» Bisbigliò chiudendo gli occhi e l'anta, aspettò qualche istante prima di riaprirlo. Al suo interno non c'era più il biglietto che aveva scritto ma un foglio di pergamena chiuso in due, il ragazzo lo prese tra le mani e lo lesse.
Foresta proibita a mezzanotte in punto.
Non capiva il motivo di quel messaggio, lui aveva scritto un biglietto per avere la conferma del via libera, riconobbe, in più, la calligrafia di sua zia Bellatrix. Che fosse andato storto qualcosa?
Non ne aveva idea. Richiuse l'armadio e portò con sé il foglio, il marchio continuava a portargli fastidio, la notte prima aveva provato a tagliarlo via con un piccolo coltellino ma esso non venne neanche scalfito, anzi, le ferite intorno si rigenerarono immediatamente. Odiava come si sentisse in continua connessione con Voldemort. Aveva passato la notte in infermeria per curare la spalla e la gamba, Cassandra non era venuta a fargli visita e nella sua testa continuavano a vorticargli le parole della ragazza. Aveva combinato un pasticcio e non sapeva come uscirne, la situazione gli era sfuggita di mano e aveva quasi rovinato tutto, pensava di aver spinto Cassandra tra le braccia di Aiden, e non trovava una soluzione ai suoi problemi e il tutto lo rendeva nervoso e agitato tanto da spingerlo ad isolarsi per tutto il giorno nella sua stanza.
Cassandra POV
In Sala Comune, io, il trio, Aiden, e il resto dei Grifondoro, stavamo festeggiando la vittoria del giorno prima, i gemelli avevano tirato fuori una bottiglia di scotch che avevano rubato a loro padre durante le vacanze natalizie. Non andare a fare visita a Draco mi era costato una notte insonne, mi sentivo in colpa per averlo lasciato lì da solo, ma non potevo fare altro. Doveva capire dove sbagliasse, qualsiasi cosa avesse passato a casa, non aveva a che fare con me, non doveva riversarmi addosso la sua frustrazione, io ero lì per lui, e cosa aveva fatto se non allontanarmi per l'ennesima volta?
«Forza, Cass, è il tuo turno!» Urlò Aiden da sopra il tavolino, mi allontanai dal mio angolino e mi avvicinai a loro. «Bevi questo.» Mi avvicinò un piccolo bicchierino facendo saltare fuori il liquido. «Cazzo!» Ridacchiò scendendo dal tavolino.
«Sei ubriaco?» Lo guardai meglio in viso accorgendomi delle scocche rosse che aveva sul viso.
«No, che dici.» Rise perdendo quasi l'equilibrio. «Bevi, avanti.» Mi avvicinò il bicchiere alle labbra, lo presi con la mia mano e lo mandai giù. «Batti cinque, stronzetta.» Alzò la mano un po' più sopra della mia testa, mi alzai sulle punte e battei il cinque.
«Dovresti smettere di bere.» Gli dissi ridacchiando nel vederlo sbattere le palpebre velocemente.
«Oh, ma dai, ci stiamo divertendo.» Passò un braccio sopra le mie spalle e ci avvicinammo ad Harry e gli altri. «Eilà, qui c'è una guastafeste.» Urlò stonandomi un orecchio, ci fermammo.
«Avanti, Cass, divertiti.» Ron mi mise un altro bicchierino tra le mani, li guardai con disapprovazione. «Smettila di fare la mamma e bevi.» Sospirai e mandai giù anche il secondo.
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Heart Of Glass; Draco Malfoy
FanfictionCassandra incontrò lo sguardo di Draco, e per la prima volta capì che tutto quello a cui fosse destinata, non contava. Lui era ciò che lei voleva, il desiderio che viveva in loro era più forte di quel progetto che le famiglie avevano disegnato per e...