Casa dolce casa

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*Buonasera*

Come promesso, il secondo capitolo di questa storia è online <3 spero tanto che anche questo aggiornamento possa piacervi, entusiasmarvi, appassionarvi sempre di più, spero che riesca a farvi emozionare, tenervi compagnia <3 

Grazie, un immenso grazie, a chi ha lasciato stelline e commentato il primo capitolo. Siete dolcissime, vi ringrazio per essere qui e per il vostro preziosissimo sostegno...non voglio deludere le vostre aspettative, continuate a farmi sapere cosa ne pensate! 

Buona Lettura, 

Al prossimo capitolo. 

Evelyn Ross

"Non sai che figura ho fatto con il nuovo Presidente! Succedono tutte a me!" tuonai frustrata ed imbronciata, gettando la borsa sui sedili posteriori della Fiat Punto di Amelia, che prese subito posto accanto a me, al lato del guidatore.

"Non dirmi che hai fatto qualcosa di sconsiderato e folle!" commentò lei, sgranando i suoi occhi castano scuro e facendo sobbalzare persino i suoi riccioli neri. Amelia era bassina e sembrava così piccola davanti lo sterzo che le arrivava quasi all'altezza della fronte!

Si mise la cintura di sicurezza come la sottoscritta e attivò i riscaldamenti ed i tergicristalli, dopo aver avviato il motore.

"Ho conosciuto il figlio del nostro ex Presidente e non è andata bene, gli ho dato del maleducato e..."

Amelia non finì la manovra che stava compiendo in retromarcia, frenò di botto e per poco non andai a sbattere contro il parabrezza, fortunatamente ci pensò la cintura di sicurezza a tenermi ancorata al sedile e a dividermi in due il petto, come si fa con un petto di pollo dal macellaio!

"Ti sei forse ammattita? Da quando rispondiamo a qualcuno in questo modo?" sottolineò con cipiglio severo.

"Io...io...spero che non mi licenzino." farfugliai a disagio, con una mano sulla fronte alta e ampia, che mi ritrovavo da quando ero nata.

Lei scosse la testa e sospirando riprese la manovra, uscimmo dal parcheggio riservato al personale.

"Non lo faranno, vedrai...metterò una buona parola con Alfred se ce ne fosse bisogno." cercò di tranquillizzarmi, ma con scarsi esiti.

La ringraziai comunque con un sorriso spontaneo e colmo di gratitudine. Lei era un'amica vera, unica e sincera, l'unica che mi fosse rimasta accanto dopo aver conseguito il diploma. Tutte le altre erano state ammesse in College prestigiosi dislocati in tutta America, ed avevano volontariamente fatto dividere le nostre strade. Noi eravamo le povere e le perdenti senza futuro, loro le ricche e con un radioso futuro all'orizzonte.

Restammo in silenzio per un po', il rumore dei tergicristalli attivi era l'unica cosa a tenerci compagnia. Il parabrezza si  appannava di continuo, faceva davvero molto freddo.

"Lasciami qui, tesoro, prendo del pane e torno a casa." le dissi all'improvviso, le strade erano così trafficate! Non mi andava di costringerla ad accompagnarmi fin davanti casa, dopo una giornata così pesante!

"Guarda che posso portarti anche fin dentro casa, non devi preoccuparti. Ti aspetto!" mi ammonì lei con lo sguardo, intuendo i miei pensieri.

"No, sul serio...torna a casa da tuo marito! E' giusto così! Una passeggiata potrà farmi solo del bene, mi aiuterà a schiarirmi la mente." affermai decisa, sganciando la cintura di sicurezza e scendendo agilmente dalla sua auto, che aveva accostato lungo il marciapiede di destra. Le quattro frecce erano attive per segnalare una sosta provvisoria agli altri automobilisti di passaggio.

Ti affido ogni cosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora