Villa Rivera

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                       *Buonaseraaaaa*
Non so come vada da voi, ma qui da me fa un freddo polareeee!
Non avrei dovuto pubblicarlo oggi, ma voi siete così dolci e cari che proprio non sono riuscita a dire di no!

Grazie perché siete qui, grazie perché dedicate del vostro tempo alla mia storia, grazie perché illuminate quella stellina...che segna il vostro gradimento e passaggio, grazie per i vostri bellissimi commenti, spassosi, simpatici, intuitivi, grazie per i vostri pareri e...soprattutto grazie a voi, perché questa storia sta crescendo...di visualizzazioni, stelline e commenti!
Siete adorabili e vi voglio bene, davvero!

Spero di non deludere le vostre aspettative, faccio del mio meglio.

Buona lettura,
Vi consiglio di leggere il capitolo sotto una copertina, a letto o sul divano...caldi, caldi, così da rilassarvi un pò, anche se la parte finale del capitolo sono sicura che accenderà la vostra ansia!

Al prossimo capitolo,
Un bacione grandissimo

*****

Evelyn Ross

Passeggiavamo da diverse ore per le vie del centro, accumulando un quantitativo di acquisti così elevato da richiedere gentilmente l'aiuto dell'autista di Julia.

Paul era un uomo dai capelli brizzolati, sulla cinquantina, una persona per bene, che aveva sempre un sorriso radioso sulla faccia.

Lavorava con onore e piacere per questa famiglia, e ciò mi faceva salire un moto d'orgoglio e di gratitudine così elevato da finire per sfogarlo su Jay, che riempivo di baci in continuazione.

Ero felice! Finalmente più serena!

Jay portava nel sangue la gentilezza Rivera,  era un bambino prodigio, dolce e altruista come pochi.
Di solito, i bimbi della sua età tendevano sempre ad avere tutto per sé, lui no...
condivideva le sue cose con piacere, pensando agli altri per prima, persino al suo peluche preferito.
In quel momento, Tox stava facendo un giro sulle giostre insieme a lui, il suo dinosauro preferito era un suo inseparabile amico!

"Anche Will adorava i dinosauri da bambino e non andava matto per le verdure." affermò Julia, mentre osservava suo nipote in giostra.
Jay era super contento, stava girando e facendo su e giù, seduto in una mini-ferrari, rossa scintillante.

"Lo stai davvero viziando oggi, Julia, non dovevi..." la ringraziai io, grata per quanto stesse facendo per noi. La metà degli acquisti fatti erano per Jay. Mio figlio aveva praticamente un guardaroba invernale nuovo grazie alla nonna paterna.

Dopo il quinto o sesto giro sulle giostre, passammo davanti al Palazzo di Vetro per qualche minuto. Rimasi in auto con Jay, davanti quell'ingresso maestoso e lussuoso, e mi chiesi cosa stesse facendo Will.

Mi ritrovai a pensarlo nel suo ufficio, in piedi, magari intento a pensare davanti a quel meraviglioso panorama oltre le vetrate...
Per più di una volta quella mattina, anche per via degli occhi di nostro figlio, mi ero ritrovata a pensarlo, Jay gli assomigliava sempre di più, praticamente era lui...in miniatura.

Ed io...non sapevo più cosa fare, nelle ultime ore mi chiedevo spesso se avessi fatto la scelta giusta nel mantenere segreto quel loro legame, così profondo.

"Scusami, dovevo accertarmi di una cosa..." si scusò Julia, rientrando in auto. Il piccolo Jay ritornò nel mezzo, tra me e lei.

"Non preoccuparti, tutto bene?" m'informai, curiosa...notando i suoi occhi castani un po' pensierosi.

"Certo, pensavo di aver lasciato le chiavi di casa mia nell'ufficio di Akim, ma devo essermi sbagliata. Proseguiamo la nostra giornata." decise, ritrovando il sorriso.

Ti affido ogni cosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora