Decisioni e minacce

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*Buonasera*

Sono in ritardo, chiedo scusaaa, spero tuttavia che voi siate ancora qui a leggere e commentare questa storia! 

In questo capitolo vedremo come...nooo, meglio non dirvelo!

 Buona lettura, 

non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, 

al prossimo capitolo, 

un bacissssssimo

un bacissssssimo

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Evelyn Ross

"No, nessun disturbo...entra pura!" abbaiò Mister Divino, con uno sbuffo in grado di sollevargli quella ciocca ribelle dei capelli biondini riposta sulla sua fronte.

Akim annuì, ma nei suoi occhi azzurri c'era un'ombra di profonda tristezza.

Non sembrava tranquillo e gentile come al solito, ma ansioso e preoccupato...era successo qualcosa? Qualcosa di brutto?

Non appena entrò nell'ufficio di suo fratello, mi fu chiaro il motivo di tanta tristezza e preoccupazione.

Dietro di lui...c'era un ragazzo, molto singolare, dai capelli biondi e occhi neri, ma dall'aria per nulla amichevole, aveva la fronte madida di sudore, era vestito in maniera elegante, raffinata, e la sua mano destra si adoperò subito a richiudere la porta dell'ufficio di William. Sembrava minacciare Akim con qualcosa di molto, molto pericoloso...

Dio mio...indietreggiai con il cuore in gola e gli occhi fuori dalle orbite.

Quella era una pistola?

Una vera pistola? Come quelle della polizia? Come quella nei film thriller?

Quel ragazzo teneva premuta la canna della pistola contro la schiena di Akim, esattamente sotto la sua giacca grigia, all'altezza del fondoschiena, ma era facile intravederla, stringeva il calcio di quell'arma con una presa ben salda.

Era stato davvero molto bravo a non farsi scoprire dai dipendenti del Palazzo di Vetro operativi fuori da quest'ufficio.

Iniziai così a tremare come una foglia, nascondendo nuovamente ed immediatamente la chiavetta di Luke Rivera, che avevo ancora tra le mie mani, nella tasca della mia divisa da lavoro.

"Mi dispiace di questo increscioso inconveniente, ma dovevo incontrarti..." esordì in tono mellifluo, costringendo Akim ad avanzare verso la scrivania in acciaio e vetro del fratello.

"Signorina, le concedo tre minuti di tempo per uscire da questo ufficio, senza andare a spifferare cosa ha appena visto..." consigliò alla sottoscritta, senza degnarmi di uno sguardo.

Spostai lo sguardo su William, rimasto fino a quel momento impassibile e silenzioso...a pochi passi da me.

"Puoi andare." confermò lui, con un tono profondo e cupo che non ammetteva repliche. I suoi occhi azzurri erano fissi in quelli neri del ragazzo misterioso, che stava minacciando apertamente di sparare suo fratello.

Ti affido ogni cosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora