Cliché

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Sembra banale, scontato, già sentito. 

14 Aprile, 6 del mattino. Una ragazza con i capelli lunghi e le punte un po' rovinate siede scomposta ai piedi di un grosso masso a Central Park, si è tolta le scarpe e in mano ha un bicchiere di vetro macchiato di rossetto, portato via da un bar qualsiasi.

E' sola e continua a pensare che apparirebbe più interessante con un libro in mano, magari con le pagine un po' ingiallite, pensa anche che dovrebbe imparare a fregarsene dell'opinione della gente ma non riesce a farne a meno, mentre il vento continua a spettinarle i capelli e non lo sopporta. 

Non si accorge quasi mai dei dettagli ma, per una ragione inspiegabile, abbassa lo sguardo e nota un'incisione sulla roccia, ci fa caso perché è solo una lettera, una A, l'iniziale del suo nome.

"Un libro" una voce profonda rompe il silenzio.

Lei alza subito lo sguardo, quasi intimorita, poi sorride, arrossendo leggermente: "come?"

"Un libro, ti manca solo un libro in mano per essere..." fa una pausa "un cliché"

Sul volto della ragazza si dipinge un'espressione perplessa.

"sì..." continua lui "la bella ragazza a piedi nudi nel parco, che sorseggia vino bianco e legge un vecchio libro" la guarda e sorride con gli occhi.

"Il libro è una scusa" fa lei.

"Una scusa?"

"Sì insomma, quello che basta per far avvicinare il ragazzo e chiedere "che leggi"?"

"Ah... vuoi dire un'esca. In questo caso però non è servito. È bastato..."

"Cosa è bastato?"

Tu, sei bastata tu. Lo pensa ma non dice niente. Gli basta sorridere.

Lei sente una fitta in mezzo al petto. Forte. Tanto forte da spingerla a premerci sopra una mano.

"Tutto bene?" La guarda lui preoccupato. "Il fatto che ti sia vicino ti sconvolge così tanto?" ridono entrambi.

"Sai che ore sono?" La riporta alla realtà.

Lei scuote la testa e si rende conto di essersi persa, ancora una volta, nel silenzio della notte.

Di lì a poche ore suo padre sarebbe uscito dalla porta a vetri di un bar, con in mano un doppio espresso, la fronte corrugata e un giornale sottobraccio.

"Dobbiamo sbrigarci, ancora non mi sembra vero" 

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