Atterraggio

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Am è sollevata ma al cuore le resta aggrappato il presentimento che quella conversazione sia solo l'inizio di qualcosa di cui ancora non sa assolutamente niente e, inerte, non può che crogiolarsi nella preoccupazione legata a una fitta trama di parole in sospeso e segreti.

Se non altro, aver parlato con il "commercialista morto" l'ha distolta dall'incessante flusso dei maledetti pensieri che non si scollano dalla sua testa e dal suo ventre. 

Che schifo.

C'è qualcosa di così strano in quello che è appena avvenuto...insomma, incontra su un volo intercontinentale un tizio già visto prima, che le ricorda tantissimo un commercialista che i suoi genitori le avevano raccontato fosse morto anni prima. Potrebbe sbagliarsi, potrebbe non essere lui... eppure il tizio si alza e le chiede se si sono già visti prima. 

Dio santo, cosa cazzo c'è dietro a tutto questo?

Aspetta, ha detto di essere un medico. Sarà vero?  Ok, ammettiamo che sia un medico. Mia madre urlava straziata perché il medico è morto. Ma non è morto. Che qualcuno fosse malato?  Ma chi?

L'ansia le divora lo stomaco come colta da una fame insaziabile.

Ripete a se stessa le parole: andrà tutto bene, che le aleggiano nei polmoni trasudando banalità.

Le ore successive trascorrono velocissime, come divorate dall'angoscia.

E' incredibile come, qualsiasi cosa succeda nella sua vita, lui le rimanga comunque in mente...

Potrebbe crollarle il mondo davanti e continuerebbe a pensare "lui che sta facendo? Perché non mi scrive?" 

Che cazzo di schifo. Sono proprio ridicola, una stupida e ridicola imbecille.

Cosa significa, davvero, debolezza?

Si sente la testa in una morsa, cazzo è insopportabile. Odia le voci che le aleggiano intorno, le odia al punto da volersi alzare e prendere a pugni ogni singola persona. Non la lasciano pensare... che poi pensare a cosa? forse sarebbe più corretto dire autocommiserarsi.

Tenta di cacciare via quella sensazione di disagio che le comprime il petto respirandola via dal naso, come fosse aria. Ma, pesante, quel groppo le torna dentro come il fumo dopo una serata fuori.

L'aereo atterra sobbalzando un po', il pilota non è molto delicato nella manovra di atterraggio ma la gente applaude lo stesso, battendo le mani come un branco di foche in amore, come se avesse assistito a uno spettacolo entusiasmante.

Ma che problema hanno? L'applauso per cosa? Perché il pilota non ci ha fatti schiantare al suolo? Ah grazie.

Mentre scende fa di tutto per evitare di incrociare anche soltanto lo sguardo di quel "tizio strano" ma si sente il suo addosso. Ha la bocca impastata ma desidera ardentemente una sigaretta.

Mentre è in coda per uscire dall'aeroporto, pieno di gente che cammina in ogni direzione, di persone che avrebbe voglia di prendere a spallate pur di uscire da quel posto immediatamente, le viene in mente un'immagine.


Lei, ballerina stanca, avvolta nel rosa stretto sulla pelle

Calze bianche sulle gambe intrecciate in una

Farfallina ordinata

Piedi tra le mani affusolate

Lui, pirata coi capelli intrisi di sale

Pantaloni strappati sulle gambe magre divaricate

In posizione scomposta

A guardare il mare

Eppure, sebbene siano linee parallele continuano ad attrarsi come calamite in una giostra maledettamente infinita. Basta così. Momento poetico finito.

Il sudore le imperla la fronte e le appiccica le cosce sotto quei pantaloni larghi neri, col cavallo basso. Chissà perché poi si dice cavallo...

Adesso non le rimane che trovarsi un posto dove stare, dormire ed elaborare qualcosa... anzi, prima di tutto orientarsi e capire cosa fare. 

Che poi Filippo dove cazzo è finito?

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