Central Park è deserto, mentre la luce dei lampioni colora di bianco la notte dei due amanti insonni. Finalmente New York chiude le palpebre, lasciando spazio ai tiepidi silenzi del buio. Sembra impossibile, la città si sta addormentando, sfinita dopo un'altra frenetica giornata.
Vorrei avere la mente vuota ma la sento, sta arrivando. Mi blocca la gola, maledetta ansia.
"Che ne dici se ci sediamo? Non ti fanno male i piedi?" Le sussurra Filippo, gettando un'occhiata premurosa agli eleganti stivaletti di Am, che annuisce lasciandosi cadere sull'erba, fredda.
È una sensazione che le dà la nausea, quella che prova. Le avvolge il petto e si arrampica in gola. Le affanna il respiro, prepotente. È ansia.
Non la accetta, non la metabolizza, cerca di sostituirla con un pizzico di superficialità e una buona dose di umorismo. È questo che la rende così leggera agli occhi della gente.
"Ma quando arrivano i leprotti?" Eccola qua, la leggerezza le stampa un sorriso da ebete sul viso, che un attimo prima era segnato dalla preoccupazione.
"I... cosa?" Ride Filippo.
Quante stronzate sparo...
"I leprotti, i leprotti. L'ho visto in un film. La notte, mentre nessuno guarda, mentre nessuno può vedere... Central Park viene invasa dai leprotti."
"Tu non sei normale"
"Aspetta, forse non era Central Park... forse non era neppure New York"
Ridono di gusto mentre l'inquietudine si dissolve, delicatamente, in una nuvola di divertente vacuità.
"Chiudi gli occhi" Filippo le sfiora le palpebre con i palmi "Non barare, chiudi gli occhi" sorride mentre si distendono, abbracciati. "Allora... riesci a vederli?"
"Che cosa?"
"Come cosa? I leprotti scema!"
Asseconda la mia follia. Quanto mi piace...
"Hai ragione, scusa"
All'improvviso, mentre tengono gli occhi chiusi, accoccolati sull'erba fredda di Central Park, e cercano di immaginare quegli stupidi leprotti, qualcosa solletica la caviglia leggermente scoperta di Amelia.
Ma cosa?
È un animale.
"Oh cazzo" - Amelia balza in piedi mentre il cuore per poco non le esce dal petto.
"Ma che succede?"
Appena realizza inizia a ridere così tanto da finire di nuovo per terra, con le gambe per aria.
"Uno scoiattolo. Mi ha spaventata un fottuto scoiattolo"
Il tempo resta sospeso, in bilico tra sogno e realtà, appeso nel buio della notte, aggrappato alle risate di due sconosciuti a cui viene naturale tenersi per mano e ridere fino alle lacrime. Due pezzi di un puzzle di cui non sapevano neanche di far parte.
Eppure è così difficile trovarsi, riconoscersi, intrecciare le proprie dita a quelle di un altro in un contesto in cui quasi niente combacia e la serietà avvolge i petti della gente.
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Sete
RomanceOrmai non lottiamo più per nulla, ci accontentiamo della copertina, della superficie. Amelia, con la società dell'apparenza, ci va a nozze. Recita una parte, nascondendo il suo viso leggermente asimmetrico, dietro una linea perfetta di eye-liner e i...