"Ho la gola così secca che berrei qualsiasi cosa" sorride lei, mentre il barista versa un'orrenda poltiglia trasparente in un calice leggermente ingiallito e scheggiato sul bordo.
Il respiro le impasta la bocca, affannato, nervoso, instabile mentre afferra il bicchiere in mano.
Che robaccia - butta giù un sorso corposo di quella bevanda indefinita, mentre la vista inizia ad annebbiarsi. I contorni del bancone sono evanescenti e di fronte a lei, sfocati, una fila di volti conosciuti la scrutano, perplessi.
Sente il bisogno di prendere aria, respirare a pieni polmoni, uscire.
"Io, io... torno subito" balbetta barcollando all'indietro verso l'uscita.
Cristo, la testa mi si sviterà dal collo. Non è vero che reggo bene il vino bianco, non è vero per nulla.
Sente chiamare il suo nome ma ormai sta varcando la soglia. La nausea imperversa, prende il sopravvento, le attorciglia lo stomaco in un nodo fastidioso.
Inciampa sul gradino rovesciando metà del bicchiere sul marciapiede, niente sembra reale.
Ed ecco di nuovo il rumore metallico. Bip bip bip. La testa sta per esploderle, la regge con le mani come se avesse davvero paura di perderla per strada.
Adesso l'ansia si mescola alla nausea e al mal di testa e, all'improvviso, il buio.
La voce di Filippo è così lontana. "Amelia! Riesci a sentirmi?"
Perché non riesco a parlare? Le labbra di Amelia restano serrate, nonostante gli sforzi.
"Amelia?" La voce di Filippo cambia, sembra più profonda, sembra quella di suo padre.
Le palpebre sono chiuse, come sipari.
Ecco, di nuovo quella sensazione.
"Ho sete" riesce finalmente a scollare le labbra fra di loro. Ha un filo di voce.
"Avete sentito? Ha parlato!"
Questa voce è quella... aspetta cosa? Mamma?
Apre e chiude gli occhi, la luce le annebbia prepotentemente la vista rendendo i contorni delle cose evanescenti. Si trova in una stanza con le pareti bianche, spoglie. Intravede un mazzo di fiori... delle rose color arancio di cui riesce a sentire il profumo, quasi fruttato.
"Signori, per piacere... cercate di lasciarla respirare" è la voce di Simone, la riconosce perfettamente. Dietro di lui riconosce il facchino dell'hotel.
Ma perché indossa un camice? Cristo, è un infermiere! Dio mio, questa è la stanza di un ospedale!
I suoi occhi si schiudono affaticati, mentre una lacrima le solca il viso e gli oggetti si fanno più nitidi. In piedi, davanti al letto su cui è stesa ci sono i suoi genitori, più veri che mai.
"Dio, Amelia... non ti svegliavi più" la voce calda di sua madre le entra dentro, le riempie il cuore.
Ho sognato finora?
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Sete
RomanceOrmai non lottiamo più per nulla, ci accontentiamo della copertina, della superficie. Amelia, con la società dell'apparenza, ci va a nozze. Recita una parte, nascondendo il suo viso leggermente asimmetrico, dietro una linea perfetta di eye-liner e i...