Confusione

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Sul volto, gli angoli della bocca si sollevano leggermente.

Afferra l'orologio, è proprio come lo ricordava. Lo sfiora delicatamente, mentre l'oro le si riflette negli occhi. Preme la levetta sulla parte superiore facendo scattare lo sportellino, che si apre. La lancetta dei secondi è bloccata e il quadrante leggermente scheggiato.

D'un tratto le nota, eccole lì, a caratteri tondeggianti, impresse sull'oro, le iniziali F.L.

Non ho sognato.

"Permesso?" Una voce interrompe il silenzio, facendo sobbalzare Amelia sul letto.

È un'infermiera.

"Allora, controlliamo un po' questi valori"

"Mi... scusi, sa dirmi chi ha lasciato questo?" Domanda stringendo in mano l'orologio.

"Sai che è un bel mistero? Non lo avevo neanche notato... suppongo lo abbiano lasciato qui i tuoi genitori"

"Ma... non è un oggetto di famiglia"

"Signorina... non pretenderai di ricordarti ogni dettaglio della tua vita un attimo dopo un intervento del genere"

Amelia accenna un sorriso.

"Che ne dici?" Continua l'infermiera "Faccio rientrare tua madre? Te la senti? Mi sembra così preoccupata"

"Va bene"

Non torna niente. Le iniziali di Filippo impresse sull'orologio che ho raccolto alla signora in quell'hotel. Nessuna altra traccia di lui. Il facchino è un infermiere...

La madre di Amelia entra spalancando la porta.

"Ehi, eccomi di nuovo qui" sorride. "Cosa tieni in mano?" Le sfila l'orologio dalle mani fredde.

"Dio mio, è bellissimo! Cos'è? Un regalo?"

"Tu non... non sai chi lo ha appoggiato sul mio comodino?" Sospira Amelia con un filo di voce, la fronte corrugata, gli occhi rossi e lucidi.

"Dio, Am, sembri sconvolta!" La donna le prende il volto tra le mani.

"Non ho mai visto quest'oggetto in vita mia" aggiunge poi.

"Non potrebbe averlo lasciato qui qualcuno?"

"Beh, è possibile" le sorride la madre "Posso abbracciarti?"

"Fa' piano..."

D'un tratto capisce, c'è un modo per scoprire cosa è davvero successo. Deve parlare con Simone.

"Mamma, potrei parlare col medico? Ho bisogno di sapere di più dell'intervento, di capirci qualcosa" Abbozza un sorriso, dopodiché si passa la lingua sulle labbra secche.

"Ma certo, vado a controllare se è disponibile"

L'impazienza le si annoda nella gola, ingarbugliandosi fino al petto ma, pochi attimi dopo, Simone compare sulla porta. Mentre si avvicina nota che è diverso da come lo ricordava, la barba è più lunga e sulla guancia destra ha un neo rotondo, che non aveva mai notato.

"Come procede signorina?"

Anche la voce è diversa.

"Le sembrerà strano ma ho bisogno di chiederle se abbiamo già parlato prima della mia situazione"

"Nessuna stranezza, sarai un po' scombussolata. Sì, ne abbiamo parlato"

"In che occasione?"

"Beh prima che tu ti sottoponessi all'intervento. Nel mio studio, naturalmente" l'uomo le strizza l'occhio, con fare malizioso.

"In che... paese?" Azzarda lei.

"Ma cosa farfugli?" ridacchia "in Italia naturalmente..."

Cristo, deve piacergli questo avverbio

Tuttavia, mentre il volto di Amelia si dipinge di delusione, Simone le afferra la mano.

"Ehi... per quanto riguarda quella faccenda, non ti preoccupare non ne farò una parola con nessuno" dopodiché lancia uno sguardo all'orologio e aggiunge "Tienilo da parte, è davvero un oggetto prezioso" e si allontana senza lasciare ad Amelia il tempo di controbattere.

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