L'uomo morto

30 5 2
                                    


Era inverno, si ricorda l'albero di Natale, la sensazione di aver mangiato troppo, l'odore del caffè. Dio, devono essere passati almeno 10 anni, fa una fatica immensa a ricordare.

"Am, ti presento il nostro commercialista... è un vecchio amico di famiglia" La voce di sua madre le riecheggia nella mente provocandole la pelle d'oca.

Del nome nessuna traccia nella sua mente.

Ha sempre odiato ricevere visite in casa, specie da persone che non conosce. Si ricorda perfettamente la sensazione di fastidio, il sorriso forzato, la voglia di starsene tutta sola in camera. 

A questa immagine se ne sostituisce subito un'altra che, prepotentemente, piomba dalla testa al petto.

 L'urlo di sua madre, forte, nel cuore della notte. 

Si ricorda di aver avuto il cuore in gola, di essere saltata giù dal letto, di essere corsa in camera dei suoi, di aver spalancato la porta. 

Ci sono immagini che non si cancellano, restano come macchie e ci sporcano dentro. Possiamo provare a metterle da parte, a costruirci sopra nuovi ricordi, possiamo provare a soffocarle ma il nostro inconscio le tirerà sempre fuori nei momenti più inaspettati e saranno loro a soffocare noi. Sono corde che si annodano attorno alla gola.

Sua madre, distesa per terra sul lato destro del suo corpo, con le mani chiuse a pugno tra petto e pancia, la fronte rigata dalle vene, le lacrime che riempivano il viso sottile.

Lei era rimasta pietrificata, in piedi, sulla porta... con il petto che le esplodeva e le mani paralizzate.

"Che... succede?"

Qualcosa di inspiegabile le impediva di avvicinarsi, aveva paura.

"Am, sai che la mamma non sa gestire le emozioni... è successa una cosa che ci ha un po' scossi, ne parleremo domani a colazione", le aveva detto suo padre dopo averla presa per mano e averla condotta fuori dalla stanza.

Il giorno seguente le dissero che il commercialista era morto. 

La morte improvvisa di una persona che si conosce fa gelare il sangue nelle vene, è vero. Ma la reazione di mamma non è un tantino esagerata? Aveva pensato. Nemmeno fosse un parente o, che so, un amante... 

Da quel giorno la madre di Am non era più stata la stessa, qualcosa, nei suoi occhi grigi, era cambiato. Un velo sottile li aveva coperti di tristezza e delusione.

Il respiro le si affanna e le impasta la bocca mentre, con le mani che iniziano a tremare, si stropiccia gli occhi spargendosi il trucco su tutta la faccia. 

Ma cosa cazzo... Quello non è morto, è sul mio aereo. 

Il cuore le pulsa in gola così forte che, per un attimo, pensa che se non si calma lo sputerà fuori. Ha bisogno di alzarsi. Dio come ci vorrebbe una sigaretta... ma indovinate un po', siamo su un aereo, il fumo non è concesso.

Ok, calma. Calma. Adesso mi alzo e vado in bagno, dato che il mio stomaco ha appena deciso di accartocciarsi. Emotiva del cazzo. Sta per alzarsi quando realizza una cosa: per qualche assurda ragione i suoi genitori si sono inventati che quel commercialista (ammesso che sia veramente tale) sia morto. Non sa quanto possa essere una buona idea che lui la veda. Insomma se lei lo credeva morto, a lui, sul suo conto, cosa possono aver riferito?

Scatta in piedi non appena vede un passeggero alzarsi, in modo da dare meno nell'occhio e si autoimpone di non voltarsi mai ma, proprio come Orfeo, guidata da un impulso incontrollabile, gira la testa nella sua direzione. È solo un attimo ma i loro sguardi si incrociano.

L'odore, nauseante, le si incastra nelle narici e le viene voglia di vomitare mentre nota, guardando la sua immagine sullo specchio opaco e sporco del microscopico gabinetto, che il mascara le ha coperto metà guancia. Così, si stropiccia via tutto con indice e medio e respira via l'ansia che, con la velocità con cui l'acqua sulla riva del mare torna a bagnare la sabbia, riappare a gonfiarle il petto in pochi secondi. Poi, all'improvviso, sente bussare alla porta del bagno. E i colpi, a uno a uno, la fanno trasalire arrampicandosi fino al cuore e restandovi aggrappati. 

"C'è qualcuno?" Una voce profonda, maschile. Che sia lui? 

Pochi istanti prima i loro sguardi si sono incrociati.. lui deve averla riconosciuta. Forse è su quell'aereo perché cerca proprio lei, o magari cerca i suoi genitori e lei rappresenta un ostacolo. Dio santo, devo smettere di guardare quelle merdate thriller su Netflix.

L'immagine dell'uomo di cui non ricorda il nome che batte con il suo grosso pugno sulla porta le pietrifica ogni centimetro del corpo, mentre il cuore pulsa a tal punto che Am giurerebbe di averne sentito il rumore.

Con la voce che trema come la fiamma di una candela consumata balbetta un "occupato, eccomi", prende fiato e spalanca la porta con un gesto che se nella sua mente appare eroico, dall'esterno si palesa come buffo e impacciato. 

SeteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora