A stento si accorge di essere arrivata, nonostante si trovi, per la prima volta, nel posto che ha dipinto con i colori più belli i suoi sogni fin da quando, con il viso scaldato dalla luce dello schermo della tv, aveva dovuto litigare con la mamma per restare ancora in piedi, soltanto per vedere i protagonisti di un film baciarsi, la vigilia di Natale, al centro della pista di pattinaggio sul ghiaccio di Central Park.
Adesso è spaventata, è sola e non riesce a concentrarsi su niente. Così, esce dall'aeroporto, con finto passo deciso, e si infila su un taxi a caso, biascicando parole in un inglese insicuro, indeciso e con una pronuncia decisamente forzata.
Si fa lasciare a Central Park, semplicemente perché ha sempre voluto vederlo e le sembra giusto fare due passi, rilassarsi, per poi infilarsi in un bar con il wifi e cercare un posto in cui stare.
È stata lì almeno mille volte, una per ogni film che ha visto, una per ogni foto che ha guardato con gli occhi, color miele, lucidi: ed è così... pittoresco. Pittoresco? Chi usa più la parola pittoresco?
Non è come in un film, la gente le passa accanto e non si accorge neppure di lei. Si sente piccola, insignificante, si sente come "compressa"... è più o meno la sensazione che prova un bambino quando entra, per la prima volta, a scuola, ed è tutto così dannatamente alto, enorme.
Allora, allora... come li posso trovare senza che sospettino niente né si accorgano di me? Come posso sapere in che hotel alloggiano? Come trovo una sistemazione per me?
Quel cazzo di abbonamento che ho voluto così tanto, sì... quello che le "regala" oltre un giga al giorno - scavalcata l'Europa - non serve a niente.
Il suo credito è insufficiente e così, l'unica cosa da fare è infilarsi in un bar. Non le va bene un bar qualsiasi, principessina dei miei stivali, lei vuole entrare nel bar figo, quello in cui ogni singolo volto è illuminato dallo schermo del proprio Mac, in cui la luce delle mele dietro ai pc è quasi più forte di quella del sole, quello in cui un panino costa 10 dollari... però ha "quei tavolini in legno così carini".
"Pago questi" mormora porgendo al cassiere un tramezzino con il salmone - tanto per cambiare - e una bottiglietta d'acqua.
Lui le accenna un sorriso forzato - non c'è niente che lei odi di più della finta gentilezza.
"La password del wifi?"
"Eccola" si limita a dire, con un'unica parola, che in realtà nasconde un "come hai fatto a non vederla deficiente?" E indica la scritta, sotto al menù.
Si aspetta chissà quanti messaggi e invece soltanto due: uno della sua amica Camilla, che le chiede – letteralmente – che diavolo di fine abbia fatto e che ne è stato del proposito di andare a quella festa universitaria, l'altro è di sua madre... le chiede come sta e le dice di essere seriamente preoccupata, non riesce più a contattare l'imbecille con cui l'ha costretta a rimanere.
Dio, è proprio stupido... ed oltre che stupido non ha proprio palle. Se si è accorto della mia assenza evidentemente ha paura delle possibili reazioni della mamma, e ovviamente ha deciso di rendersi "incontattabile" per evitare di rispondere a domande sconvenienti. E va bene... cogliamo la palla al balzo:
"Mamma, tutto bene... anche se non riesco a prendere sonno"
Bella giocata, per lei sono in Italia, non certo in un bar a Central Park - col fuso americano.
E aggiunge "Posso chiamarti in hotel?"
Forza, rispondi. Ok... sta scrivendo, Dio santo! Quanto ci vuole a scrivere il numero dell'hotel?
"Non siamo in hotel, piccola. Ti chiamo io più tardi. Ora cerca di dormire"
E adesso? Niente panico, si tratta solamente di aspettare qualche ora.
Si vergogna così tanto a stare in mezzo agli sconosciuti... la naturalezza è un concetto davvero inesistente quando non è da sola.
Molto bene, cerchiamo di sfruttare il wifi per trovare una sistemazione. Non ha molti soldi a disposizione.
Filtra la ricerca in base al prezzo e riesce a trovare un BeB non poco distante a piedi, con valutazioni ottime. Perché no?
Fa per alzarsi ma una mano maschile le preme sulla spalla, trasale.
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Sete
RomanceOrmai non lottiamo più per nulla, ci accontentiamo della copertina, della superficie. Amelia, con la società dell'apparenza, ci va a nozze. Recita una parte, nascondendo il suo viso leggermente asimmetrico, dietro una linea perfetta di eye-liner e i...