Mischiarsi

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"A proposito" le sfiora con la mano la coscia, insaccata nei leggins aderenti, "ti ho preso una cosa" e le porge una barretta ai cereali.

Quanto vorrei baciarlo

L'hotel è letteralmente a due passi, pochi minuti dopo il taxi accosta di fronte alla vetrata di un grattacielo.

L'insegna Riu Plaza New York Times Square Hotel, grande, le illumina gli occhi mentre le gambe le tremano per l'emozione e le labbra leggermente socchiuse le disegnano, sul volto, l'espressione di una bambina.

"Quanto sei buffa" ride Filippo, facendole cenno di seguirlo, mentre si avvia verso la reception.

Al soffitto altissimo della hall, sono appese file di luci calde che, come stelle, cadono in una sala che ricorda un dipinto moderno.

"La signorina è con me" dice, con una pronuncia inglese così ridicola che Am non riesce a smettere di ridere. Lui le tira una gomitata.

"Il suo nome?" - il viso tondo della receptionist, una giovane donna con gli occhi nascosti dietro alle lenti spesse di un paio di occhiali con la montatura nera, sbuca da un computer nero.

"De Biasi" dice lui con voce profonda "La prenotazione è a nome De Biasi"

Aspetta, che? Qualcosa non torna.

Amelia ripensa alle iniziali scritte sul foglietto.

F.L. sono sicura.

Aggrotta le sopracciglia, perplessa.

"Amelia? Serve un tuo documento" le bisbiglia Filippo.

"Ecco qua"

"Insomma... De Biasi?" Sospira lei, mentre preme il tasto 7. Il colore dell'interno dell'ascensore, in legno, le ricorda lo zucchero caramellato.

Lui alza le spalle e, mentre le porte si chiudono, le afferra il piumino leggero e la attrae a sé, stringendole la nuca con la mano, grande. Le labbra si mischiano con passione mentre i corpi si incollano, incastrandosi come pezzi di un puzzle. L'eccitazione le si propaga fin dentro le dita delle mani, intorpidite, mentre un suono metallico scandisce l'arrivo al piano.

"Non smetterei mai" dice lui, separandosi lentamente da lei e mordendosi il labbro inferiore.

Am si limita a sorridergli, come incantata.

Oh mio Dio, torna in te.

La stanza è molto femminile, il copri piumino è segnato da una linea lilla che riprende il colore dei cuscini.

"Sono senza parole" esclama Am, scrutando il quadro sopra il letto. Raffigura il ponte di Brooklyn. "Giuro, non mi sembra vero essere qui... Tirami un pizzicotto"

"Quanti ne vuoi" sussurra lui, chiudendo la porta con un calcio e avvicinandosi maliziosamente alla ragazza.

Come - cazzo - faccio a non cedere. Pensa lei, mentre Filippo la punzecchia. Nell'espressione di lui si mescolano divertimento e desiderio mentre Am avvampa bruscamente.

La mano di lui le stringe il collo, sale dal petto mentre i corpi si attraggono magneticamente. Sono calamite. Il cuore le batte come una violenta pioggia di grandine e l'eccitazione le esplode nel corpo, accendendolo, coprendolo di fiamme, bruciandolo.

Con il palmo le avvolge la schiena sotto la maglia, mentre lei indietreggia lentamente.

Dio, che caldo pensa sfilandosi il piumino, che cade ai piedi del letto - i respiri si affannano.

Le gambe di Filippo si intrecciano alle sue, facendole percepire il violento desiderio di lui.

Mi gira la testa, cazzo.

Un attimo dopo lui le solleva le mani e la getta sul letto - vestiti per aria, corpi che si mischiano come fili di un gomitolo.

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