L'orologio

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"Mamma" sospira con un filo di voce "cosa è successo?"

"L'intervento è andato alla grande, tesoro!"

"L'intervento?"

"Sì, i medici dicono che in pochissimo tempo potrai fare qualsiasi cosa! Non sei contenta?"

"S-sì ma... quale intervento?"

Una fitta alla testa la induce a chiudere violentemente le palpebre.

"Oh, tesoro" la madre di Am le stringe la mano destra con dolcezza "Non ricordi? L'intervento al cuore... il trapianto"

Il trapianto?! Dio mio... ma quanto ho dormito?

"Oh Amelia... sembri sconvolta. Forse è meglio se ti lasciamo riposare, che ne dici?"

La ragazza annuisce con la testa, ha il volto pallido e due cerchi blu disegnati sotto gli occhi stanchi. Il padre la bacia con affetto sulla fronte, prima di allontanarsi dal suo letto.

"Solo una cosa mamma..." dice mentre i genitori e gli infermieri si dirigono verso la porta.

"Qualsiasi cosa tesoro, dimmi"

"Filippo?"

La parola vibra nell'aria, venendo avvolta da un silenzio inaspettatamente doloroso.

"Chi?" la madre corruga la fronte perplessa.

Come sarebbe chi? - Vorrebbe urlare - Oh Cristo... e se non esistesse? Se... avessi davvero sognato tutto quanto?

Le labbra le rimangono incollate.

"Tesoro ora sei stanca, riposa un pochino. Più tardi parleremo un po', che ne dici?"

Riposare? Ma se ho dormito un'eternità?!

Amelia cerca di tirarsi su, in maniera scomposta.

"Ah, dimenticavo" dice sua madre mentre afferra la maniglia della porta "Gabriele ti ha lasciato dei fiori... voleva vederti ma gli ho detto di ripassare stasera"

Gabriele? Quell'egoista che mi ha lasciata per non avere pensieri? Andiamo bene...

"Va bene... senti non potrei riavere il mio telefono?"

"Certo, è nella borsa... te lo tiro fuori in un attimo"

Il silenzio piomba sulla stanza, bianca, non appena la porta si chiude.

E va bene, cerchiamo di capirci qualcosa - sospira la ragazza tra sé, digrignando i denti per il mal di testa.

Scorre le notifiche a una a una. Nessun messaggio di Filippo, nessuna traccia. Niente.

Sono almeno stata in America? Cristo, era tutto così... reale.

Il cuore nuovo tamburella come se le fosse sempre appartenuto.

Ma come cazzo è possibile? Ci siamo scritti dei messaggi... ho condiviso la mia posizione con lui.

Preme sull'icona verde di Whatsapp. Continua a trascinare dall'alto verso il basso l'indice sullo schermo mentre la fronte le si imperla di sudore.

Sfinita, con le lacrime che premono per uscire, affaticando gli occhi già rossi, sbatte il telefono sul comodino bianco.

Aspetta un momento - si volta di scatto. Ed eccolo lì, scintillante, l'orologio da taschino del sogno, che ticchetta proprio accanto a lei, a ritmo del rumore metallico che proviene dalla macchina che monitora il suo cuore.


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