Una folata di vento freddo spalanca la porta d'ingresso dell'hotel, distogliendo da lei l'attenzione di Filippo. Si girano tutti verso la porta, rabbrividendo.
Quando la ragazza si accorge che lui non la sta più guardando le viene l'impulso di nascondersi dietro lo schermo del telefono, come se potesse, così, "proteggersi".
Niente, lui non si gira più. Il petto le brucia così tanto che vorrebbe colpirselo con un pugno, per sovrastare il dolore che, dall'interno, promana così violentemente.
La guarda un secondo, le sorride con la timidezza di un perfetto sconosciuto, si volta, e segue il padre, a sedere su un divanetto.
Ha cambiato idea. O...Forse non ha ancora avuto il coraggio di parlare a suo padre... il che sarebbe comprensibile, dato che sono rientrati così tardi. "Ma allora perché non me lo ha sussurrato, perché è stato così indifferente?"
È in confusione, non riesce a darsi pace. Lui continua a restare lì seduto, a fare conversazione come se nulla fosse, nemmeno una volta i loro occhi si intrecciano, nemmeno per errore, nemmeno per caso.
È a questo punto che le balena nella testa un pensiero davvero inquietante che la demoralizza più dell'idea che lui non voglia più partire con lei.
Se si fosse sognata tutto?
Ma è assurdo, al momento di aprire gli occhi, dopo una dormita, si comprende immediatamente cosa fa parte del reale e cosa invece dell'onirico. Oppure no?
Mentre pensa, fa scrocchiare le dita e una ragazza, vicino a lei, inorridisce. Quanto è invadente la gente. Pensa sempre di avere il diritto di esprimere la propria — negativa — opinione. Di poter guardare con disgusto qualsiasi sconosciuto, di tirare spallate senza nemmeno voltarsi a chiedere scusa, mentre quando si tratta di gentilezza dovrebbero istituire, alle olimpiadi, la categoria "tirarsi in dietro", ci sarebbe decisamente tanta competizione.
Un ragazzo con le spalle piccole ed una giacca rossa di due taglie più grande, alza in aria un cartello e fa cenno di seguirlo. È il momento di partire, questa volta per davvero.
Non fa caso alle persone che la circondano, riconosce solo una coppia che aveva visto il giorno prima e la ragazza che le sedeva accanto in aereo, che saluta con un sorriso.
Filippo e il padre sono davanti a lei e ogni centimetro del loro corpo urla indifferenza nei suoi confronti. Vorrebbe piangere dalla rabbia.
Al momento di salire sul pullman, però, la valigia di lui si incastra su un rigonfiamento della moquette delle scalette. Amelia, d'istinto, si china per aiutarlo, lui si gira e la guarda intensamente accennando un sorriso, tanto da cancellare tutti i pensieri negativi... nessuno dei due dice una parola.
Durante il tragitto, controllare l'ora ogni tre minuti premendo il tasto centrale del cellulare aiuta, almeno apparentemente, Amelia a convincersi di poter arrivare prima a destinazione.
Ogni centimetro della sua pelle grida impazienza, irritazione e inquietudine.
I corpi seduti delle persone sul pullman sobbalzano in avanti simultaneamente con così tanta coordinazione da apparire manovrati da fili invisibili mossi dalle stesse mani.
I caratteri cubitali della scritta Airport schiacciano il debole cuoricino di Amelia. Quando uso parole come questa (sì, mi riferisco a cuoricino) vorrei mettere in chiaro una cosa - che probabilmente ai più svegli sarà già lampante - sono sottilmente ironica. C'è qualcosa di strano e vagamente insopportabile in chi non capisce l'ironia...
Filippo è il primo ad alzarsi, a passo veloce si dirige verso l'uscita e, quando le passa accanto, lascia cadere, con indifferenza, un bigliettino, che cade sulle gambe, lunghe e ancora accavallate, di lei.
Il biglietto è una parte, strappata male, di un foglio a quadretti blu, piegato in maniera frettolosa.
Amelia, con l'impazienza di un bambino che scarta i regali la mattina del 25 dicembre, lo apre, voltandosi verso il finestrino, come se stesse facendo qualcosa di proibito.
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Sete
RomanceOrmai non lottiamo più per nulla, ci accontentiamo della copertina, della superficie. Amelia, con la società dell'apparenza, ci va a nozze. Recita una parte, nascondendo il suo viso leggermente asimmetrico, dietro una linea perfetta di eye-liner e i...