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RAINER POV
<<cosa c'è che non va sei giù di morale>> dissi a Gabi che camminava accanto a me per andare all'allenamento.
<<la zia è veramente preoccupata, dice che sembri un altra persona da quando sei tornato dall'isola>> disse lei a sguardo basso
<<suo figlio è partito dodicenne ed è tornato un uomo adulto, è normale che sia preoccupata>> dissi io ridacchiando, beh la verità è che aveva ragione, neanche io ormai mi conoscevo più.
<<stai mentendo su qualcosa>>
<<ah si e su cosa?>> chiesi io ridacchiando.
<<questo io non posso saperlo, ma zia sembrava averlo capito>> disse lei
<<mmh>> mugoliai io e basta.

<<oh buongiorno>> disse Colt a Galliard appena entrò nell'ufficio di Zeke.
<<gli ufficiali di Marley?>> chiese Galliard sedendosi su una sedia.
<<non sono in questa stanza e poi che male c'è a bere un po' di the insieme>> chiese Zeke sorridendo.
<<tranquillo Galliard non mordiamo>> disse T/N seduta sullo stesso divano dove Pieck stava stesa.
<<allora, dopo questa battaglia abbiamo capito che le armi da guerra in futuro annienteranno i giganti, e un indebolimento di Marley mettertene a rischio stesso la sopravvivenza di noi eldiani, la nostra razza verrebbe cancellata, l'unica soluzione è fare in modo che Marley ottenga il fondatore e le risorse naturali di Paradais il prima possibile, ma per prima cosa dobbiamo raccontare al mondo che cosa quell'isola rappresenta, ogni storia ha bisogno di un narratore>> disse lanciando una foto sul tavolo.
<<e la famiglia Tyber svolgerà questo ruolo per noi>>
<<i possessori del gigante martello?quei Tyber?>> chiese Colt stupito.
<<in effetti I Tyber non hanno mai usato il potere del del loro gigante contro le altre nazioni e nella grande guerra fra i giganti sono stati loro a scacciare il re Fritz, sono molto influenti all'estero>> disse Pieck
<<...quindi il mondo sarà costretto ad ascoltarli>> disse T/N
<<bravissime le nostre due ragazze! è proprio così!>> disse Zeke sorridendo.
<<i Tyber hanno sempre vissuto nel lusso delle proprie proprietà, adesso devono tornare a plocamarsi eroi?>> chiese Galliard seccato.
<<non è un po' troppo comodo?>>
<<ma tu hai sempre qualcosa da ridire?>> gli chiese T/N seccata.
<<capisco quello che provi, ma anche loro sono preoccupati per Marley la nostra patria!>> disse Zeke serio.
<<se servirà a salvare la patria Marleyana allora ben venga>> dissi io interrompendo tutti.
<<noi collaboreremo con la famiglia Tyber>>
<<ben detto, presto si terrà un grande festivale qua all'imperio, ci saranno persone importanti e giornalisti di persone estere, li loro faranno una dichiarazione e cioè che entro un anno conquisteremo l'isola di Paradais, i destini dei Marleyani e degli eldiani dipenderanno da questa missione, non possiamo fallire ancora, per il futuro di Marley la nostra patria, dobbiamo unire i nostri spiriti come fossero uno solo>> disse Zeke guardando dalla finestra.
<<si...hai proprio ragione Zeke>> disse T/N quasi acida, ma che gli prendeva? ultimamente si comportava sempre in modo così strano quando c'era di mezzo Zeke...gli piaceva? no no non credo, dopo Jean ha iniziato a rifiutare tutti i suoi pretendenti a masse.

T/N POV
stavo pedinando Zeke? si, cosa era successo? quella scimmia troppo cresciuta non me la raccontava giusta, sapevo che stava nascondendo qualcosa, riuscivo a notarlo dai suoi atteggiamenti.
mi nascosi dietro una colonna e lo vidi entrare in una stanza, però prima di farlo si guardò attorno come se stesse controllando che nessuno lo inseguisse.
aprì la porta della stanza lentamente per non farmi sentire e mi nascosi sotto ad un tavolo.
<<signor Zeke, il piano è pronto e il suo complice si trova già la, sta andando tutto per il verso giusto>> disse una voce femminile come da un telefono o un trasmettitore.
<<fantastico Yelena, ora vado, non voglio che qualcuno mi becchi qui>> disse lui salutando la donna.
Yelena? perché questo nome mi sembrava così famigliare, e soprattuto chi era?
Zeke si alzò dalla scrivania e si diresse verso la porta.
appena la aprì mi spostai di poco perché mi stavo facendo male alla gamba, ma in conseguenza andai a sbattere la testa da sotto al tavolo e la lampadina che c'era sopra esso cadde facendo un rumore assordante.
Zeke si girò di scatto ed io mi tappai la bocca con le mani, cercando di raccogliermi il più possibile per nascondermi.
il ragazzo si avvicinò al tavolo e si guardò attorno, sistemò la lampadina e alzò le spalle, per fortuna c'era il velo della notte a coprirmi e a nascondermi dalla sua vista, a parte che era anche mezzo cieco ma vabbè.
Zeke uscì dalla stanza e chiuse la porta, a chiave.
uscì dal mio nascondiglio quando sentì finalmente i suoi passi allontanarsi e provai ad aprire la porta con scarsi risultati.
<<merda...>> mi guardai attorno nella speranza di trovare una finestra ma nulla.
oltre che non vedevo assolutamente niente per via del troppo buio.
presi la lampadina che avevo prima fatto cadere dal tavolo e la accesi, mi faceva a mo di torcia.
vidi una libreria dietro al tavolo dove mi ero nascosta e la aggirai, dietro di essa c'era un'altra scrivania con un registratore.
mi misi seduta sulla sedia e appoggiai la lampada alla scrivania.
non sapevo bene come funzionassero sti cosi ma ci provai comunque.
cliccai un pulsante a caso e partì improvvisamente un messaggio.
<<signor Zeke, abbiamo fatto come ha chiesto, abbiamo ucciso il comandante e fatto un patto con gli eldiani dell'isola ma ancora non ci ostinano a farci vedere Eren Yeager>> disse la voce della stessa donna di prima, lèssi una data sotto...tre anni fa precisi.
ascoltai un altro messaggio.
<<ho incontrato personalmente Eren Yeager, e di nascosto, gli ho parlato del vostro piano e sembra aver accettato>> poi un'altra ancora.
<<Eren sarà a Marley, verrà li e attaccherà quando tutti meno se l'aspettano, passo e chiudo>> ma che cazzo stava facendo Zeke?
sentì dei passi venire verso la porta e un rumore di chiavi.
mi alzai di scatto dalla sedia e la prima cosa che vidi fu un mobile molto ampio.
spalancai lo sportello e mi ci chiusi dentro.
la porta si aprì e Zeke ritornò nella stanza, guardò il registratore confuso, merda lo avevo dimenticato aperto.
<<eppure mi sembrava di averlo chiuso>> disse spegnendolo, sistemò la sedia e poi prese un raccoglitore dentro l'armadio.
se ne stava finalmente per andare quando si bloccò si scatto a guardare la lampada che avevo rigorosamente lasciato la, che genio, iniziai a sudare freddo, ti prego no ti prego no.
<<chi va l->>
<<signor Zeke! siamo in ritardo la prega faccia più in fretta siamo già in ritardo!>> disse un soldato da fuori la porta.
<<si arrivo!>> gli rispose Zeke correndo fuori dalla stanza e dimenticandosi quasi di quel piccolo particolare, appena la porta si chiuse io uscì da quel mobiletto buttando un sospiro di sollievo.
mi guardai attorno cercando una via di fuga, qualsiasi via di fuga, e poi vidi le chiavi della stanza sulla scrivania...questo voleva dire che, la porta era aperta.
mi catapultai fuori dalla stanza e la chiusi alle mie spalle, controllai che non mi aveva vista nessuno e poi iniziai a vagare un po' in giro.
improvvisamente arrivai davanti ad un altra porta socchiusa, portava ad un seminterrato.
sentì il rumore di un fucile che veniva caricato...aspetta cosa?

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