«Tutti vogliono un lieto fine, giusto? Ma le cose non vanno sempre così. Forse stavolta. Spero che se... ascolterete questo messaggio, sia per festeggiare. Spero che le famiglie siano riunite, spero che sia tornato tutto, che si sia ristabilita qualcosa che somigli ad una versione normale del pianeta, sempre che sia mai esistita.
Che mondo meraviglioso. Che universo ora. Se mi avessero detto, dieci anni fa, che non eravamo soli, di altre forme di vita, figuriamoci! Non- non sarei rimasto sorpreso, ma dai! Chi immaginava le... forze epiche dell'oscurità e della luce che entrano in gioco. Nel bene e nel male, questa è la realtà in cui Peter e Morgan dovranno trovare un modo per crescere. Così ho pensato... meglio registrare un salutino in caso di una prematura dipartita. La mia, intendo. Insomma, non che la morte non sia sempre prematura. Il viaggio nel tempo che tenteremo di fare domani mi... mi sta facendo perdere il sonno con questo fatto della sopravvivenza, ecco il problema. Ma il compito dell'eroe è questo. Una parte del viaggio è la fine. Ma perché questo trip, tutto andrà esattamente come deve andare.»
Tony si alzò, e si avvicinò al punto esatto in cui Peter e Morgan sedevano sul divano «Ti amo tremila.»
Fine dell'ologramma.Steve avrebbe voluto che il funerale avesse luogo sulle spiagge di Malibù, o a Brooklyn, dove tutto ebbe inizio. Ma sapeva anche che quel piccolo angolo di paradiso era la loro casa, e così, decise di svolgere la funzione lì, sulle sponde di quello splendido lago che Tony amava. Una corona di fiori cingeva il reattore di Tony, non solo il simbolo di Iron Man, ma quello di un uomo che aveva dato la vita per la sua famiglia, per l'universo, e per lui. Con movimenti lenti, Steve scese i gradini del porticato, percorse una piccola stradina e fermò sulle sponde del lago. Lì posò quella splendida corona di fiori sulle sue acque, e la guardò allontanarsi trasportata dal vento che soffiava mite. Tutte le persone che avevano sempre costellato la loro vita erano presenti: Bucky, Fury, Clint, Banner, Thor, i Guardiani, Scott, Happy, Pepper, Strange, Wong, T'Challa, Sam, Wanda, Peter, Morgan e molti altri ancora. E in qualche maniera, il capitano si convinse che perfino Natasha, pur anche solo nello spirito, era lì a rendere omaggio a quell'eroe caduto, un amico, un padre e un marito.
Il capitano si alzò, inspirò profondamente mentre con gli occhi guardava la corona di fiori allontanarsi dalla riva. Che cosa avrebbe fatto adesso? Tony... lui... Dio! Perché? Perché?! Sarebbe potuto morire chiunque, ma non Tony, non lui! E adesso, la sua vita era vuota come lo era stata molti anni addietro. Quei sentimenti di solitudine stavano lentamente riaffiorando nel suo cuore, e questa volta non sarebbe bastato tornare sui propri passi, non sarebbe servito a niente crogiolarsi in un ricordo. Quello avrebbe fatto soltanto più male. Tony era morto. Il suo Tony era morto! E per quanto avesse voluto piangere, urlare, distruggere tutto quello che gli apparteneva nel vano tentativo di cancellare quel ricordo, a nulla sarebbe bastato tutto questo. Nulla lo avrebbe più riportato indietro.Passarono i giorni, che divennero settimane, poi mesi, ed in fine anni. Morgan era cresciuta, e quello era il suo terzo anno di vita senza il suo papà. Steve aveva messo via lo scudo, non voleva più essere Captain America. C'erano tanti altri eroi nell'universo adesso, e il mondo avrebbe dovuto imparare a fare a meno di lui. Passava le sue giornate in maniera solitaria, ormai era diventato quasi un fantasma. Ed erano rare le volte in cui lo si vedeva vagare per la casa, ancor di più quelle in cui lo si sentiva parlare. I suoi occhi erano spenti, il suo volto completamente inespressivo. Aveva provato a reagire, a dimenticare, ma era stato tutto inutile. Come si poteva dimenticare un'amore così imperfetto e puro? Come avrebbe fatto a lasciar andare il fantasma dell'uomo che gli aveva stravolto la vita? Quella era l'unica cosa che ancora lo teneva ancorato ad un'esistenza che altrimenti sarebbe risultata inutile. Non Peter, ne Morgan, anche loro avrebbero imparato a fare a meno di lui. E nelle notti di luna, quando le stelle brillavano limpide e lontane, il capitano rimaneva sveglio ad osservarle come se stesse cercando la luce dei suoi occhi tra queste. Le guardava rivivendo i ricordi del passato, una vita lontana che gli era scivolata tra le dita. E le osservava con sguardo triste e malinconico mentre, come un sussurro, gli sembrava di udire la voce del meccanico, «Sono bellissime vero?». E ricordava quelle parole, quelle notti passate ad osservarle risplendere nei suoi occhi nocciola, il mistero della pallida luna, la sua luce specchiarsi nell'acqua, mentre i loro corpi si univano sotto le lenzuola. Chi altro avrebbe potuto condividere il letto con lui ora? E per un breve istante, la sua mente tornò a quell'unica notte passata con Bucky, e pensò che forse lui poteva essere la sua possibilità di tornare ad essere felice. Ma in cuor suo sapeva fin troppo bene che quella storia apparteneva ad un'altra vita, e che la felicità che aveva perso, era in grado di dargliela soltanto Tony. Così pianse sotto il brillare di quelle stesse stelle, che pallide si spegnevano sotto la luce del sole che stava nascendo.
"Una nuova alba..." pensò Steve alzando la testa e guardando la luce che cominciava ad illuminare il cielo "Ma tu non sei qui per vederla."
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Fire on Fire
FanfictionDAL CAPITOLO 5: «Io ti ho odiato Steve - riprese Tony - non ho mai odiato nessuno nel modo in cui ho odiato te. E Dio! Vorrei poterti odiare ancora, ma non posso... Non ci riesco». È il 1991, sono appena iniziate le vacanze di Natale, e gli studenti...