13 - Il ladro e la luna

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I marciapiedi erano pieni di persone, e le strade erano intasate dal traffico. Tony e Steve cercavano a distanza il soggetto, mentre Natasha, dalla stanza in hotel, li guidava per le stradine.
«Alla prossima girate a destra» gli disse lei attraverso l'auricolare.
«Ricevuto» rispose fermo Steve.
La strada dentro cui si erano infilati era piccola e piena di gente. Tony tirò fuori il cellulare e guardò i messaggi. Vide una nuova notifica da parte di Natasha.
«Che cosa vuole ora la tua ragazza?» chiese Steve con un tono sarcastico.
«Steve...» gli rispose Tony fulminandolo con lo sguardo.
Il capitano lo guardò, un ghigno divertito comparve sul suo viso, mentre Tony lo guardò leggermente in cagnesco, per poi riabbassare lo sguardo e sorridere alla frecciatina diSteve, mentre guardava che cosa gli aveva inviato.
«Guarda - gli disse Tony porgendogli il telefono - è lui che stiamo cercando».
«Di quand'è questa foto?» chiese Steve restituendogli il telefono.
«Dieci minuti fa».
«Sbrighiamoci» disse allora il capitano.
Presto, si ritrovarono in una piccola piazza affollata dove, al centro, vi era un piccolo banchetto della frutta.
«Dividiamoci - disse Steve mentre si guardava intorno - così copriremo più spazio».
«Tieni aperto il canale di comunicazione» gli disse Tony allontanandosi.
Uno ad uno, Steve e Tony guardarono e scrutarono ogni singolo volto di ogni singola persona che si trovava in quella piazza, ma nessuna sembrava essere quella che cercavano. Ben presto si rincontrarono. Si guardarono negli occhi, le loro espressioni facevano trasparire chiaramente il fatto che la loro ricerca non aveva avuto i frutti sperati, quando improvvisamente, lo sguardo del capitano venne catturato dalla figura di un individuo alquanto sospetto. L'uomo era in piedi davanti al banco della frutta. Indossava un cappello da baseball nero e una giacca in pelle scura. Teneva una mano nascosta in tasca, mentre con l'altra, prendeva delle susine.
«Tony...» lo chiamò Steve.
Tony si girò e guardò nella direzione in cui il capitano stava guardando.
«Io credo...» disse piano Steve.
«Aspetta Steve. Non ne siamo sicuri... Aspettiamo che si giri» disse Tony a bassa voce.
L'uomo si voltò, allontanandosi dal banchetto. Teneva la testa bassa ed era impossibile riuscire a vedergli il viso, quando a Tony, improvvisamente, venne un'idea.
«Rimani qui» disse al capitano mentre, con passo deciso, si avvicinava all'individuo.
Steve lo guardava avvicinarsi a quell'uomo. Non riusciva a capire cosa stesse passando per la mente di Tony, ma era preoccupato. Tony si avvicinava con passo svelto, ormai era vicinissimo a quel misterioso individuo quando, intenzionalmente, gli diede una spallata. L'uomo si voltò e squadrò Tony che, incurante, tirò dritto per la sua strada. Poi, l'uomo con il cappello si voltò e guardò dritto davanti a lui. In quel piccolo frangente, Steve riuscì a vedere il suo volto, e impallidì. Quell'uomo con il cappello era Bucky. Si, lo avevano trovato, ci erano riusciti. In quel momento, il cuore di Steve scoppiò di gioia nello scrutare, in mezzo alla folla, quegli occhi glaciali.
«Allora Steve?» chiese Tony attraverso l'auricolare.
«È Bucky» disse Steve.
«Ne sei sicuro?».
«Si».
Tony si voltò e raggiunse il soldato, mettendogli una mano sulla spalla «Fremati, Manchurian Candidate» disse con tono fermo.
Il soldato si bloccò. Riconobbe quella voce, come riconobbe l'uomo dagli occhi azzurri che, ben presto, si ritrovò davanti.
«Bucky...» disse Steve in un sospiro.
«Perché continui a chiamarmi con quel nome» ringhiò il soldato.
«Si, questo lo abbiamo capito. Ma dobbiamo comunque parlare» disse Tony dietro di lui.
«Che cosa volete da me?» chiese il soldato voltando appena la testa in direzione di Tony.
«Risposte - disse lui - Ma sei fortunato... Adesso abbiamo altro a cui pensare» concluse poi, guardando oltre la spalla del soldato.
Steve si girò, dietro di lui, dall'altra parte della piccola piazza, vide Brock che, in mezzo alla folla, era riuscito a trovarli e che adesso, con passo minaccioso, si stava dirigendo verso di loro.
«Steve - disse deciso Tony - prendi Bucky e vattene da qui».
«Cosa?! - disse Steve girandosi - Non ti lascio qui, non se ne parla!».
«Devi. Non hai il tuo scudo e ho bisogno di qualcuno che tenga d'occhio il soldatino» disse Tony guardandolo serio negli occhi.
«Non ho bisogno di una balia!» ringhiò il soldato.
«Ascoltami attentamente. Qui non sei più al sicuro. Vedi quel signore laggiù? È venuto qui per riportarti da dove vieni e farti qual si voglia tipo di cosa ti facciano quando ti riportano in quel maledetto nascondiglio. Quindi decidi, o vai via con lui o vieni via con noi!» disse Tony con tono rabbioso.
«Chi mi dice che non stiate lavorando per loro» sibilò il soldato.
«Nessuno. Ti puoi solo fidare» concluse Tony.
Il soldato lo guardò negli occhi. Vi vide una sorta di fuoco che li animavano, una fiamma maestosa e letale che lo avrebbe bruciato, ma che comunque gli infondeva una sensazione di sicurezza che mai aveva sentito in vita sua. In qualche strana maniera, era come se lo avesse già incontrato da qualche parte, così come l'uomo dagli occhi azzurri che era con lui, e stranamente, di loro si fidava.
«D'accordo...» disse il soldato.
«Bene. Steve, portalo via» disse deciso Tony sorpassando Steve e il soldato.
«Tony!...» disse il capitano girandosi verso di lui preoccupato.
«Non ti preoccupare - disse Tony togliendosi gli occhiali e alzando una mano - Ho il mio asso nella manica».
Improvvisamente, qualcosa sfiorò la tempia del capitano, e sul braccio del meccanico comparve un pezzo dell'armatura di Iron Man. Poi, un'altro, e poi un'altro ancora. In meno di un minuto, Tony era completamente avvolto da quella splendente armatura lucente. Il capitano lo guardò per un breve secondo, poi prese Bucky per la manica della giacca, e di corsa si allontanò. Tony agganciò Brock, fece un paio di passi in avanti per poi azionare i propulsori degli stivali, alzarsi leggermente in volo e scagliarsi contro l'agente con un potente pugno. Brock lo schivò appena in tempo. Li in mezzo a quella piazza che, all'improvviso, si era completamente svuotata, Iron Man si stava scontrando con il suo ennesimo nemico.

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