«Non possiamo lasciarlo così, dobbiamo trovare una soluzione» disse Peter guardando Banner dritto negli occhi.
«Hai ragione, manca moltissimo anche a me. Ma io non sono Tony Stark, non posso riportarti indietro nel tempo.»
«Si, ma se usassimo le gemme- »
«Le gemme non funzionano così, ragazzo.» disse Barton.
«E poi, le ho riportate indietro io stesso.» concluse Bucky.
Peter sbuffò «Ci dev'essere una soluzione...»
Bucky si alzò dalla colonna su cui si era appoggiato «So che quello che vuoi fare, lo stai facendo nelle migliori intenzioni, ma Tony è morto, e l'unica cosa che Steve può fare è quella di voltare pagina.» disse posando una mano sulla spalla di Peter.
«No! - disse il ragazzo togliendosela di dosso - Mi rifiuto di credere che vi stiate arrendendo così! Tony non lo avrebbe mai fatto! Avrebbe trovato un modo per... per...»
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli e tirò su nervosamente con il naso. Banner sgranò leggermente gli occhi "Anche Tony faceva così...".
«Lui non vi avrebbe mai abbandonato...» disse Peter con voce spezzata e le lacrime che scendevano dagli occhi.
«Lui è morto, Peter.» controbatté il soldato.
«È morto per salvare noi!» urlò il ragazzo.
«No, è morto per salvare te. Tutto quello che ha fatto è stato solo per te.»
Il ragazzo indietreggiò di qualche passo. Guardava Barnes con occhi sconcertati ed esterrefatti «Tu non lo conosci.»
«Ma so quello che ha fatto. E sono stanco di vedere Steve ridotto in quella maniera per colpa sua! Credi di essere l'unico a soffrire? Io conosco Steve da quando è nato. Siamo cresciuti insieme e l'ho visto diventare l'uomo più grande di tutti i tempi. Ma da quando Tony è entrato nella sua vita, non ha fatto altro che dedicarsi a lui, e guarda questo a cosa lo ha portato.» Il soldato si bloccò, deglutì leggermente e lo guardò ancora negli occhi «Mi chiedi perché non voglio che Tony ritorni nella sua vita? Perché non ho più intenzione di vederlo rincorrere una persona che non lo merita.»
Peter non disse niente. Lanciò una brutta occhiataccia al soldato e poi se ne andò sbattendo la porta.
«Non pensi di essere stato troppo duro con lui?» disse Barton con le braccia incrociate.
«Ho solo detto quello che pensano tutti» rispose il soldato.
Clint sbuffò «Ci vado a parlare io.»Davanti ad un immenso prato d'erba rigogliosa, Peter osservava in lontananza il sito dove prima si reggeva il vecchio quartier generale. I segni della guerra erano ancora ben evidenti nonostante fossero passati ormai cinque anni, e là, dove le macerie una volta ricoprivano il terreno, ora sorgeva uno splendido memoriale dedicato all'uomo che aveva salvato la terra. Con le mani nelle tasche, il ragazzo camminò fino all'immensa statua, vi si fermò davanti e alzò la testa guardandola.
«Forse è davvero egoistico da parte mia volerti riportare indietro» disse guardando il volto della statua «Ma tutto è diventato così... pesante senza di te. È troppo difficile.»
Un vento mite soffiò smuovendo i fili d'erba. Peter chiuse gli occhi e lasciò che questo gli smuovesse i capelli. Dei passi risuonarono sordi e lontani alle sue orecchie. Si voltò e vide Clint dietro di sé, le mani in tasca e la testa leggermente inclinata di lato.
«Da quanto tempo sei qui?» chiese tirando su con il naso.
«Abbastanza per aver sentito quello che hai detto.»
Peter abbassò la testa e tornò a guardare la statua. Clint si avvicinò a lui «Belle parole» disse fermandosi accanto al ragazzo.
Peter sbuffò ironico a quel commento «Perché sei qui?»
Clint alzò le spalle «Forse per dirti che Bucky ha esagerato dicendoti quelle parole. Forse per dirti che anche noi vorremmo che Tony tornasse.»
Peter si voltò e guardò il profilo del suo volto «È questo quello che dovevi dirmi?»
Clint girò la testa e lo guardò senza dire niente. Peter abbassò lo sguardo «So che quello che voglio fare è sbagliato. So che vorrebbe dire vanificare tutto quello che Tony ha fatto, ma... io non voglio più vivere così.»
«Peter, io non penso che Tony abbia fatto quello che ha fatto se non fosse stato sicuro che ci saresti stato tu dopo la sua morte.»
«Che cosa vuoi dire?» chiese il ragazzo con voce spezzata.
«Voglio dire che... Il retaggio di Tony sei tu. Non Steve ne nessun altro. Solo tu. Hai la tua occasione di dimostrare al mondo chi sei e che cosa sei in grado di fare. Cogliere questa opportunità o no, quello dipende solo da te.»
Il ragazzo alzò la testa e guardò ancora una volta il volto della statua «Voi avete avuto tutti una seconda possibilità. Tu hai riavuto tua moglie e i tuoi figli così come molti altri sul pianeta hanno riavuto indietro la loro famiglia. Se quello che ha detto Bucky è vero... Se è vero che Tony è morto per me, allora dimmi Clint... dov'è la mia seconda occasione?»
Barton si voltò e lo guardò. Vide gli occhi di un ragazzo distrutto da un dolore che cresceva in lui ormai da cinque anni. Era troppo anche per il cuore più forte. E se Peter era ridotto in quello stato, non voleva nemmeno immaginare come fosse messo Steve. Clint abbassò lo sguardo, e i suoi occhi caddero sul nome di Tony inciso nella pietra, "Cinque anni..." pensò "Sono cinque anni che tuo figlio subisce tutto questo in silenzio."
Istintivamente, Barton mise una mano sulla spalla di Peter e la strinse leggermente. Il ragazzo non mosse un muscolo, ma occhio di falco poté sentire il leggero tremolio del suo corpo mentre piangeva.
«Parlerò con gli altri.» disse improvvisamente Clint.
Peter alzò la testa «Che cosa?» disse in quello che era poco più di un sussurro incredulo.
«Si. Parlerò con il resto della squadra, e vedremo che cosa riusciamo a fare.» concluse Barton voltandosi verso di lui e sorridendo a mezza bocca.
Gli occhi di Peter si illuminarono di un fuoco che non gli apparteneva. Clint rimase stregato da quel bagliore così famigliare, eppure sorprendentemente diverso. "È li che sei rinato, vero?" pensò l'uomo continuando a fissarlo "Negli occhi di tuo figlio. Nelle sfumature delle sue iridi. È li che brucia la tua essenza, ciò che ti ha sempre reso Tony Stark."
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Fire on Fire
FanfictionDAL CAPITOLO 5: «Io ti ho odiato Steve - riprese Tony - non ho mai odiato nessuno nel modo in cui ho odiato te. E Dio! Vorrei poterti odiare ancora, ma non posso... Non ci riesco». È il 1991, sono appena iniziate le vacanze di Natale, e gli studenti...