"Lincoln High! Lincoln High" Tifi di esultanza e canti esplosero per tutto lo stadio illuminato mentre i giocatori arrivavano correndo uno alla volta con le loro divise bianche e blu scuro. Le cheerleader con alte code e gonne corte si esibivano con acrobazie in aria mentre le persone di tutte le età urlavano dagli spalti.
A disagio, portai la soda alle labbra e sorseggiai piccoli sorsi, purtroppo la lattina finì a terra appena una ragazza dalla faccia colorata metà blu e metà bianca mi colpì il braccio.
"Oops!" Ridacchiò superandomi mentre la sua amica gridò con una risata alle sue spalle.
Era la mia prima partita di football in assoluto nonostante la squadra della nostra scuola fosse una delle migliori della nazione. Mia cugina mi aveva convinto che questa partita sarebbe stata "troppo divertente". Avevo capito solo ora che l'avesse detto solo per farsi dare un passaggio per poi abbandonarmi una volta arrivate.
"Forza Jaguars!"
L'intera scuola era qui- diamine, l'intera città era qui per la prima partita della stagione della Lincoln High. Sudore, folla e caos assoluto. In breve, non era il posto per me. Non avevo niente contro lo spirito della scuola ma semplicemente ero il genere di ragazza che passava i venerdì sera a studiare per gli esami del mese prossimo.
"#81 Logan Trent, #68 Harris Lee, #23 Zack Darrington..." La folla esultò in un forte boato che quasi non mi fece svenire sul posto. Normalmente, me ne sarei semplicemente andata ma...
"#1 Jaden Brown!" Le urla e acclamazioni della folla aumentarono appena il famoso quarterback fece la sua apparizione, l'ultimo dei placcatori ad entrare sul campo. Un minuscolo sorriso comparve sulle mie labbra e gli occhi rimasero incollati su lui mentre tutti i giocatori si posizionarono in riga. All'inizio i canti oppressero le parole di Jaden Brown ma appena dagli altoparlanti venne fatto l'annuncio per l'inno nazionale, l'intero stadio scivolò nel silenzio.
La confidenza che emanava la fila dei giocatori e con lo stadio così in silenzio quasi avresti potuto sentire anche uno spillo cadere. Poi Jaden Brown chiamò il gioco e la partita ebbe inizio.
Nel momento in cui la partita finì, feci del mio meglio per correre giù anche solo per fare un saluto a Jaden Brown ma bisognava ammettere che fossi una ragazza di solo un metro e cinquantadue centimetri, senza muscoli, che cercava di farsi spazio in una folla di centinaia di persone. Cercai di catturarlo anche solo di sfuggita proprio quando la testa di una cheerleader, Lola Greene, corse verso di lui per dargli un bacio. La fece girare e insieme camminarono fuori campo con le braccia l'una attorno all'altro.
I ragazzi come Jaden Brown non uscivano con le ragazze come me. Non si sarebbero nemmeno rivolti a ragazze come me e viceversa. Non c'era niente per cui essere tristi. Non mi piacevano neanche i ragazzi così: il tipo che si atteggia come se possedesse il mondo e dormiva con una ragazza diversa ogni settimana. Perchè loro giocatori della Lincoln High, ricevevano pasti gratis, erano esclusi dalle detenzioni, e le ragazze facevano la fila per dormire con loro così che potevano vantarsi di aver perso la verginità con il giocatore #81. La parte più brutta era che loro fossero a conoscenza di questo potere.
Ma Jaden Brown era diverso. Lui sarebbe dovuto essere il peggiore essendo il capitano e quarterback ma non lo era. Frequentava sempre le lezioni, prendeva buoni voti e tutti sapevano che Jaden Brown avrebbe sposato Lola Greene.
Lo ammiravo. Sedeva di fianco a me nel corso avanzato di Statistica ed era sempre molto carino con tutti. Mi aveva anche invitata alla partita di questa sera, la quale avevo gentilmente rifiutato ma nonostante tutto ero lì.
Non mi serviva andare alle partite di football per conoscere il risultato. Mio padre era il coach e ogni momento trascorso a casa, non si parlava che di football. Andare alle partite sarebbe stata una doppia tortura. Per fortuna, ero al terzo anno, ancora un paio di anni e sarei stata fuori da un luogo dove il football contava più di ogni altra cosa.
"Amelia! Amelia!" Sentii.
Oh no.
Mia cugina, Joie, continuò a chiamarmi come se non mi avesse completamente sfruttata giusto un paio di ore prima per avere un passaggio alla partita.
"Amelia! Aspetta, ho bisogno di un passaggio per tornare!"
Digrignando i denti, mi voltai per guardarla. Non sapevo cos'altro dire perciò fui diretta, "Mi hai abbandonata."
Abbozzò un smorfia per poi scrollare le spalle.
"Colpa mia, scusa. Ho pensato che avresti trovato qualcun altro." Inarcai un sopracciglio e in risposta fece il labbruccio. "Oh andiamo, non essere così permalosa. Non c'era più spazio dove ero seduta io e avevo la miglior visuale di Zack Darrington. È davvero un figo. Non potevo lasciarmelo scappare, capisci?"
No, non capivo. E ad ogni modo, avrebbe potuto almeno scusarsi.
"Perciò... mi dai un passaggio, vero? Perché c'è una festa alla quale io e te dovremmo assolutamente-"
"Puoi tornare con mio papà," La bloccai. "Ora non posso proprio lasciarmi scappare la miglior visuale della mia Tv a casa, capisci?"
Prima che potesse ribattere, me ne andai velocemente alla ricerca della mia macchina.
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The Coach's Daughter ▪︎ ✔️ (Italian Translation)
Genç KurguIn una città dove la squadra di football liceale comanda la scuola, Amelia è una delle tante facce tra la folla. Nonostante suo padre sia il coach della squadra, l'idea del 'Friday night lights' di Amelia, ruota attorno allo studio fino a che non si...