Capitolo 10

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"Dico solo che i Chicken nuggets a forma di dinosauri sono molto più buoni!"

Ella, mia migliore amica, mi stava guardando con occhi giudiziosi e seri mentre esponeva la sua teoria. I suoi occhiali stile Harry Potter le ingrandivano ancora di più i suoi occhi tondi, pensai mentalmente, mentre sistemavo i libri nell'armadietto prima di rispondere alla sua affermazione.

"Non so. Non mi piacciono chicken nuggets congelati." Non che li avessi mai mangiati davvero.

La mamma del gruppo, Taty, alzò lo sguardo dal libro di testo e mi lanciò uno sguardo incredulo. "Stai scherzando, spero," commentò prima di portare immediatamente gli occhi sul libro.

Pausa significava dieci minuti in più per un veloce ripasso prima della verifica della quarta ora.

"Con la salsa ranch, sono buoni," aggiunsi. Qualsiasi cosa con quella salsa era buona.

"Amo la salsa ranch," disse Amira sognante mentre tirava fuori due pacchetti di patatine. Ne rubai un paio. "Ella, hai fatto le domande aperte della seconda ora?" chiese.

"Si. Teorema fondamentale del calcolo integrale e i derivati. Abbastanza semplice," rispose Ella.

"Bene." Shreya sospirò. "Sono stata cosi impegnata per Fisica, che non ho studiato altro."

I suoi spessi e ribelli capelli neri erano tenuti fermi da una crocchia disordinata e stava praticamente indossando un pigiama. Era da questo che si intuiva che fosse giornata di esami.

"Amelia, hai finito l'analisi di Lang?" Ella si girò verso di me. "Puoi prestarmi il tuo libro di sonetti?"

"Certo, te lo prendo." Mi alzai e aprii il mio armadietto e nel momento in cui tirai fuori il libro, il mio telefono prese a suonare. Ella lo prese e mi ringraziò mentre prendevo il telefono. Mi aspettavo un chiamata spam ma quando vidi il mittente quasi svenni.

Non rispondere.

"Chi è ?" chiese Ella curiosa.

"Nessuno," risposi troppo veloce ma non ci diede peso.

"Un secondo," mi allontanai per avere privacy e risposi. "Pronto?" Nessuno parlò. Era uno scherzo? Iniziai a sentire qualcosa ma il rumore in sottofondo era troppo forte, non riuscivo a dire niente.

"Cosa? Non riesco..." La mia voce sfumò appena Zack fece le sua comparsa, torreggiando facilmente su tutti gli altri nei corridoi. Mi vide e iniziò a venire verso il mio gruppo. Le mie amiche lo guardarono per un secondo confuse mentre si avvicina a me, ma distolsero rapidamente lo sguardo. Sapevo che appena se ne fosse andato, mi avrebbero riempito di domande.

"Cosa ci fai qui?" chiesi, davvero curiosa, mentre si avvicinava a me.

Ignorò la mia domanda e strizzò gli occhi alla vista del mio telefono. "Mi hai salvato come 'non rispondere?' Mi ferisci."

Scioccata, riattaccai velocemente e misi il telefono nello zaino. "Che cosa ti aspettavi?" chiesi.

Come risposta fece solo un sorrisetto sornione che mi fece stringere il petto. Mi schiarii la voce e incrociai le braccia. "Cosa vuoi?"

"Ho qualcosa da dire." affermò.

Cominciai a rendermi conto che altri gruppi ci stavano osservando. La squadra di football non usciva con quelli del piano di sopra. 

"E non avresti potuto semplicemente scrivermi?" chiesi, alzando un sopracciglio.

Alzò le spalle in risposta.

"Va bene, cosa c'è?" chiesi, ancora.

Incrociò le braccia e si appoggiò al mio armadietto.

"Grazie per il gelato, era buono."

Sbattei le palpebre, aspettando di più, ma fu tutto ciò che disse. Almeno non stava iniziando a litigare. "Uh... prego?" risposi.

Mi fissò da sotto le folte ciglia, il luccichio del suo piccolo l'orecchino a cerchio si abbinava ai suoi occhi. Entrambi erano nuovi per me.

Un giovane Johnny Depp, sul serio.

"Senti," strascicò. "Gira una voce."

Cominciò ad avvicinarsi a me, avvolgendomi nel suo profumo. Il mio battito cardiaco diventò irregolare e non seppi perché. Le sue labbra si arricciarono e mi chiesi se potesse sentire il mio cuore battere perché mi sembrava dannatamente forte.

"Su di me?" Chiesi così piano che quasi sembrava un sussurro.

Il suo sorriso si alzò. Questo è un sì.

"Che tipo di voce?" Continuai.

"Ho sentito che DeMarco è stato il tuo primo bacio."

Ecco, la trance si era rotta. Fantastico, cazzo. Nessuno in questa scuola sapeva niente di me, ma in qualche modo si era sparsa la voce del mio primo, viscido e non richiesto, bacio?

"Non conta," dissi piatto.

"Quindi è vero."

Guardai di lato e scrollai le spalle, allontanandomi da lui. Non stavo mica aspettando il matrimonio per baciare qualcuno, ma volevo che fosse speciale e con qualcuno che mi piace davvero.

"Non hai mai baciato nessuno?" Il compiacimento sul suo volto era stato sostituito da un misto di genuina confusione e meraviglia. Questo mi fece sentire quasi sbagliata. Anche la maggior parte dei miei amici non aveva mai baciato nessuno; avevo solo 16 anni, non 160.

"Come ho detto, non conta", sottolineai. "Voglio solo dimenticare ciò che è accaduto."

"Era solo un bacio. Non è niente."

"Non per me!" quasi esclamai. Anche l'ultima traccia di conoscenza svanì dal suo viso e i suoi zigomi si approfondirono mentre inspirava e si accigliava.

"Ehi," disse, muovendosi in modo che il suo viso incontrasse il mio che avevo girato dall'altra parte. 

"Che cosa?" chiesi. "Mi prenderai in giro e mi chiamerai una principessa impertinente per non aver mai baciato nessuno?"

"No." scosse la testa. "No, io..."

Feci un respiro profondo per riprendermi e sopprimere qualunque cosa stupida stessi sentendo. Avevo una presentazione il l'ora successiva e avevo bisogno di almeno un 93 per mantenere alto il voto del mio progetto.

"Non avrebbe dovuto farlo", disse Zack gravemente. Cercai nei suoi occhi un accenno di menzogna o scherno che sapevo fosse lì, ma tutto quello che trovai fu un luccichio scuro. "Vuoi che lo prenda a calci in culo per te?" chiese, serio.

Non potei trattenermi e perciò risi. Scuotendo la testa verso di lui, incontrai i suoi occhi. "Dovresti andare. Tra poco suona la campanella."

Feci un passo intorno a lui ma lui mi afferrò il polso, facendomi tornare davanti a lui.

"Che cosa?" dissi. Mi studiò attentamente, studiando ogni centimetro di me. La mia faccia iniziò a scaldarsi e mi morsi il labbro inferiore. "Cosa?" ripetei, più dolce questa volta.

"Hai ragione. Non conta", disse. Sbattei le palpebre confusa. "Quel bacio", chiarì.

In una mossa, si avvicinò a me e parlò contro alla mia pelle, mandando brividi sul mio collo. Mi si mozzò il respiro mentre diceva "Ti farò vedere com'è uno vero."

Silenzio. Rimasi senza parole finché non suonò la campanella. Anche dopo che suonò, era come se ogni cellula del mio corpo fosse in fiamme. 

"Farai tardi", disse e così, scomparve nel folla.

S/A.

Buon Anno a tuttə!  ❤👽

The Coach's Daughter ▪︎ ✔️ (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora