Capitolo 6

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Come una specie di strana calamita, nel momento in cui mettemmo piede nella fast food, le ragazze si avvicinarono in gruppo a Zack come le api al miele. Il tutto girava attorno a frasi del tipo "quanto è stata bella la scorsa notte" e "perché non l'ha richiamata", ma fu solo quando la quarta ragazza lo raggiunse per congratularsi con lui per la partita di ieri sera, praticamente mettendogli le sue tette in faccia che finalmente scappai. Anche se ammiravo la sua tenacia, non era bello da assistere..

Avevo appena ricevuto la mia ciotola di pollo hawaiana e ero pronto a prendere il primo boccone delizioso che sentii, "dove cazzo eri finita?".

Come con ogni altra cosa, il suo atteggiamento rovinò il mio primo boccone. Mi ficcai arrabbiata in bocca il mio cucchiaio di pollo e riso, per poi lanciargli un'occhiata indispettita.

"Sembravi impegnato," dissi mentre continuavo a mangiare e senza preoccuparmi di guardarlo. Scivolò sulla seduta di fronte a me con un sorriso soddisfatto.

"Non devi essere gelosa, Amelia," mi stuzzicò. Prima che io potessi commentare, si sporse in avanti lasciando solo pochi centimetri di distanza. Smisi di masticare. L'odore di vento e fumo che avevo riconosciuto era inebriante.

Tornai in me e subito mi allontanai e infilzando un altro pezzo di pollo per poi mangiarlo.

"Stai delirando", dichiarai. Il cibo si era trasformato in colla nella mia bocca.

Continuò, "Kylie è solo un'amica". Se solo Kylie avesse saputo quante altre ragazze aveva definito nello stesso identico modo. Le sarebbe ancora piaciuto ancora?

I miei occhi volarono nei suoi grandi, incorniciati da ciglia per cui qualsiasi ragazza sarebbe morta, fino al suo naso dritto e alla mascella definita.

Infilzai un altro pezzo di pollo. Si, le sarebbe piaciuto.

"Il suo nome è Connie," lo informai. Era una senior nella mia lezione del terzo corso di storia che sempre copiava dal ragazzo vicino a lei.

"Giusto, Connie. Lei ha...molti talenti." Mi guardò dritto negli occhi come se volesse assicurarsi che capissi il suo riferimento.

Seccata, chiusi con il coperchio la ciotola del mio pollo e mi alzai. "Prendiamo il tuo stupido cibo e andiamocene," scattai e sogghignò.

"È facile metterti in imbarazzo."

Gli diedi una brutta occhiata. "Si chiama essere civile," asserii.

"Hai ragione, chiedo perdono, principessa."

"Smettila di chiamarmi principessa."

Sul suo viso si aprì un ghigno e si alzò insieme a me. "Perchè? Ti infastidisce?"

"Si."

"Allora non la smetto," decise.

Ma perchè mi importava?

•••

Ordinò due menù interi solo per lui, il che non mi sorprese. Ovviamente, le buone maniere non erano conosciute nel suo mondo. Tuttavia, il cassiere finì con il dargli tutto l'ordine senza pagare per quanto era stato fenomenale la sera prima. Inoltre, non smise di guardarlo un secondo e notai anche il suo numero scritto sullo scontrino, il quale lo accartocciò e lo mise nella tasca posteriore come se fosse un gesto abituale. Chissà perché il suo ego fosse grande quanto il Texas.

"Tutto questo solo per avere il pasto gratis," commentai mentre camminavamo verso la mia macchina.

"Puoi biasimarla?" lui rispose.

"Presuntuoso..."

"Che c'è? Non pensi che io abbia il diritto di esserlo?"

"Non sei tutto questo granchè," mentii. Certo, era un narcisista insopportabile, ma a prima vista non lo avresti detto. Assomigliava decisamente a un giovane Johnny Depp. Avrei dovuto bruciare la mia copia di Edward mani di forbice quando sarei tornata a casa.

Qualcosa si spense in lui. La sua faccia si scurì e la sua voce aveva un tono duro. "Sì beh, anche tu non sei questo granché."

Non avevo una risposta a quello. Qualunque fosse stata quell'energia che si era creata tra noi prima, adesso si era tramutata in un silenzio mortale.

Nessuno di noi disse una parola sulla via del ritorno.

The Coach's Daughter ▪︎ ✔️ (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora