Potevo dire che Zack si comportava al suo meglio a scuola. Faceva molto per me: portarmi il pranzo, tenere in mano la mia borsa, persino portare snacks per i miei amici. Non ero sicura di come fosse successo esattamente, ma i nostri gruppi iniziarono a fondersi e i nostri amici iniziarono a mangiare insieme. Fu come essere in una grande famiglia.
Se non avevo una famiglia a casa, almeno ne avevo una a scuola.
••••
Quando entrai nella caffetteria, per poco non mi imbattei in Jaden. Nessuno di noi si mosse, quindi dissi: "Ehi". Non mi parlava da quando gli avevo detto che io e Zack stavamo insieme. Non sapevo molto su come stessero andando le coso fra loro. Tutto quello che Zack mi aveva detto era che si stavano prendendo un po' di spazio. Il pensiero che la loro amicizia si sarebbe potuta rovinare causa mia era ossessionante.
"Ehi," rispose. I suoi occhi guizzarono verso il punto in cui erano seduti i miei amici dove era solito sedersi. Prima che io potessi dire altro, se ne andò.
"Ultima partita stasera! Andiamooo!" Xavier Smith ruggì e l'interno della caffetteria esplose in applausi mentre correva per l'intera sala da pranzo, battendo mani e pugni. Il nostro tavolo gridò e fece il tifo per lui mentre si lanciava. Taty ed io ci scambiammo dei sorrisi.
"Porta il tuo culo sulla sedia, ragazzo," ordinò e lui si sedette accanto a lei con un sorriso rinfrescato.
"Vieni a fare il tifo per me stasera o cosa?" chiese con una leggera spinta. Lei finse di pensarci su ma sapevamo tutti che sarebbe andata.
"Stasera prenderemo a calci in culo Sutter. Giusto, Melly?" Damien si rivolse a me con una gomitata.
"Se lo fai, Lunedì porto i brownies per tutti," risposi con un sorriso. Xavier esultò di approvazione e allungò il suo lungo braccio per sollevare il mio, esortando ad applaudire.
"Mani altrove, Smith." Zack allontanò la mano di Xavier con uno schiaffo mentre si infilava nel posto accanto al mio e mi stampò un bacio sulla guancia. Lo ringraziai mentre mi dava un panino. I miei genitori mi avevano tagliato i fondi per il pranzo dopo la nostra discussione.
"Ooh, così virile e protettivo," tubò Damien, battendo le ciglia. "Non è un sogno, Melly?"
Zack gli lanciò un'occhiata da fottiti, ma io risi e basta, giocando con il braccialetto di Zack che gli avevo comprato. Lo indossava sempre il giorno della partita.
"Sei eccitato per stasera?" gli chiesi e lui annuì.
"Riuscirai a farcela?" chiese, leggermente nervoso.
Le mie mani si fermarono sul suo braccialetto. "Non lo so," ammisi dispiaciuta. "Farò del mio meglio."
"Okay," concordò piano, ma potevo dire che fosse deluso. E anche io.
"Farò del mio meglio," ripetei, allontanando una ciocca di capelli dal suo viso. Questo era il minimo che potessi fare per lui.
••••
Dopo che la campanella suonò nella lezione di Statistica, mi affrettai a fare prendere le mie cose e ad uscire di lì.
"Possiamo parlare dopo la scuola?" chiese Jaden, sorprendendomi. Non c'era affatto malizia nella sua faccia, solo preoccupazione. Annuii in accordo.
Dopo la scuola, lo incontrai vicino al suo armadietto e ci dirigemmo nel cortile interno per la privacy. "Ho sentito che i tuoi genitori stanno facendo un po' i... severi," iniziò con cautela.
Scrollai le spalle.
"Amelia, voglio solo essere onesto," disse sinceramente. "Non sarei mai dovuto venirti dietro sapendo che piacessi a Zack. E mi sto ancora riprendendo dalla mia rottura.... Mi dispiace."
Ero onestamente sorpresa dalle sue scuse. Non aveva fatto davvero niente di male. Non a me, almeno.
"Ma tuo padre mi aveva dato l'idea che potessi essere presa da me e, voglio dire, mi piaci un po'. Penso. Non lo so, sono così confuso." La sua voce si spense.
Oh. Mio padre era così disperato di allontanare Zack da me che aveva usato anche Jaden?
"E poi gli ho detto che in realtà non eri presa da me," continuò. "Che ti piacesse Zack e... non pensavo ti saresti messa nei guai."
Sempre più la realizzazione mi colpii. Non sapevo che strano tipo di spionaggio stessero pianificando mio padre e Jaden, ma ora tutto aveva un senso.
"Mi dispiace davvero, Amelia. Per tutto. Mi sono scusato anche con Zack."
"Va tutto bene," dissi, "mi dispiace che mio padre ti abbia coinvolto in questo. È davvero un'assurdità."
Scosse la testa. "Voi ragazzi siete miei amici. Avrei dovuto saperlo meglio."
"Voi ragazzi risolverete tutto," gli dissi e lui annuì in modo poco convincente. "Sei il suo migliore amico."
"Quando qualcuno fa qualcosa di sbagliato a Zack, è difficile per lui perdonarlo... quindi non penso che sia più una buona idea che usciamo da soli. Non è perché ti sto evitando o altro."
"Lo so," dissi. "Grazie, Jaden." Per cosa, non ne ero sicura. Ero solo sempre grata per lui.
"E guarda, parlerò con il Coach e cercherò di convincerlo a farti venire alla partita", aggiunse.
"Davvero?" Gli chiesi con gratitudine e lui annuì.
"A tuo padre piaccio un po', lo sai." Risi leggermente e annuii. "Ci vediamo in giro, Amelia."
"Ciao, Jaden."
I suoi occhi si arricciarono in un sorriso e salutò prima di scappare.
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The Coach's Daughter ▪︎ ✔️ (Italian Translation)
Teen FictionIn una città dove la squadra di football liceale comanda la scuola, Amelia è una delle tante facce tra la folla. Nonostante suo padre sia il coach della squadra, l'idea del 'Friday night lights' di Amelia, ruota attorno allo studio fino a che non si...