Capitolo 7

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La mia scuola funzionava in cerchie, ognuno aveva le proprie. Anche se c'erano poche persone che andavano d'accordo con tutti, di solito stavano comunque nei propri gruppi.

Per esempio, io ero una ragazza tranquilla dell'orchestra che non vedevi mai casualmente uscire con i giocatori di football, per cui ebbi quasi un attacco di panico quando vidi Zack Darrington stare esattamente al centro di un gruppo di giocatori e cheerleader. La mia presa aumentò sul portachiavi che trovai in macchina dopo aver lasciato Zack a scuola.

Tutto quello che dovevo fare era restituirlo. Non ero nervosa di dover parlare con lui, ma erano le persone attorno a lui che mi intimidivano.

In quel momento, regalò un sorriso ammiccante ad una ragazza riguardo qualcosa che avesse detto, e quando alzò lo sguardo, i suoi occhi si bloccarono nei miei.

Bene, mi aveva beccato fissarlo. Era il momento. Senza una parola, camminai verso di loro e tenendo il portachiavi. La ragazza vicino a lui mi squadrò da cima a fondo, e gli altri mi lanciarono occhiate confuse ma rimasi impassibile.

"Prendilo." Aspettai. La faccia di Zack era stranamente pallida mentre fissava il portachiavi tra le mie mani.

"Dove l'hai preso quello?" La sua voce scese di qualche tono.

"L'ho trovato," risposi semplicemente. Nessuno doveva sapere che fosse stato nella mia macchina qualche giorno fa.

Si ricompose e si allontanò dal gruppo per prendere il portachiavi tra le mie mani. Le sue dita sfiorarono le mie. Mi voltai pronta per andarmene quando mi prese il polso procurandomi un déjà-vu.

"Perchè lo stai dando a me?" Chiese.

Sbattei le ciglia confusa. "Perché è tuo, forse?" Risposi.

Pensava che fossi un ladro per caso? Il portachiavi non era neanche così carino, una semplice placca d'argento con un pallone da football.

"Be', perché non l'hai semplicemente dato a tuo papà?"

Oh. Capito.

"La mia presenza ti infastidisce così tanto?" Dissi con un retrogusto amaro.

I suoi occhi sbatterono confuso. "Non è...perché non rispondi alla domanda?"

"Perché ti interessa?"

Il suo sguardo cadde sulla sua mano ancora stretta attorno al mio polso. La sua mano era cosi grande, lo avvolgeva completamente.

Mi lasciò andare. "Non mi interessa, infatti."

Si voltò e anche io. Avevo a malapena fatto un passo quando sentii la ragazza chiedere, "chi era quella?"

"Nessuno," replicò. "Solo la figlia del coach."

•••

Ora che ero consapevole dell'esistenza di Zack, era come se fosse ovunque. Mi sorprese abbastanza notare che seguisse molte dei miei stessi corsi avanzati, perché molti atleti non avevano il tempo o bisogno di appesantire le lezioni. Non che mi importasse, ci ignoravamo.

Jaden era l'unico giocatore nella stessa lezione di Statistica e appena mi sedetti, era subito pronto con una scusa.

"Mi dispiace davvero, Amelia. La madre di Lola aveva bisogno di un passaggio per un appuntamento dal medico e io-"

"Tranquillo," lo rassicurai. Non ero arrabbiata. Inoltre, non mi doveva spiegazioni. "Grazie per aver mandato Zack."

Strinse gli occhi. "Non avevo idea che voi due non andaste d'accordo fino a che non glielo chiesi. È stata una cosa improvvisa e lui aveva interrotto l'allenamento e lasciato la palestra perciò non volevo farlo tornare indietro... so che può diventare arrogante a volte."

"Nessun problema," ripetei con un senso di colpa. Ecco perché era in ritardo, veniva dalla palestra. Dannazione. Aveva smesso di allenarsi per aggiustare la mia macchina? Ora mi sentivo una stronza.

"Sono in debito," Jaden disse e si grattò la testa. "Posso offrirti qualcosa dopo scuola?"

"Um..."

"Con Lola," chiarì leggendomi la mente.

Terza incomoda ancora? Onestamente, non volevo ma qualcosa mi diceva che se non avessi accettato, avrebbe continuato a scusarsi.

"Okay, va bene," accettai.

"Fantastico," disse, sollevato, e mi regalò un sorriso luminoso.

Non riuscii a trattenermi e ricambiai.

The Coach's Daughter ▪︎ ✔️ (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora