Feci del mio meglio per non emettere suoni mentre mangiamo a tavola. Inoltre sentivo l'urgente bisogno di dover sistemare quella cucina. Se mia madre avesse visto il disastro, avrebbe avuto un attacco di cuore e io sarei rimasta a pulire da sola per giorni. Il livello di ordine che si aspettava era estremo per me, ma ormai era diventata un'abitudine per me.
"L'hai fatto tu?" chiese Zack, come per esserne sicuro. Annuii. Guardò in basso con soggezione, come se fosse un pasto a cinque stelle e non una zuppa di base. "E' davvero buona," si complimentò sincero e mi sfuggii un sorrisetto.
"Sono contenta che ti piaccia," risposi quasi imbarazzata.
"Mi dispiace per J," Zack si scusò, il che mi sorprese. "Deve essere stato davvero conciato per bere così."
"Ci sta." Mescolai un po' la mia zuppa con il cucchiaio. "Gli manca."
Annuì lentamente ed espirò. "Non sa neanche come si viva senza di lei, ecco perché non avrebbe dovuto affezionarsi così tanto..." si bloccò.
"Lui la ama," dissi.
"Si," Zack concordò tranquillamente. "Ecco perché sta soffrendo così tanto ora." Premette le labbra insieme. "Se non ti interessa, non ti fai male," aggiunse burbero e si raddrizzò per riprendere a mangiare.
Non sapevo se fosse la mia sonnolenza o cosa, ma la mia voce diventò malinconica. "Penso che ne valga la pena," dissi. "Sentire dolore se riesci a sentire l'amore. Non affezionarsi a qualcuno è..." La mia voce si spense e scossi la testa.
I grilli fuori cinguettavano mentre il silenzio cadde tra noi.
"Lo so," disse piano. I nostri sguardi si incontrarono e tra noi tremolò un'empatia inespressa.
"Ci tieni davvero a lui," dissi debolmente.
Sbattè le palpebre lentamente, cercando di capire se potesse davvero fidarsi di me. Ci volle un po'.
"È il mio migliore amico," fu la sua unica e semplice spiegazione. In solo quelle parole, potei sentire il legame tra loro. Zack guardò la sua ciotola.
"Anche se è uno scemo," aggiunse con un accenno di sorriso.
Risi mentre lui finiva di mangiare. "Grazie per aver cucinato," disse. "E', ehm... era da un po' che non mangiavo cibo fatto in casa."
"Non ci sono i tuoi genitori?" chiesi senza pensare. Nel momento in cui le parole uscirono, avrei voluto rimangiarle. "Scusa, non ho-"
"Va tutto bene," disse ma notai la mascella stringersi. "C'è solo mia madre. Lei è a casa del suo ragazzo con mio fratello."
"Hai un fratello?" chiesi, sorpreso.
Zack mi regalò un piccolo sorriso. "E' in quinta elementare."
Oh. Non mi erano immaginata Zack fare il fratello maggiore.
"Anch'io ho un fratello," dissi, pensando al mio così tanto prezioso fratello.
"Lo so," disse Zack. Inclinai la testa confusa. "Daniel Hayes #35."
"Giusto. Football." C'era qualcosa non girava intorno a quello?
"Ho visto la polvere proteica nella tua macchina," disse. "Hai preso quella sbagliata."
Sbiancai. "Sul serio? Perché ce ne sono di cosi tanti tipi?"
Si appoggiò all'indietro divertito. "Tutto quello che dovevi fare era non prendere quella vegana. Non dovresti essere una specie di nerd?"
"Non posso essere così intelligente se sono qui con te," dissi.
"Sai che ti piaccio," disse con voce strascicata.
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The Coach's Daughter ▪︎ ✔️ (Italian Translation)
Teen FictionIn una città dove la squadra di football liceale comanda la scuola, Amelia è una delle tante facce tra la folla. Nonostante suo padre sia il coach della squadra, l'idea del 'Friday night lights' di Amelia, ruota attorno allo studio fino a che non si...