29. Il caso

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Il cliente era un ragazzo dai tratti femminili, la sagoma filiforme e la voce leggermente acuta e i modi aggraziati.
Vestiva con semplice ricercatezza.

Non appena si presentò, disse che lavorava come artista in un'accademia d'arte dall'altra parte della città.

Sherlock rimase impassibile.

Siria lo guardò, inclinando la testa.

Il cliente cominciò a narrare la sua strana storia. Si trattava di un anomalo furto di statuette, modelli di sculture venute male.
Sherlock lo guardò curioso.

-Sarebbe necessario entrare senza sospetti nell'accademia, nella sezione delle sculture... Puoi farlo?- fece Sherlock serio.

Il ragazzo si alzò e gli si avvicinò.

Lo squadrò, facendogli un gesto.

Sherlock lo guardò interrogativo.

-Alzati, forza-.

Sherlock si alzò con un movimento lento e fluido, sotto lo sguardo sospettoso di John.

L'uomo continuava a guardarlo, con aria pensierosa.

-Via la giacca-, disse pratico.

-Cosa?! Non farà niente senza che lei ci dica cosa sta tentando di fare- scattò John, alzandosi dalla poltrona.

Siria gli lanciò un'occhiata preoccupata.

Sherlock girò appena lo sguardo, avendo già intuito quello che il cliente intendeva fare. Sospirò profondamente: avrebbe dovuto sopportarlo, per risolvere quel caso.

-Johnsta' calmo. Va tutto bene.-

Si tolse la giacca, rivelando la camicia porpora che gli fasciava il torace muscoloso, con il risultato che i bottoni sembravano soffrire molto all'essere allacciati.

L'uomo lo guardò, con un sorriso leggero e soddisfatto.

-Volete davvero entrare nell'accademia?-.

Sherlock annuì appena, conscio che stava firmando un contratto alquanto fastidioso da onorare.

-C'è una sola strada-.

L'uomo lo guardava serio, calcolando quanto il detective poteva essere sincero.

-Lo so-.

Sherlock era distaccato.

-Bene. Ma portiamo anche lei- disse il cliente, indicando Siria con una movimento della testa.

Sherlock serrò gli occhi.

-Non la toccherete finché non saprò cosa sta succedendo- disse John, alterato.

-Volete entrare nell'accademia senza essere sospetti? C'è un solo modo: diventare modelli per gli artisti. E i tuoi due coinquilini sono perfetti, caro mio. Quello che stavamo cercando- disse con semplicità l'uomo.

Siria alzò le sopracciglia confusa, sbattendo le palpebre rapidamente.

Johnrimase a bocca aperta.

-Cosa?!- fece incredulo.

-È così John. Fattene una ragione, dobbiamo entrare lì dentro.- fece distaccato Sherlock.

Johnrimase in silenzio a sbollire la rabbia e l'incredulità.

Sherlock congedò il cliente, si scambiarono i numeri, e lo salutò. Ora era il momento della resa dei conti.

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SPAZIO AUTRICE.

Lo so che il capitolo è cortino, ma è denso. *occhiolino furbo*
Quel gran gnocco di Sherlock dovrà fare da modello in un'accademia d'arte e... chissà che verrà fuori. *sguardo malefico*
Quella povera ragazza di Siria si trova in mezzo al macello senza quasi capire perché.

Fatemi sapere le vostre aspettative, magari si realizzeranno, dato che sto ancora scrivendo il capitolo *sorriso grande come quello dello Stregatto*

Baci!

Fra ^^

Una figlia inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora