Sherlock concesse ai due qualche momento prima di richiamare John. Mentre aspettava, il suo sguardo vagò irrequieto per un po' attraverso la stanza, e poi si posò sull'uomo che aveva davanti.
-Cosa volete da me?- fece Gamel, sospettoso.
-Stiamo aiutando la polizia con un caso particolarmente curioso, sa?- fece tranquillo Holmes.
-Ah, sì?!-.
Lo sguardo di Gamel era più allarmato.
Holmes annuì, fissandolo negli occhi.
-John!-. Sherlock rimase con lo sguardo fisso su Gamel, inchiodandolo.
Johnentrò, nella stanza e si sedette accanto a Holmes, lontano da Gamel. Holmes sentì che era più rilassato, ma avvertiva che era comunque teso, pronto a scattare. Quella ragazza lo stava condizionando in un modo non indifferente. Sherlock scacciò quei pensieri inopportuni con la mano, decidendo che non era il momento giusto per affrontarli.
-Bene, signor Gamel, eccoci qui, senza ospiti dietro cui nascondersi... Cominciamo?- disse Sherlock con un sorriso indecifrabile.
L'uomo rimase immobile, si limitò a fargli un cenno.
-Cosa volete da me?- ripeté.
-Niente di che... Soltanto dove si trovava in determinati giorni e in determinati momenti... Tutto qui.-.
Sherlock aveva un'ombra di sorriso sulle labbra, mentre Johnsembrava non ascoltare.
-Sentite, ogni giorno ho ripetizioni fino alle otto di sera... Non avrei materialmente tempo di fare alcunché- disse semplicemente Gamel.
Sherlock non si fece intimidire.
-Controlleremo, ne è cosciente?- intervenne John, riscuotendosi dal proprio silenzio.
-Ovviamente- disse l'uomo, volgendo su Johnil proprio sguardo sospettoso. Rimasero a scrutarsi per un po'. Poi Sherlock si alzò, capendo che Johnnon avrebbe resistito altri cinque minuti senza aggredirlo.
-A presto, signor Gamel... Ci rivedremo-.
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Una figlia inaspettata
FanfictionSherlock Holmes e John Watson, al ritorno da un viaggio di lavoro, trovano ad aspettarli una ragazzina: sorriso pronto, timida e cortese, un inglese un po' stentato e una voglia bruciante di conoscere il suo vero padre. Inizia così un caso intrigan...