Il trillo perforante del campanello svegliò Siria, immersa nel più profondo dei sonni. Cercò di fingere a se stessa di essere ancora nel mondo dei sogni, ma invano: quando sentì la voce di Mycroft Holmes che riempiva pacatamente il salotto di casa Holmes-Watson, si alzò dal letto con un sorriso sugli occhi assonnati.
-Ciao zio- mugolò andando a baciare la guancia del Governo Inglese sotto lo sguardo attonito di tutti, ricevendo un diplomatico saluto in risposta. Andò a procacciarsi la colazione appena dopo aver salutato anche Sherlock e John.
-Ho un incarico per te, fratellino...- esordì il maggiore degli Holmes.
-... Della massima importanza, richiede subito il tuo intervento- completò con espressione annoiata Sherlock.
John ridacchiò, e Sherlock si concesse un sorrisetto, per poi sostituirlo con un'espressione annoiata, che Mycroft conosceva fin troppo bene, e che col tempo aveva imparato a conoscere al meglio.
-Si tratta di traffico internazionale di droga-
Mycroft cercò di capire se avesse carpito la sua attenzione, e fece comparire un sorrisetto soddisfatto quando gli occhi di Sherlock si illuminarono di una scintilla.
John colse la stessa scintilla, e rabbrividì involontariamente: non voleva che Sherlock si avvicinasse minimamente a quelle sostanze.
-So di cosa si tratta- esordì Sherlock.
Mycroft nascose il proprio stupore.
-Non è possibile- sentenziò.
-Vogliamo giocare?- sorrise con gli occhi freddi di consapevolezza Sherlock.
Mycroft fece un cenno, che Sherlock sapeva essere un assenso. Ghignò.
-Comincia tu fratellone- disse Sherlock.
-Cocaina-
-Uh, la mia preferita-
-Allora?-
-Certo che è cocaina. In polvere, tra l'altro-
Mycroft rimase immobile.
-In un posto insolito- incalzò Mycroft, cercando di vincere.
-Chi si aspetterebbe che degli artisti effemminati possano spacciare?-
Mycroft digrignò i denti.
-Ma non sai dove, non puoi saperlo- mormorò tra i denti.
John si alzò per versarsi altro the.
-Certo che lo sa- sorrise divertito.
-Accademia delle Belle Arti gestita da Mr. Laurence Yers-
Ci mancò poco che Mycroft non gli ringhiasse addosso.
-Altro che già io non sappia?- rimarcò Sherlock.
-Perché sei stato assunto- ghignò Mycroft.
-Illuminami- sibilò quasi in un soffio di vittoria Sherlock, tendendo gli occhi di ghiaccio e puntandoli come un bisturi sul fratello imperscrutabile.
-Spacciano ad un sacco di figli e mogli del Parlamento, e non solo. Non va bene, va tolto di torno quel giro vizioso-.
Sherlock si alzò e lo salutò: -Avrai presto mie notizie, Mycroft-.
L'uomo uscì salutando con un cenno del capo i due.
Sherlock era già appollaiato sulla poltrona, con il ghigno della vittoria sulle labbra carnose e gli occhi accesi dall'eccitazione.
-Sembra davvero Natale...- mormorò a fil di labbra, con lo sguardo perso nel proprio palazzo mentale.
A John non venne negato un altro brivido: Sherlock sarebbe stato solo, senza protezione, esposto alla droga; la sua paura irrazionale (o forse no) che ricadesse nel tunnel era grande, ma doveva fidarsi. Doveva farlo.
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Una figlia inaspettata
FanfictionSherlock Holmes e John Watson, al ritorno da un viaggio di lavoro, trovano ad aspettarli una ragazzina: sorriso pronto, timida e cortese, un inglese un po' stentato e una voglia bruciante di conoscere il suo vero padre. Inizia così un caso intrigan...