9. Secondo incontro col detective

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Sherlock si incupì leggendo lo schermo del cellulare: era Lestrade.

-Pronto Lestrade, mi dica.-

Sherlock chiuse gli occhi, respirò a fondo, salutò l'ispettore, terminò la chiamata e disse: - C'è stato un altro omicidio. Uguale a quello di ieri.-.

Siria lo guardò spaventata, John lo guardò serio e preoccupato e gli disse:- Lei non viene, stavolta sarò irremovibile. Dovrete passare sul mio cadavere per portarla con voi.-.

Holmes guardò Siria, per vedere là sua reazione, e vide che stava pensando intensamente a qualcosa, e si era persa l'ultima frase di John. Non interferì con le sue riflessioni, intuiva che era qualcosa di importante, e fermò Watson che voleva distrarla da quei pensieri alzando una mano.

Lei poco dopo cominciò a parlare, rivolgendosi a lui:- C'è un'errore. Un grosso errore... Sulle scritte... C'è un errore, Mr Holmes!!-.

Johnlà guardò interrogativo, mentre Holmes le si era avvicinato e le diceva:- Sei sicura? Sei assolutamente sicura di ciò che mi stai dicendo?-.

Lei chiuse gli occhi, corrugò là fronte, tentando di ricordarsi il più chiaramente possibile e sussurrò:- Non lo so... C'è qualcosa che non mi torna, ma l'ho vista di sfuggita... Io non posso... Ricordare chiaramente. Dovrei vederla di nuo...-.

-Non ho intenzione di lasciartelo fare!- Johnesplose, là piega che aveva preso il discorso negli ultimi minuti non gli piaceva per niente, e infatti, quello era il risultato.

-Non puoi impedirmelo!-

Siria sì era alzata, fronteggiando il padre.

-State calmi- intervenì Holmes, -Johnvuole farlo, non puoi impedirglielo. E poi è un consistente aiuto, non puoi negarlo.-.

Johnlo guardò sconfortato.

-Sherlock...- gli disse cercando il suo sguardo, avvicinandosi e scuotendo là testa.

-Non puoi farmi questo... Non puoi-

Lo prese per le spalle, guardandolo. Holmes ricambiò il suo sguardo, ma dovette fuggirlo poco dopo.

-Ehm...- Siria non sapeva come chiamare Watson, che comunque si girò verso di lei, -parla con me, lui non c'entra niente... Io voglio aiutarvi. E poi credo sia difficile trovare qualcuno che conosca l'italiano e là Divina Commedia in poco tempo. Avete solo me.-.

Guardò decisa John, che definitivamente convinto disse a Holmes:-Secondo me è figlia tua, non mia.-.

Ciò detto i due sì guardarono negli occhi, Johncon un sorriso rassegnato, Holmes con uno sollevato.

-Beh?! Andiamo!-

Siria lì guardava sorridendo compiaciuta. Era bello guardarli mentre sorridevano complici.

Sì avviarono all'indirizzo che Lestrade aveva comunicato a Holmes al telefono. Arrivarono davanti ad una casa, entrarono e trovarono là stessa scena. Le scritte erano diverse, era un canto successivo della Divina Commedia. Siria rimase rigida a leggerle, senza che nessuno le parlasse o là disturbasse. Poi andò da Lestrade e chiese:-La vittima era un marinaio?-.

Il poliziotto la guardò diffidente, squadrandola da capo a piedi senza curarsi della domanda, poi le piantò i propri occhi nei suoi.

-Risponda, per favore.- intervenne Holmes, serio, mentre Johnosservava la scena curioso da lontano. Lestrade si convinse e rispose:-Sì, era un marinaio. Come lo sapete?-.

Johnrimase a bocca aperta, mentre incontrava lo sguardo di Siria e di Sherlock. Non poteva essere vero... Già era difficile a volte reggere Holmes che deduceva praticamente tutto da praticamente niente, ora era arrivata anche quella ragazza... Scosse la testa sorridendo. Sherlock fece spuntare un sorrisetto ironico sul viso, mentre Siria tornò a guardare Lestrade.

-Il passo scritto parla di un marinaio... Più  o meno.- disse lei, quasi come a scusarsi per quello che aveva capito. Johnchiese di leggerlo, e lei, dando le spalle alla parete scritta, cominciò:-Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo gridando:"Guai a voi anime prave, non isperate mai veder lo cielo, i' vegno per menarvi all'altra riva, nelle tenebre etterne, 'n caldo e 'n gelo. E tu che se' costì, anima viva, partiti da cotesti che son morti." Ma poi che vide ch'io non mi partiva disse:" per altra via, per altri porti verrai a piaggia, non qui per passare. Più lieve legno convien che ti porti." E 'l duca lui:" Caron non ti crucciare, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare. Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier della livida palude, che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote".-.

Le parole facevano un effetto strano sugli ascoltatori che la sentivano per la prima volta, ancora più forte dato che lei sapeva anche recitarlo con una certa intonazione. Quando recitava Siria diventava seria, si concentrava, entrava nel testo e cercava di fartelo entrare dentro.

-Commissario, vorremmo vedere l'appartamento dove è avvenuto il primo omicidio. C'è un errore nel testo che potrebbe aiutarla.- disse Holmes al poliziotto, usando tutta la propria influenza per fargli accettare la proposta. Lestrade lo fissò e scosse la testa dicendo:- Agente! Li accompagni. Vedete di fare in fretta, però.-.

Holmes prese per mano la ragazza e partendo a passo veloce chiamò Johnche stava in un'altra stanza:- John, noi andiamo a cercare l'errore! Se vuoi venire vedi di sbrigarti! Abbiamo fretta.-.

Siria lo guardò ridendo e lo seguì.

Una figlia inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora