-Sono a casa!-
Un urlo interruppe il flusso di ricordi che legava Marina e John, mentre rapidi passi leggeri volavano su per le scale.
-Ciao a tu-...-.
Si bloccò improvvisamente, mentre Marina si era voltata di scatto a guardarla, incredula.
-Mamma, tu cosa...?-
-Potrei farti la stessa domanda, ragazzina- sentenziò la donna.
Siria la guardò allarmata prima che continuasse.
-Mi ricordo che eravamo rimaste con un "ci vediamo a casa quando torno". E non mi ricordo di averti accordato nessun permesso per questo viaggio- disse con voce ferma e calma, ma non meno terribile, Marina.
-Non mi avresti mai mandato qui, e non avrei mai conosciuto John; sapevi che prima o poi l'avrei fatto- disse ribelle Siria.
-Magari saremmo venute insieme, che ne dici? Se solo me ne avessi parlato, testarda che non sei altro-, sbuffò Marina, -mi avresti evitato la perdita di quindici anni di vita che ho avuto quando non ti ho vista-, concluse, fulminandola.
-Scusa... E' che passare queste settimane con Ferdinando e Guido mi dava il voltastomaco- sorrise angelica Siria.
Marina non commentò, lanciandole un'occhiata torva.
Siria glissò e guardò i due uomini, che le fissavano incredule.
-Visto che sono tornata in tempo...? Sono stata bravissima- sentenziò, assumendo l'espressione da gattina felice, -vado a lavarmi, a dopo!-, concluse trotterellando in bagno.
Il silenzio calò sui tre adulti, e venne interrotto da un sospiro di Marina.
-Ci ha onorato di questa visita per questo, quindi?- intervenne Sherlock, da troppo tempo spettatore di qualcosa che non poteva controllare.
Marina annuì.
-Può chiamarmi Marina, signor Holmes-.
-E lei Sherlock-.
-E ora...?- intervenne sommessamente John, guardandola con gli occhi chiari quasi assenti.
Il pesante "porterai via Siria?" nell'aria calò come una cappa sulla conversazione.
-Ora vedrò come gestire la situazione-, tagliò corto Marina, -devo valutare come comportarmi con Siria, ma tra non molto dovrò ripartire, forse-. Sospirò.
-Qui c'è sempre posto per voi- le ricordò gentilmente John.
Lei annuì, aveva bisogno di tempo per pensare: quell'incontro inaspettato le aveva destato vecchi ricordi e sensazioni che doveva analizzare con calma.
-Certo... G-Grazie, John-.
-Puoi accomodarti nell'altra stanza e posare le tue cose- intervenne Sherlock, neutrale, interrompendo l'imbarazzo.
Marina si mosse, annuendo in silenzio.
Non appena lei chiuse la porta della stanza, i due uomini si guardarono, a lungo. Sherlock si avvicinò a John e gli baciò piano le labbra, senza dire niente.
Quel momento di calma fu interrotto bruscamente dal trillo del cellulare di Sherlock.
-Holmes- rispose secco.
Stette ad ascoltare per un po', fece un largo sorriso e chiuse la chiamata con un secco:-Arriviamo-.
Guardò John con il solito sorrisetto.
-Chiama le ragazze, abbiamo un caso- ghignò.
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Una figlia inaspettata
FanfictionSherlock Holmes e John Watson, al ritorno da un viaggio di lavoro, trovano ad aspettarli una ragazzina: sorriso pronto, timida e cortese, un inglese un po' stentato e una voglia bruciante di conoscere il suo vero padre. Inizia così un caso intrigan...