38. Nuovo inizio

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-Sono a casa!-

Un urlo interruppe il flusso di ricordi che legava Marina e John, mentre rapidi passi leggeri volavano su per le scale.

-Ciao a tu-...-.

Si bloccò improvvisamente, mentre Marina si era voltata di scatto a guardarla, incredula.

-Mamma, tu cosa...?-

-Potrei farti la stessa domanda, ragazzina- sentenziò la donna.

Siria la guardò allarmata prima che continuasse.

-Mi ricordo che eravamo rimaste con un "ci vediamo a casa quando torno". E non mi ricordo di averti accordato nessun permesso per questo viaggio- disse con voce ferma e calma, ma non meno terribile, Marina.

-Non mi avresti mai mandato qui, e non avrei mai conosciuto John; sapevi che prima o poi l'avrei fatto- disse ribelle Siria.

-Magari saremmo venute insieme, che ne dici? Se solo me ne avessi parlato, testarda che non sei altro-, sbuffò Marina, -mi avresti evitato la perdita di quindici anni di vita che ho avuto quando non ti ho vista-, concluse, fulminandola.

-Scusa... E' che passare queste settimane con Ferdinando e Guido mi dava il voltastomaco- sorrise angelica Siria.

Marina non commentò, lanciandole un'occhiata torva.

Siria glissò e guardò i due uomini, che le fissavano incredule.

-Visto che sono tornata in tempo...? Sono stata bravissima- sentenziò, assumendo l'espressione da gattina felice, -vado a lavarmi, a dopo!-, concluse trotterellando in bagno.

Il silenzio calò sui tre adulti, e venne interrotto da un sospiro di Marina.

-Ci ha onorato di questa visita per questo, quindi?- intervenne Sherlock, da troppo tempo spettatore di qualcosa che non poteva controllare.

Marina annuì.

-Può chiamarmi Marina, signor Holmes-.

-E lei Sherlock-.

-E ora...?- intervenne sommessamente John, guardandola con gli occhi chiari quasi assenti.

Il pesante "porterai via Siria?" nell'aria calò come una cappa sulla conversazione.

-Ora vedrò come gestire la situazione-, tagliò corto Marina, -devo valutare come comportarmi con Siria, ma tra non molto dovrò ripartire, forse-. Sospirò.

-Qui c'è sempre posto per voi- le ricordò gentilmente John.

Lei annuì, aveva bisogno di tempo per pensare: quell'incontro inaspettato le aveva destato vecchi ricordi e sensazioni che doveva analizzare con calma.

-Certo... G-Grazie, John-.

-Puoi accomodarti nell'altra stanza e posare le tue cose- intervenne Sherlock, neutrale, interrompendo l'imbarazzo.

Marina si mosse, annuendo in silenzio.

Non appena lei chiuse la porta della stanza, i due uomini si guardarono, a lungo. Sherlock si avvicinò a John e gli baciò piano le labbra, senza dire niente.

Quel momento di calma fu interrotto bruscamente dal trillo del cellulare di Sherlock.

-Holmes- rispose secco.

Stette ad ascoltare per un po', fece un largo sorriso e chiuse la chiamata con un secco:-Arriviamo-.

Guardò John con il solito sorrisetto.


-Chiama le ragazze, abbiamo un caso- ghignò.





Una figlia inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora